Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero

Fontastiko · 7 anni fa · Art

Oggi finalmente arrivano i nuovi episodi di Gomorra e per uno schizzatello di serie tv come me è l’equivalente di un evento con la E maiuscola.

A prescindere l’evidente cifra stilistica con cui Sollima e Co. spettacolarizzano e fomentano le nostre perversioni, mi chiedo sempre cosa ci coinvolga così tanto nella visione di un prodotto il cui canovaccio abbiamo visto e rivisto miliardi di volte.
E la risposta è sempre la stessa: la prossimità. Con noi, con i nostri disagi, con la nostra storia.

Perché qua non ci ritroviamo in piedi tra la neve a dover fronteggiare orde di Estranei o dietro le scrivanie di Washington a pianificare come essere il più grande pezzo di merda della storia.
Qua siamo esattamente a casa nostra, tra le strade che abbiamo percorso migliaia di volte e i volti che da sempre cerchiamo di tenere a distanza, nonostante questa sia l’unica cosa che non possiamo interporre tra noi e “loro”.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al - Gianni ManiaPh: Gianni Mania.

Non c’entra vivere in centro o in periferia, avere i soldi o no, tutti abbiamo una Secondigliano sotto casa e la mia, che sono catanese, si chiama Librino: figlia ripudiata di una città finto progressista e alla moda, palcoscenico dell’ultima opera di BLU, uno tra gli artisti italiani più radicali che ci sia in “commercio”. Quello degli stop motion infiniti, dei lavoroni dettagliati e dei pezzoni cancellati.

Uno che dopo aver dato una mano ai ragazzi del Teatro occupato Pinelli di Messina ed essersi schieratosi con gli abitanti di Niscemi nella lotta contro il MUOS, ha deciso di raccogliere l’invito del collettivo Res Publica Temporanea, del Teatro Coppola e del Campo San Teodoro Liberato, per dare una “mano di colore” a uno dei quartieri più controversi della città: Librino.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al Ph: BLU @ Teatro occupato PinelliMessina.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al Ph: BLU @ Teatro occupato PinelliMessina.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al Ph: BLU @ Teatro occupato PinelliMessina.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al Ph: BLU @ Teatro occupato PinelliMessina.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al 14 - NiscemiPh: BLU @ Niscemi.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al 13 - NiscemiPh: BLU @ Niscemi.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al 12 - NiscemiPh: BLU @ Niscemi.

Un enorme Etna in eruzione – ricca di riferimenti attuali e storici – la cui lava, composta da cittadini onesti, scende a valle purificando la città da tutto il marcio che la inasprisce.
Un’intera facciata – rigorosamente “illegale” – al n°6 di viale Moncada, iniziata tre settimane fa e portata a termine soltanto in questi giorni.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al 2 - ZoooPrint&PressPh: ZoooPrint&Press.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al 15 - Work in progressPh: Corrado Lorenzo Vasquez.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al 16 - Work in progressPh: Corrado Lorenzo Vasquez.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al 7 - Matteo IannittiPh: Matteo Iannitti.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al 6 - Matteo IannittiPh: Matteo Iannitti.

Opera che nonostante la caratura non è stata immune a critiche che, oltre a sottolinearne un pizzico di ovvietà, ne lamentano l’immagine violenta e un po’ populista che questa ne rappresenta sia a livello formale che storico per la città stessa.


Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al 15 - Vj Kar

Per capire fino in fondo però l’opera di BLU, dobbiamo fare qualche passo indietro, giusto 40/50 anni.

Librino è un quartiere periferico a sud ovest della città di Catania, realizzato intorno alla metà degli anni 70 per rispondere alla considerevole domanda di alloggi popolari che proveniva sia dagli abitanti espulsi dal quartiere di San Berillo Vecchio, sia dai catanesi interessati a realizzare cooperative edilizie.

Interamente edificato su ex terreni agricoli, possiede 70.000 abitanti, cinque contrade e la fama di essere, insieme a San Cristoforo, una delle due zone più malfamate di tutta Catania.

