10 libri che trattano di arte da leggere assolutamente

10 libri che trattano di arte da leggere assolutamente

Elisa Scotti · 1 mese fa · Art

Siamo alla seconda settimana di quarantena, le giornate sono ancora lunghe e bisogna trovare un modo per sfruttare il nostro tempo in maniera costruttiva. Quindi, anziché rimanere a guardare serie TV tutto il giorno, ecco una bella idea.

Vogliamo fornirvi degli strumenti per interpretare la bellezza. La storia e la critica dell’arte sono materie in continua evoluzione, sempre al passo con i cambiamenti della società. Se ne siete affascinati, se siete curiosi e volete approfondire le vostre conoscenze, questa è la lista di libri che fa per voi. 

Lo potevo fare anch’io. Perché l’arte contemporanea è davvero arte – Francesco Bonami (Mondadori 2009)

Tutti, almeno una volta nella vita, davanti a un’opera d’arte contemporanea abbiamo pensato: “Questo lo potevo fare anch’io!”. Eppure i critici ci assicurano che si tratta di capolavori, mentre i collezionisti spendono cifre da capogiro per quadri che sembrano tele imbrattate e sculture che appaiono come ammassi di rottami. Francesco Bonami ci sfida ad “assaggiare” le opere senza pregiudizi. E se è vero che nell’ultimo secolo l’arte si è evoluta al punto da essere quasi irriconoscibile, Bonami ci fa capire una volta per tutte perché non è vero che potevamo farlo anche noi.

Breve ma veridica storia della pittura Italiana – Roberto Longhi (1914)

Volume rimasto insuperabile ancora oggi per chiunque si avvicina alla materia. Tratta in maniera inopinabile ed accurata la pittura italiana da Giotto ai maestri rinascimentali. La peculiarità del volume risiede nel fatto che mette a confronto le modalità della critica del presente con quelle del passato.

Il mistero delle cose – Massimo Recalcati (Feltrinelli 2016)

In questo manuale l’arte viene interpretata ricorrendo all’utilizzo degli schemi della psicoanalisi. L’autore ricostruisce la genesi artistica di alcuni tra i più importanti artefici dell’arte contemporanea italiana. Sottoponendo le loro opere a un’attenta analisi psicologica in grado di far emergere le passioni e i turbamenti che orbitano dietro al processo della creazione artistica. In virtù di questo processo, la psicologia assume le caratteristiche di uno strumento conoscitivo per indagare l’arte e la sua creazione.

La storia dell’arte – Ernest H Gombrich (1950)

Questo è in assoluto il testo, riguardante tematiche artistiche, che gode di maggiore popolarità. Per oltre mezzo secolo ha costituito un’ineguagliata introduzione alla materia. L’opera tratta in maniera completa, la parabola esistenziale del rapporto tra essere umano e arte. Partendo dalla genesi del percorso artistico, rappresentata dalle prime testimonianze della pittura rupestre, arriva a trattare gli ultimi stravolgimenti, apportati in campo pratico e teorico dall’arte sperimentale contemporanea.

Ricordi di un collezionista – Giuseppe Panza (2006)

Giuseppe Panza. Il più grande collezionista d’arte italiano. L’uomo che per primo ha portato nel nostro paese gli artisti della pop art, del minimalismo, dell’arte ambientale e concettuale. Il grande merito di Panza fu proprio quello di farli arrivare per primo alla grande attenzione Europea, oltre che nazionale. Il testo risulta fondamentale per comprendere al meglio la storia dell’arte americana nella seconda metà del ‘900 più di qualsiasi altro manuale.

Memorie di un mercante di quadri – Joahn and Levi (Editori 2012) 

Racchiude i ricordi, scritti in prima persona, di Ambroise Voillard, il leggendario mercante degli impressionisti e di Picasso. Scaltro affarista, Voillard, ci fa rivivere l’affascinante atmosfera della Parigi della Belle Èpoque, raccontandoci una serie di curiosi aneddoti che hanno per protagonisti i più famosi artisti e collezionisti di quel periodo. Fa visita alla vedova di Manet, e torna a casa con un’intera raccolta di disegni del maestro; stringe amicizia con Renoir, Degas e soprattutto Pissarro. Rastrella lo studio di Cézanne, poi quelli di Vlaminck, Derain e Picasso; assume una posizione coraggiosa nel mercato d’avanguardia esponendo Van Gogh e Gauguin.

