Negli scatti colorati, gioiosi e gender fluid della campagna Spring 2022 di Jacquemus, con protagonista il rapper portoricano Bad Bunny, sembra esserci un chiaro riferimento, o magari un vero e proprio omaggio, a uno degli shooting più iconici, impattanti e controversi degli ultimi 30 anni, quello dedicato a Brad Pitt e scattato dal fotografo americano Mark Seliger per Rolling Stone nel 1999.

Facciamo subito una premessa. Ho utilizzato la parola “controverso” semplicemente perché, all’epoca della pubblicazione dello shooting ci fu una levata di scudi a proposito della contrapposizione tra la mascolinità fisica di Pitt e i vestiti e accessori tipici della moda femminile.
Alla fine degli anni ’90 il concetto di fluidità e il desiderio di superare certe convenzioni legate al genere, non erano proprio temi su cui la moda e la società provavano a interrogarsi. Poche figure di spicco provavano a ribaltare lo status quo – vedi Dennis Rodman di cui abbiamo parlato qui.

La storia dietro l’ormai famigerato shooting di Rolling Stone è peculiare e visto il chiaro richiamo nell’ultima campagna di Jacquemus, ho deciso di raccontarla mettendo insieme i pezzi di una storia non molto conosciuta.
Nel 1999 Mark Seliger era chief photographer di Rolling Stone – ha ricoperto la carica dal 1992 al 2002 – e a inizio anno Seliger e Pitt si incontrano nell’atrio dello Chateau Marmont di Los Angeles.

I due avevano già lavorato insieme svariate volte e Pitt, sempre molto coinvolto da un punto di vista creativo sui suoi lavori, dice a Seliger: “Ho un’idea davvero strana”.
“L’idea strana” di Pitt era quella di indossare principalmente vestiti, ma anche accessori, tipicamente da donna ma non come se fosse un travestimento, ma come se fosse un alieno venuto da un altro pianeta incurante dei pregiudizi e inconsapevole dei commenti che sarebbero sicuramente scaturiti dopo la pubblicazione del servizio.

Pitt ai tempi aveva da poco concluso le riprese di Fight Club di David Fincher uscito nel settembre del ’99 (lo shooting venne realizzato un mese dopo), in cui interpreta l’alter ego del personaggio/protagonista di Edward Norton, Tyler Darden. Per il film Pitt aveva lavorato molto sul suo corpo – così come Norton – aumentandone la struttura praticando boxe, taekwondo e il wrestling, rasandosi i capelli e facendosi scheggiare apposta gli incisivi dal suo dentista, per risultare più credibile nel ruolo. Questo look avrebbe di certo fatto a cazzotti (abbiamo pur parlato di Fight Club no?) con l’idea di Pitt di vestire abiti prettamente femminili e questo piacque molto anche a Seliger.
Nell’intervista che ha poi accompagnato lo shooting, Pitt ha dichiarato che voleva presentarsi come “un’alternativa alla vita moderna” e, a proposito dei look scelti ha aggiunto: “Non c’è niente di cui parlare. Non potevo mettermi lì e fare di nuovo il bel ragazzo…Penso che quei vestiti fossero dannatamente belli. Sinceramente, non so cosa diavolo stessi facendo. Mi sentivo semplicemente meglio di qualsiasi altra cosa”.

I media tradizionali non accolsero benissimo gli scatti di Seliger, vennero derisi senza mezzi termini. Un atteggiamento che ben fotografa la situazione in quel determinato periodo storico e che ci aiuta a capire quanta strada ci sia ancora da fare tuttora per abbattere definitivamente i preconcetti e gli stereotipi legati al genere di cui oggi davvero non abbiamo proprio più bisogno, superati a gran velocità dalla consapevolezza e dall’apertura mentale delle nuove generazioni.
A distanza di 23 anni, quel meraviglioso servizio fotografico di Mark Seliger con protagonista Brad Pitt, assume un valore totalmente diverso e rispecchia in modo quasi clamoroso la contemporaneità.
Fu uno squarcio temporale che si affacciava sul futuro mentre tutti erano ancora impegnati a guardarsi le punte dei piedi.