Progettato nel ’64 come distaccamento autonomo della città – con servizi, università, ospedali, centri commerciali, strutture religiose e amministrative – nel ’70 il comune decide di affidare la redazione di un Piano di Zona nientepopodimeno che al gruppo Kenzō Tange e Urtec di Tokyo.

Progetto consegnato due anni più tardi, comprensivo di aree verdi per ognuno dei vari gruppi di stabili abitativi, più la costruzione di un vasto parco di 31 ettari che nelle intenzioni doveva rappresentare l’attrazione principale delle gite fuori porta dei cittadini catanesi.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al - Progetto 6‘Lava Outflow’ – 1967 – Kenzo Tange – Architects: Ludovic Ghesquire, Maan Dagher, Jérémie Kro.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al - Progetto 7‘Lava Outflow’ – 1967 – Kenzo Tange – Architects: Ludovic Ghesquire, Maan Dagher, Jérémie Kro.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al - Progetto 8‘Lava Outflow’ – 1967 – Kenzo Tange – Architects: Ludovic Ghesquire, Maan Dagher, Jérémie Kro.

Aspettativa disattesa da subito sia per l’ignorante pigrizia catanese che individuati 4/5 punti cardini nella propria road-map il resto è “mmedda”, sia per il trascurabile dettaglio in fase di progettazione rappresentato dall’inquinamento acustico derivato dalla vicinanza del quartiere all’allora aeroporto Fontanarossa, oggi Vincenzo Bellini.

Fattore che legato ad altre problematiche di natura strutturale e amministrativa declassò l’intera zona, che col tempo finì per degradarsi favorendo l’insediamento di case popolari e cooperative edilizie; nonché, a partire dai primi anni 70, la costruzione di case abusive ai margini di quartieri confinanti a oggi parte integrante di esso.

Com’è evidente il progetto venne disatteso in diversi punti fino a essere completamente stravolto. E se inizialmente fu necessaria una variante progettuale poiché l’altezza di alcune torri previste non garantiva l’assoluta sicurezza dei velivoli in fase di atterraggio, in seguito le varianti divennero una prassi, finendo per alimentare la già massiccia edificazione abusiva e tutte le conseguenze che da essa ne derivano.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al - Palazzo di cemento 2Ph: @Kelina.

Ho avuto più di un amico che abitava la e com’è ovvio c’è tantissima gente per bene che suo malgrado si trova a dover convivere con dinamiche a lei estranee, figlie di atteggiamenti criminali e non, che se spiazzano i suoi stessi cittadini immaginiamoci uno che viene dalle Marche.

Da qui lo spaccato di BLU sui diversi aspetti che logorano e imbrutiscono la città, rappresentati a volte attraverso elementi di facile interpretazione, come la piovra con un teschio al posto del volto, uomini mascherati in giacca e cravatta o soldati, altre, attraverso icone e bizzarie più o meno latenti come l’elefante (simbolo della città), la lepre, in quanto originariamente ‘Lebrino’ – antico nome dell’area in cui sorge il quartiere – deriva proprio dal latino ‘Leporinus’ (lepre), o la limousine con cui una ragazza della zona festeggiava in quei giorni il suo pre diciottesimo, episodio che ha talmente colpito l’artista marchigiano da regalargli per l’occasione un posto in prima fila proprio davanti la colata.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al 3 - ZoooPrint&PressPh: ZoooPrint&Press.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al 4 - ZoooPrint&PressPh: ZoooPrint&Press.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al 5 - ZoooPrint&PressPh: ZoooPrint&Press.

Fortunatamente negli anni si è registrata un’inversione di tendenza che ha portato sia a un relativo miglioramento dei servizi, sia alla nascita di realtà in grado di catalizzare più frequentemente l’attenzione locale. Come il Centro Iqbal Masih che si avvale di uno spazio autogestito e autofinanziato in cui promuove incontri, laboratori e attività sociali destinate in primis a bambini e adolescenti, e più in generale a tutte le persone che abitano e frequentano il quartiere. O dal 2006, proprio al suo interno, l’Associazione Sportiva Dilettantistisca Rugby I Briganti di Librino che, insieme ad altre organizzazioni sociali e sindacali, avvia allo sport gruppi di ragazzi dai 6 ai 35 anni.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al - CSTLPh: Improvearts

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al - BrigantiPh: Paolo Ciaberta.

