Settimo appuntamento con The Wander Playlist, poco più di metà della nostra rubrica outdoor che ci ha portato in questi mesi a scoprire laghi e monti del nord Italia. Per questa edizione estiva abbiamo preferito andare verso sud, tra le coste della Sicilia Occidentale, alla ricerca di luoghi che nonostante la nostra provenienza isolana non conoscevamo ancora.
Il nostro viaggio ha inizio a metà agosto, con una partenza pianificata quanto basta da lasciare che l’imprevisto ci porti a prendere deviazioni improvvise e a scoprire paesaggi da scattare con le nostre Lumix.

Carichiamo la nostra Countryman con zaini di pantaloncini e magliette leggere, costumi e creme protettive, cappelli di paglia e racchettoni, alziamo il volume della nostra playlist e con il vento tra le dita delle mani scappiamo verso l’estate.
I primi due giorni li trascorriamo a girare per la Riserva Naturale Orientata dello Stagnone, una riserva che si estende nel territorio di Marsala, per un lungo tratto che va da capo Lylibeo a San Teodoro e comprende le isole di Mozia, Isola Grande, Schola e Santa Maria e le saline costiere San Teodoro, Genna e Ettore Infersa. Lo “Stagnone” è una laguna, la più vasta della Sicilia, caratterizzata da acque basse, 1–2 m e spesso non più di 50 cm, che la rendono un piccolo paradiso per appassionati di sport acquatici come windsurf e kitesurf.
Passiamo le mattine al mare, e i pomeriggi a desiderare di fare kitesurf o a esplorare le saline rosa dell’Isola Lunga.













Poi fortuna e caso ci regalano una giornata indimenticabile. Mio cugino Giuseppe, in vacanza nella stessa zona e ospite di una casa poco distante dalla nostra, riesce a contattare il guardiano dell’isola di Santa Maria, la piccola isola privata in cui passava con la nonna estati intere a campeggiare. L’accoglienza del guardiano e della moglie ci lascia senza fiato. Vengono a prenderci al mattino con la loro piccola barchetta e 10 minuti dopo attracchiamo su un piccolo molo. L’isola è deserta, ne siamo i padroni fino a sera. Restiamo a pranzare con loro e a esplorare spiagge, campi e villette. Il tempo sembra bloccato e finiamo col fare filosofia sulle priorità della vita, sognando di scappare per sempre dalle nostre routine cittadine. Passeremo la sera a cercare annunci per guardiani di fari in luoghi sperduti, per poi sbavare sconfitti e in astinenza sui nostri smartphone scarichi.








Nei giorni successivi decidiamo di spingerci più in la con la nostra auto. Dedichiamo un intero pomeriggio ad Erice, l’antica città fenicia e greca, arroccata a 751 m sulla vetta dell’omonimo Monte Erice. Un labirinto di stradine di ciottoli e di varchi così stretti da permettere il passaggio di una sola persona. Le case serrate le une alle altre e i cortili interni, protetti dalla vista dei passanti che puoi vedere sbirciando tra le grate dei cancelli.
E poi Gibellina Vecchia, il vecchio centro distrutto dal terremoto del Belice del 1968, rimasto abbandonato che ospita il “Grande Cretto“, un’opera di land art realizzata da Alberto Burri tra il 1984 e il 1989. Un gigantesca colata di calcestruzzo che ripercorre le vie e vicoli della vecchia città e sorge nello stesso luogo dove una volta c’erano le macerie, ormai cementificate dall’opera di Burri. Una serie di fratture di cemento sul terreno raccontano le vie della città e l’orrore del terremoto, congelando la memoria storica del paese.
L’ultimo giorno attraversiamo la punta della sicilia per arrivare a Scopello, nel comune di Castellammare del Golfo, vicino alla Riserva Naturale Orientata dello Zingaro. Prima del ritorno ci fermiamo al belvedere a scattare le ultime foto con un panino alle panelle tra le mani. Il panino era buonissimo, voi godetevi gli scatti.












Tutte le foto di @buddy_bradley e @dacosanascecosa.