Marcel Duchamp la vita a credito – Bernard Marcadé (2007)

Marcel Duchamp si è sempre imposto nel paesaggio dell’arte contemporanea. Dal Futurismo al Cubismo, dal Dadaismo al Surrealismo, l’artista ha saputo lasciare una traccia consistente in ognuna di queste correnti artistiche. Può fornirci una panoramica unica dal punto di vista dell’artista che riuscì ad intrecciare abilmente la sua arte alle grandi avventure estetiche del Novecento senza mai ridursi a nessuna di esse. Se Picasso insiste nel propugnare la figura dell’artista demiurgo, Duchamp, grazie all’invenzione del ready-made, incarna invece il modello dell’artista contemporaneo ed è riconosciuto a partire dagli anni sessanta come fonte incontestabile d’ispirazione da parte delle giovani generazioni di artisti.

Arte Greca. Dal X al I secolo a.C. – Giorgio Bejor

È uno dei pochi testi i grado di fornirci un’immagine complessiva dell’arte Greca, distendendola nei vari periodi in cui essa si è articolata. Dalle opere Antiche a quelle Corinzie. Prestando particolare attenzione alle tipologie di ceramiche ed alle tecniche costruttive, che si tratti di modesti modelli abitativi ad utilizzo quotidiano fino arrivare alle maestose costruzioni religiose.

Questione di sguardi. Sette inviti al vedere fra storia dell’arte e quotidianità – Johan Bergen (1972)

Questo libro indaga una problematica fondamentale nell’ambito artistico e della sua fruizione da parte del pubblico. Siamo sempre meno capaci di vedere. Accettiamo senza fiatare le promesse della pubblicità e attribuiamo ai quadri del passato un valore che forse non possiedono. In una galassia di opere d’arte riproducibili, tecnicamente, all’infinito, ciò che rimane sono le immagini stesse: l’atto di vedere determina il nostro posto all’interno del mondo che ci circonda. Saper spiegare il fenomeno è sempre leggermente insufficiente rispetto a quello che vediamo.

Storia della bellezza – Umberto Eco (2004)

La Bellezza non è mai stata un valore assoluto bensì si è sempre rifatta al periodo storico: è stata armonica o dionisiaca, si è associata alla mostruosità nel Medioevo e all’armonia delle sfere celesti nel Rinascimento; ha assunto le forme del “non so che” nel periodo romantico per poi farsi artificio, scherzo, citazione in tutto il Novecento”. Partendo da questo presupposto, Umberto Eco ha realizzato un libro che va oltre il romanzo ma non può nemmeno essere considerato come un manuale, bensì come un vero e proprio percorso nella storia dell’arte e della cultura dal punto di vista iconografico e letterario-filosofico.

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Il tratto onirico di Jiatong Liu

Il tratto onirico di Jiatong Liu

Anna Frattini · 1 mese fa · Art

Introspezione e malinconia si intrecciano nelle illustrazioni di Jiatong Liu, illustratore cinese di base a Londra. Il suo personalissimo stile si riflette sia nei suoi disegni a mano libera che nella digital art, contrapponendo colori caldi a colori freddi. Atmosfere quotidiane e una dimensione onirica ben delineate ci catapultano nel mondo di Jiatong, contraddistinto da un tratto delicato e linee morbide. L’illustrazione, con il tempo, è diventata il mezzo di espressione di Liu, il suo personale modo di comunicare con la sua audience.