A questo c’è da aggiungere anche la nascita di circa trenta orti auto regolamentati, spazi auto attribuitisi da alcuni residenti del quartiere per coltivare autonomamente ortaggi e frutta, e la presenza dell’istituto scolastico ‘Vitaliano Brancati’, struttura che ospita circa 400 studenti.

Al di là del BLU oltre la soglia dentro il nero | Collater.al - OrtoPh: Sportallarovescia.

Nonostante quella di BLU non sia la prima manifestazione artistica di richiamo che si svolge nel quartiere (vedi la Porta della Bellezza o Terzocchio – Meridiani di Luce), è con molta probabilità quella mediaticamente più coinvolgente e senz’ombra di dubbio la più accattivante per tutte quelle nuove generazioni che probabilmente, quando stasera guarderanno Gomorra, penseranno di intravedere un futuro roseo in realtà molto più nero che BLU.

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Oltre Petra, la Giordania attraverso le foto di Federico Feliciotti

Oltre Petra, la Giordania attraverso le foto di Federico Feliciotti

Giorgia Massari · 4 giorni fa · Photography

Stati come il Perù, la Thailandia, l’India e la Giordania sono spesso sinonimo di vacanza per gli occidentali, Paesi in cui fare viaggi mozzafiato e di cui si conoscono solo due o tre località “da sogno”. Ma ogni nazione conserva la propria identità storica e culturale così come risvolti crudi e drammatici, spesso ignorati. È il caso della Giordania, meta turistica molto in voga negli ultimi anni e associata in primis a Petra, la suggestiva città scavata nella roccia. Ma cos’altro si conosce di questo stato arabo? Come vive il suo popolo? Ce lo racconta in esclusiva il fotografo italiano Federico Feliciotti attraverso una serie di scatti inediti realizzati in Giordania nel febbraio 2023. 

Il viaggio di Feliciotti in Giordania inizia proprio con intenzioni turistiche. Immediatamente però decide di uscire dalle zone più frequentate e scoprire le tradizioni, le abitudini e le condizioni attuali del popolo giordano.
La Giordania è stato il primo paese del medio Oriente che ho visitato. Paesaggi mozzafiato, deserto e città ferme nel tempo. Questo era quello che mi ero sempre immaginato tra una foto e l’altra nel web. Non immaginavo che fosse molto, ma molto di più.” – ci racconta il fotografo – “ad esempio, non sapevo che la Giordania ospitasse rifugiati da circa 20 anni. Parliamo di una popolazione totale composta da dieci milioni di persone, fra cui mezzo milione di siriani rifugiati.

Federico Feliciotti mette il luce gli effetti che la crisi economica e il cambiamento climatico hanno avuto sulla vita del popolo giordano. I suoi scatti racchiudono l’essenza delle persone che ogni giorno si sforzano di sopravvivere, in mancanza di acqua, di cibo e di una casa confortevole in cui abitare. Il velo di nebbia che avvolge alcune fotografie concorre nel creare un’atmosfera drammatica, in altre invece il cielo azzurro e la luce gialla del sole illuminano la composizione, evidenziando la capacità delle persone di apprezzare la vita nonostante le difficoltà. La felicità e la spensieratezza si vede sui volti dei bambini ritratti da Federico: alcuni giocano a pallone in strada, altri lo guardano divertiti.
L’alternanza emotiva che i suoi scatti propongono crea una sensazione pesante, che stringe il cuore dello spettatore, ora perso con la mente nelle lande aride e desolate della Giordania.
Federico Feliciotti è stato ospite della mostra collettiva ImageNation a New York, dal 10 al 12 marzo 2023 a cura di Martin Vegas

Oltre Petra, la Giordania attraverso le foto di Federico Feliciotti
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La quotidianità autentica delle foto di Tom Johnson

