L’uso di Computer Generated Imagery non è una pratica nuova all’industria della moda. A partire dal 2013, brand di lusso come Givenchy e Louis Vuitton hanno iniziato a includere modelli virtuali nei casting delle loro campagne.
Quest’anno, per la presentazione della collezione Pre-Fall 2018, Balmain ha lanciato una campagna pubblicitaria che vede protagonisti tre modelli virtuali di etnie diverse firmate Cameron-James Williams (creatore di Shudu, la prima supermodel digitale di colore), aprendo un dibattito sui valori e i canoni bellezza trasmessi nell’industria.
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Di recente, anche Balenciaga si è unito al dibattito, grazie ad una campagna Instagram all’insegna della distorsione della realtà. Già la sfilata di settembre, per la presentazione della collezione SS19, ci aveva catapultato in una realtà virtuale senza tempo, fatta di un tunnel di schermi che avvolgevano il pubblico con immagini high-tech (per saperne di più leggi qui). Portando avanti il cambio di direzione, futuristico e nostalgico, lanciato da Demna Gvasalia, Balenciaga propone un casting tutto virtuale per la sua ultima campagna Instagram.
I video apparsi sui social mostrano render digitali di modelli in 3D, rigorosamente in stile Balenciaga, contorcersi in un modo che sfida le leggi dell’anatomia umana.
La campagna è opera dell’artista di origini Turche Yilmaz Sen, che ha lavorato al progetto per un mese a fianco della stylist Lotta Volkova. L’artista è stato contattato dall’azienda quest’estate, che mostrando interesse per alcuni sui lavori, ha proposto una collaborazione che fosse un punto d’incontro tra il lavoro di Sen e l’estetica del brand. Il giovane artista, che oggi vive a Copenaghen, ha un trascorso accademico nell’industrial product design al Mimar Sinan Fine Arts University di Istanbul e ha imparato l’animation e motion design da autodidatta.
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Le reazioni al post sono state, ancora una volta, contrastanti: c’è chi ha definito il post originale e innovativo, e chi lo ha trovato strano e sgradevole. Come l’artista stesso fa notare in un’intervista con Dazed & Confused:
“È inusuale creare qualcosa che non ha connessione con la realtà. Allo spettatore comune potrebbe risultare spaventoso perché prendi qualcosa di realistico e poi lo rendi strano, astratto e non identificabile”
Il confronto con modelli virtuali creati ad hoc è l’ultima sfida proposta dall’industria della moda, che ha suscitato non pochi interrogativi sul tipo di messaggio e gli ideali di bellezza innaturali proposti. Nel 2013, Louis Vuitton aveva disegnato i costumi all’avatar del cantante giapponese Hatsune Miku, che vanta collaborazioni con Lady Gaga e Pharrell. A maggio 2016, Givenchy di Riccardo Tisci ha disegnato un abito haute couture per l’influencer, e nello stesso hanno è stato postato il primo selfie di Lil Miquela, a cui ora tiene compagnia il guru dello streetwear Lawko. Molte le modelle che hanno preso parte al dibattito aperto sull’utilizzo di modelli virtuali, trovando scoraggiante l’idea di dover competere con ragazze immaginarie e chiedendosi quale impatto avrà questa tecnologia sulle loro carriere.
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Nel caso Balenciaga, ad ogni modo, i modelli rappresentati corrispondono ai canoni dei casting precedenti e la campagna sembra solo continuare sull’onda dell’esagerazione e distorsione della realtà intrapresa da tempo dal brand.
Testo di Enrica Miller