Jiatong Liu

I personaggi di Jiatong Liu – quasi sempre ad occhi chiusi – passano da scenari quotidiani, in coppia o in solitaria, fino a popolare scenari onirici. Non solo illustratore ma anche visual storyteller, Liu ha usato il blu come oggetto di ricerca in Blue Things, il libro illustrato per la sua tesi alla Kingston University. In questo progetto Liu ne racconta la storia, dai tempi in cui il blu veniva considerato un colore negativo fino ad oggi, associato alla moralità, alla purezza e alla libertà.

Ph. courtesy Jiatong Liu

Per scoprire altre illustrazioni di Jiatong Liu qui il suo profilo Instagram.

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Torna il Concorto Film Festival a Pontenure

Torna il Concorto Film Festival a Pontenure

Anna Frattini · 1 mese fa · Art

Siamo nel pieno del Concorto Film Festival, un’occasione unica per chi ama il cinema e che durerà fino al 26 agosto in un luogo speciale: il Parco Raggio di Pontenure, in provincia di Piacenza. Tutte le sere, dalle 21:00 inizia la programmazione e il Festival propone un viaggio fatto di colori, nascita e rinascita.

“Concorto Film Festival è un momento di diffusione culturale messo a disposizione del nostro territorio, di tutte e tutti coloro che amano un cinema nuovo, innovativo, multiculturale. È un’occasione di aggregazione soprattutto per le nuove generazioni che cercano un intrattenimento non banale che possa offrire spunti di riflessione sulla realtà che ci circonda. Concorto è inoltre un esempio di evento culturale davvero partecipato e condiviso, un’opportunità speciale per ragazze e ragazzi di partecipare ogni anno alla realizzazione di un festival internazionale e conoscere giovani autrici ed autori che arrivano da tutto il mondo” dice Claudia Praolini, co-direttrice artistica del Festival.

Fra i film in concorso saranno presentati tre short-film premiati quest’anno come migliori della categoria all’interno di alcuni fra i festival più prestigiosi al mondo fra cui “27” di Flora Anna Buda, Palma d’oro a Cannes, “Les Chenilles” di Michelle e Noel Keserwany Orso d’Oro alla Berlinale e “The Kidnapping Of A Bride” di Sophia Mocorrea, corto vincitore del Sundance Film Festival. Ma anche “Night Shift”, lavoro diretto da Kayije Kagame film vincitore nell’ultima edizione del Gran Premio della Giuria a Venezia, “Wild Summon” con la voce narrante di Marianne Faithfull, storica cantautrice e attrice inglese, “Bolero” di Nans Laborde-Jourdàa, vincitore della settimana della critica all’ultima edizione di Cannes e ancora “Snow In September” di Lkhagvadulam Purev-Ochir, premiato con il Leone d’Oro come miglior cortometraggio “Orizzonti” a Venezia 2022.

Il programma completo è disponibile sul sito di Concorto Film Festival e per acquistare i biglietti c’è il link Eventbrite.

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I piatti carbonizzati di Arthur Golyakov

I piatti carbonizzati di Arthur Golyakov

Collater.al Contributors · 1 mese fa · Art

Molte pizze e alcuni piatti carbonizzati, sembra questa la specialità dell’artista ucraino Arthur Golyakov. A suo parere, una base di pizza non è altro che il nuovo simulacro della nostra società. Insieme alla casualità dei suoi ingredienti si è tramutata in una realtà assordante, dove tutto si mescola e ogni gesto poetico viene assimilato e il significato si dissolve – letteralmente – nell’acido del succo gastrico.

Un punto di vista interessante che porta a un risultato sicuramente curioso: una serie di pizze all’apparenza bruciate ma in realtà colorate con una bomboletta spray. Un effetto straniante che – secondo Arthur Golyakov – ci deve far riflettere su quello che ci troviamo sotto al naso, nascosto in profondità da strati di fuliggine grassa e zucchero a velo. Più contenuti sullo spray painting su cibo – sopratutto sulle pizze – lo potete trovare qui sul suo profilo Instagram.

