Settembre 2011, 54 Biennale di Venezia, Padiglione italia. Staziono, in piedi, da circa 20 minuti davanti a Metro, una sorprendente opera di Alessandro Gallo, non posso abbandonarla senza prima entrarci dentro e percorrervi una breve tratta della Northern Line di Londra. Cosi divento un pacato osservatore che associa i passeggeri del vagone a svariati animali.
Ad un tratto mi rendo conto di essere un koala, attento ma assonnato dallo sguardo anonimo e penso a quanto noi individui siamo connessi agli animali e quanto un romantico amante assomigli ad un gallo, una tenera vecchia a una capretta e uno scaltro broker a un serpente. Gallo dice: “Il camaleonte che, cambiando colore della pelle e potendo vedere a 360° grazie ai suoi occhi indipendenti. può rappresentare un predatore attento e opportunista”
Gli animali si spiegano da soli, creano dirette e immediate associazioni in chi li osserva. Alcuni hanno una storia culturale precisa. Lasino per esempio è cocciuto per antonomasia, laquila nobile, il maiale ingordo e lussurioso. Altri hanno comportamenti e istinti meno codificati ma altrettanto emblematici. In qualche modo quindi li uso come caricature ironiche di noi stessi, espressioni visibili di caratteristiche interiori
Direi che Alessandro Gallo sia stato una piacevole scoperta di cui valeva la pena approfondire la conoscenza. Nonstante associare gli animali agli uomini non sia cosa nuova nell’arte, egli riesce a rendere il tutto molto attuale, strappando sorrisi e anche profonde riflessioni sull’uomo e la società/zoo.
Buon viaggio.