La quotidianità autentica delle foto di Tom Johnson

Tommaso Berra · 3 giorni fa · Photography

C’è qualcosa nelle foto di Tom Johnson che porta i soggetti ad essere sempre protagonisti fieri del momento immortalato. Che si tratti di progetti commerciali o di produzioni personali, il soggetti rappresentati dall’artista inglese sono sempre celebrati nella loro quotidianità e unicità.
Partito come fotografo per l’agenzia Magnum, ora Tom Johnson è un apprezzato fotografo con pubblicazioni e progetti internazionali, nei quali porta la sua predilezione per ambienti isolati come nuclei unici per i quali vale la pena raccontare storie al singolare.
Questa ricerca di imprimere storie autentiche si trasmette anche attraverso la narrazione dei momenti davanti ai quali si trova l’autore. Sul suo profilo Instagram con qualche riga ti testo è spiegato il momento in cui si è trovato davanti un buffo ragazzino con una cuffia da nuoto in testa, lo sguardo in camera di un signore che tiene in braccio un’oca finta o i passatempi di due gemelle vestite interamente di rosa.
Il movimento è senza dubbio un altro degli aspetti che non manca mai nelle fotografie di Johnson. Di questo prende l’espressività imprevista che crea nei soggetti e il momento, ancora una volta, unico, che non si ripeterà con la stessa esattezza o inesattezza, ma resterà una storia autentica.

La quotidianità autentica delle foto di Tom Johnson
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Le migliori fotografie dell’anno secondo Sony 

Le migliori fotografie dell’anno secondo Sony 

Giorgia Massari · 1 secondo fa · Photography

Tra meno di un mese, il 14 aprile 2023, a Londra inaugurerà l’annuale mostra di fotografia Sony World Photography Awards, giunta alla sua 16° edizione. Il progetto nasce da una collaborazione tra Sony e World Photography Organisation con l’obiettivo di celebrare i migliori fotografi provenienti da tutto il mondo, dagli emergenti ai professionisti. In attesa dell’inaugurazione che si terrà da Somerset House, SWPA annuncia i vincitori della categoria Open Competition, che concorreranno per aggiudicarsi il premio di Open Photographer of the Year 2023 e i cinque mila dollari in palio.
I giudici del concorso Open hanno ricevuto più di 200 mila immagini, il più alto numero di iscrizioni ricevute in sedici anni. Tra i numerosi scatti ne sono stati selezionati dieci, uno per ogni categoria stabilita. Natura e fauna selvatica, Ritrattistica, Street photography, Travel, Architettura, Lifestyle, Motion, Object, Natura morta, Paesaggio e Creatività sono i temi affrontati quest’anno.
Non dev’essere stata una scelta facile per i giudici e in particolare per Eric Scholsser, direttore artistica della Tbilisi Art Fair, giudice della competizione Open. Il risultato delle difficili scelte prese è la presenza di una varietà di stili, di luoghi e di colori che caratterizza ogni fotografia.

Tra i nomi internazionali in concorso c’è Giorgos Rousopoulous, che vince il premio per il miglior paesaggio, trasportando lo spettatore in Grecia, più esattamente nel Parco Nazionale di Pindus. Il miglior scatto Lifestyle di Azim Khan Ronnie mostra invece dei bambini di un villaggio in Bangladesh, ritratti in un momento di spensieratezza. Il premio per la categoria Architettura è vinto invece dal fotografo inglese Mark Benham con lo scatto The Silos, dai colori caldi e l’atmosfera metafisica.
Sono quattro gli scatti in bianco e nero che si aggiudicano i premi di categoria: Max Vere-Hodge con Ghosts (Viaggi), Dinorah Graue Obscura con Mighty Pair (Natura e fauna selvatica), Boris Eldagsen con Pseudomnesia (Creatività) e Andreas Mikonauschke con lo scatto Exhausted per la categoria Street Photography. Il bianco e nero si riconferma autentico e ribadisce che “una buona immagine non ha bisogno di colore”.
Sono invece preponderanti e brillanti i colori dello scatto vincitore della categoria Motion, aggiudicatosi da Zhenhuan Zhou, in cui il fotografo ritrae una cowgirl in sella a un cavallo in corsa, intento a frenare bruscamente per affrontare la curva. Dall’armonia cromatica sulla scala dei marroni è il ritratto di Charlie realizzato da Sughi Hullait (Ritratti) che racconta la storia di un gruppo di ragazzi inglesi che durante la pandemia costruirono uno skate park fai da te.
Il tema del riciclo e del rispetto ambientale è affrontato da Mieke Douglas nello scatto Recycled, vincitore della categoria Oggetto. Il suo scatto fluttuante ed etereo raffigura dei fiori fatti di carta e nastri che probabilmente galleggiano negli abissi, mettendo in luce una tematica delicata e attuale.
Il vincitore assoluto di questo concorso verrà annunciato il 13 aprile 2023 e darà il via alla mostra fotografica dell’anno, visitabile fino al primo maggio. 

