“Che cavolo stai dicendo, Willis!”
Zibe è un figlio degli anni 80 e come tutti noi figli di Italia1 aveva una situation comedy preferita, la sua era Il mio amico Arnold, anche se andava in onda su Canale5.
La sit-com narrava le storie di due fratelli neri, Arnold e Willis Jackson, i quali adottati da un ricco uomo daffari e tolti dalla miserie di Harlem ne combinavano delle belle a Manhattan, ma questa è unaltra storia.
Fin dal 1994 Zibe è allassalto dei muri bianchi di Milano e di mezza Europa, con spray, stencil, sticker e poster, dando vita a uninarrestabile produzione di murales e wallpaper.
Dal 2001 porta in giro il suo amico Arnold, che lentamente è diventato uno street art logo, il marchio di fabbrica del suo lavoro insieme con la tag TSO, acronimo di Terapia Sanitaria Obbligatoria, con la quale Zibe denuncia la brutalità dei centri di riabilitazione e lipocrisia della società civile sullargomento droghe e sostanze stupefacenti.
Dal 13 al 30 aprile 2011, insieme con Santy, Atomo & Neve, Zibe partecipa alla mostra collettiva di pittura urbana “La memoria non si cancella“ presso il Teatro della Cooperativa a Milano.
Una mostra che vuole individuare attraverso le forme della street art un percorso di rinnovamento che parla delloggi tracciando un iter metropolitano nel passato di un paese che sta perdendo la propria memoria.
Durante la seconda guerra mondiale quando suonavano le sirene per i bombardamenti la popolazione doveva precipitarsi nei rifugi antiatomici. I rifugi abitualmente erano segnalati da una freccia esterna verniciata a parete con la lettera R per rifugio, I per idrante e lacronimo U.S. per uscita di sicurezza.
Su questi primitivi esempi di writing riflettono le tele di Zibe in mostra per La memoria non si cancella.