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Cinque opere d’arte a cielo aperto

Cinque opere d’arte a cielo aperto

Anna Frattini · 4 settimane fa · Art

Land art? Opere d’arte a cielo aperto? Sono tante le definizioni per luoghi come questi che conservano tesori talvolta nascosti. A partire dal famosissimo Cretto di Burri in Sicilia, ci dirigeremo verso il Giardino dei Tarocchi nel cuore della Toscana passando per il Labirinto di Arianna e il Parco dei Mostri di Bomarzo. Per finire, arriveremo al Giardino Sonoro di San Sperate, in Sardegna. Un viaggio nell’arte che riserverà non poche sorprese per chi ama l’arte, sopratutto se a cielo aperto.

#1 Cretto di Burri a Gibellina

Partendo da Palermo ci vuole circa un’ora per arrivare al Cretto di Burri, la prima tappa del nostro viaggio. Non solo opera d’arte a cielo aperto ma anche memoriale. Ci troviamo a Gibellina infatti, distrutta dal terremoto che colpì la Valle del Belice nel 1968. I ruderi lasciati dalla catastrofe sono stati oggetto di un intervento progettato da Alberto Burri. Realizzato tra il 1985 e il 1989 il Cretto di Burri rimane una delle opere di Land Art più interessanti sul suolo italiano.

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#2 Giardino dei Tarocchi a Capalbio

Siamo nei pressi di Capalbio, in provincia di Grosseto e qui troviamo un luogo molto particolare, ideato da una scultrice francese Niki de Saint Phalle: il Giardino dei Tarocchi. Un parco che raccoglie ben 22 sculture ispirate al mondo dei Tarocchi. La storia di questo luogo ha inizio nel 1977, anno in cui l’artista ha iniziato a costruire le sculture facendosi anche aiutare da altri scultori contemporanei. La costruzione di queste opere in acciaio e cemento, ricoperti di vetri, specchi e ceramiche colorate ha impiegato 17 anni e ad oggi è visitabile da aprile fino a metà ottobre.

#3 Labirinto di Arianna a Castel Lucio

Torniamo in Sicilia, ma questa volta a Castel di Lucio, un piccolo borgo sui monti Nebrodi in provincia di Messina. Ci troviamo davanti a un’altra opera di Land Art sita in un contesto molto particolare, quello di un vero e proprio museo a cielo aperto dove l’ideatore di questo progetto, Antonio Presti, riunì moltissimi artisti contemporanei lungo il corso di un fiume che oggi non c’è più. Nello specifico, fu lo scultore Italo Lanfredini a realizzare il Labirinto in cima a una collina poco lontana dal centro abitato. L’opera venne inaugurata nel 1989.

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#4 Parco dei Mostri di Bomarzo

Noto anche come il Sacro Bosco di Bomarzo, questo parco fu ideato da Pirro Ligorio, l’architetto che completò San Pietro dopo la morte di Michelangelo. A commissionargli il progetto fu Pier Francesco Orsini quasi 500 anni e ora il parco si trova proprio a Bomarzo, in provincia di Viterbo. Il parco si snoda su una superficie di tre ettari fra grandi statue in basalto, edifici dal carattere surreale e indovinelli che disorientano il visitatore a ogni passo. Un luogo tutto da scoprire che racchiude all’interno tartarughe giganti, mostri marini, sirene, draghi, sfingi e moltissime altre creature tutte immortalate nella pietra.

#5 Giardino Sonoro di San Sperate

Terminiamo il nostro viaggio in Sardegna, al Giardino Sonoro di San Sperate. Un luogo curioso che fin dagli anni ’60 veniva utilizzato dall’artista Pinuccio Sciola come laboratorio ma che poi diventa museo a cielo aperto nei primi anni 2000. Sciola, nel corso della sua vita, ha conservato le sue opere in questo giardino permettendo ai visitatori di poter sentire la musica emessa dalla pietra. Le opere dell’artista non sono sempre rimaste a San Sperate, ma hanno anche viaggiato in veste di veri e propri strumenti musicali arrivando anche alla Scala di Milano.

Dal Cretto di Burri a Gibellina fino al Giardino Sonoro di Pinuccio Sciola in Sardegna. Questa la traiettoria del nostro viaggio nell'arte a cielo aperto.
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