Le migliori fotografie dell’anno secondo Sony 
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10 foto da vedere in attesa del Fotografia Calabria Festival

10 foto da vedere in attesa del Fotografia Calabria Festival

Giorgia Massari · 6 giorni fa · Photography

Sta tornando Fiumefreddo Photo Festival, che per il 2023 propone il tema del cambiamento, così come a cambiare è anche il Festival stesso, che sceglie come nuovo nome Fotografia Calabria Festival. Dal 21 luglio al 20 agosto 2023 infatti non sarà solo il comune di Fiumefreddo Bruzio (CS) ad ospitare le mostre fotografiche, ma anche il comune di San Lucido (CS) si unirà all’iniziativa.
I due borghi del basso Tirreno accoglieranno mostre, eventi, talk e workshop dedicati alla fotografia, ospitando fotografi italiani e internazionali che affronteranno il tema osservando l’epoca contemporanea e le sue trasformazioni. Ogni fotografo coinvolto proporrà la propria visione di cambiamento, secondo sfumature differenti. Per scoprire meglio il primo festival dedicato alla fotografia in Calabria Collater.al ha selezionato 10 fotografie che saranno presenti all’evento.

Il cambiamento viene inteso dalla fotografa argentina Gabo Caruso come trasformazione del corpo, affrontando il tema dell’identità di genere attraverso la storia di transizione della piccola Cora. Anche Arianne Clément, fotografa inglese, approfondisce il concetto di cambiamento legato al corpo, fotografando corpi nudi femminili di diverse generazioni, concentrandosi in particolare sulle figure anziane.

Calabria Photo Festival | Collater.al
Gabo Caruso – Cora’s Courage
Calabria Photo Festival | Collater.al
Arienne Clément – The Art of Aging (2)

Klaus Pichler mette in luce gli effetti devastanti che gli interessi economici e gli interventi di ingegneria genetica stanno provocando alla biodiversità. Sulla stessa scia, il collettivo Climate Visuals evidenzia le conseguenze del cambiamento climatico attraverso il progetto Ocean Visuals, una raccolta di immagini su oceani e coste.
Dal punto di vista sociale, il cambiamento è evidenziato dalle nuove generazioni e dalle tecnologie che ne modificano le strutture. Ne parlano il fotografo tibetano Xiangyu Long, concentrato sulla globalizzazione provocata dai social media, e la fotografa inglese Laura Pammack che invece evidenzia i parallelismi tra i giovani che vivono in luoghi opposti del mondo.

Legato al territorio è invece il progetto Far South di Michele Martinelli, così come il progetto site-specific del collettivo Vaste Programme di Giulia Vigna e Leonardo Magrelli.
In questa seconda edizione del Fotografia Calabria Festival parteciperà anche l’Archivio Luce – Cinecittà, con la sua prima mostra in Calabria dal titolo Anni Interessanti, per raccontare gli anni di cambiamento sociale, economico e culturale del nostro paese dal 1960 al 1975.

Calabria Photo Festival | Collater.al
Xiangyu Long – TikTok in Kham
Calabria Photo Festival | Collater.al
Laura Pannack – Island symmetries
10 foto da vedere in attesa del Fotografia Calabria Festival
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