5 canzoni da Oscar e perché dovrebbero vincerlo

5 canzoni da Oscar e perché dovrebbero vincerlo

Claudia Maddaluno · 4 anni fa · Art

Mancano poche settimane alla cerimonia di premiazione più attesa nel mondo del cinema: la 91esima edizione degli Oscar si terrà nella notte del 24 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles.

Quella del 2019 sembra essere una cerimonia un po’ sui generis: dopo 30 anni non ci sarà alcun presentatore ufficiale e, negli ultimi giorni, si è deciso che, non due, ma tutti i brani in gara saranno presentati live durante lo show.

Nella categoria delle migliori canzoni originali la giuria dovrà votare tra “Shallow” di Lady Gaga e Bradley Cooper per il film A Star Is Born, “All The Stars” di Kendrick Lamar feat. SZA per Black Panther, “I’ll Fight” cantata da Jennifer Hudson in RBG, “The Place Where Lost Things Go”, interpretata da Emily Blunt per Il ritorno di Mary Poppins e “When A Cowboy Trades His Spurs for Wings”, nella soundtrack del western La ballata di Buster Scruggs.

Qui di seguito vi diremo perché ognuno di questi cinque brani dovrebbe vincere l’Oscar 2019.

Shallow – A Star Is Born

Il primo singolo della colonna sonora di A Star Is Born, il film diretto da Bradley Cooper, è stato scritto da Lady Gaga insieme a Mark Ronson, Andrew Wyatt e Anthony Rossomando.
Si tratta di una super ballatona dal gusto nostalgico e disperato in perfetto stile-Gaga: due strofe – spannung – ritornello che sintetizzano l’altalena di emozioni gentilmente offerta dalla pellicola.

Dovrebbe vincere l’Oscar perché
A parte il fatto che quei primi accordi di chitarra ci fanno pensare subito a “When You Say Nothing at All” di Ronan Keating e quindi a Notting Hill, che è un film che portiamo nel cuore dal 1999.
“Shallow” dovrebbe vincere perché ha fatto schizzare al numero uno in classifica Billboard 200 l’album della soundtrack del film e poi perché, stando alle sue dichiarazioni, il brano sarebbe uno dei più autentici mai scritti da Gaga. Così autentico da spezzarle la voce in uno dei suoi ultimi live a Los Angeles.
Speriamo che l’emozione giochi questi scherzi bellissimi anche durante la cerimonia di premiazione.

All The Stars – Black Panther

Traccia magistrale di un album magistrale di un film un po’ meno magistrale.
Tutto merito di Kendrick Lamar che ha curato la soundtrack del film della Marvel ottenendo uno strepitoso successo commerciale: “All The Stars”, brano che vede la collaborazione di SZA, ha raggiunto più di 400 milioni di stream nel 2018 e ottenuto 4 nomination ai Grammy Awards 2019.
Vi sarà capitato di sentirla in radio giusto un paio di volte.

Dovrebbe vincere l’Oscar perché

Perché il rapper di Compton lo merita sul serio. È stato il primo musicista non classico a vincere il Premio Pulitzer per la musica nel 2018 con il suo album DAMN. e Black Panther dovrebbe essere il manifesto definitivo della cultura afro-americana affisso sul monte di Hollywood.

I’ll Fight – RBG

RBG è un film documentario diretto e prodotto da Betsy West e Julie Cohen incentrato sulla vita della giudice Ruth Bader Ginsburg, ironicamente soprannominata dagli americani Notorious RBG. Come un’icona pop, questa donna è diventata famosa a partire dagli anni ‘60 per le sue lotte in difesa dell’uguaglianza di genere.
Il brano candidato agli Oscar si intitola, non a caso, “I’ll Fight” ed è stato scritto da Diane Warren. Ad interpretarlo è la voce super classica di Jennifer Hudson.

Dovrebbe vincere l’Oscar perché
Il 2018 è stato l’anno in cui si è sentito più forte il grido dell’uguaglianza di genere. La vittoria di “I’ll Fight” sarebbe l’emblema di un preciso momento storico molto più attento alla voce femminile.

The Place Where Lost Things Go – Il ritorno di Mary Poppins

La colonna sonora del film Disney Il ritorno di Mary Poppins è stata composta da Marc Shaiman e Scott Wittman. A far cantare la celebre tata dopo bene 54 anni è la voce di Emily Blunt che si sposa perfettamente alle magiche composizioni della soundtrack.
Con una sensibilità che ci spacca il cuore “The Place Where Lost Things Go” parla di tutte le cose che abbiamo perduto ma che resteranno per sempre:
Do you ever dream
Or reminisce
Wondering where to find
What you truly miss
Well maybe all those things
That you love so
Are waiting in the place
Where the lost things go

Dovrebbe vincere l’Oscar perché
Mary Poppins ha vinto nel 1964 e il sequel potrebbe continuare la fortunosa tradizione. A parte questo, la vittoria agli Oscar per la miglior canzone è già di suo un Classico Disney.

When A Cowboy Trades His Spurs for Wings – La ballata di Buster Scruggs

La ballata di Buster Scruggs dei fratelli Coen è un western pazzesco che puoi vedere su Netflix. Il film si compone di sei episodi che narrano le amare vicende tratte dal libro La ballata di Buster Scruggs e altre storie della frontiera americana con una soundtrack che guarda alla tradizione cantautorale country. “When A Cowboy Trades His Spurs for Wings” è stata scritta da David Rawlings e Gillian Welch ed è interpretata da Willie Watson e Tim Blake Nelson: sul finale del primo degli episodi, ci ritroviamo ad ascoltare una melanconica ballata che accompagna a consacrazione ultra-terrena la memorabile scena diretta dai Coen.

Dovrebbe vincere l’Oscar perché
La piattaforma di streaming Netflix ha ancora pochi altri traguardi da raggiungere. L’Oscar per la miglior canzone è uno di questi.

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Com’è andato il MI AMI 2023

Com’è andato il MI AMI 2023

Anna Frattini · 3 giorni fa · Art

Siamo stati alla diciassettesima edizione del MI AMI all’Idroscalo di Milano fra veterani del festival e nuovi arrivati insieme a molte sorprese. L’appuntamento di quest’anno è stato lanciato come una vera e propria caccia la tesoro per l’unitissima community del festival. Il MI AMI rivendica anche quest’anno la propria vocazione come motore di cose nuove, accelleratore di incontri ed esperienze.

Una line-up infinita e costellata di artisti appartenenti a generi diversissimi fra cui i Verdena, L’Officina della Camomilla ma anche Ginevra con il suo pop elettronico. Imperdibili le performance di Lovegang126, Giuse The Lizia e Drast venerdì e Coez, Nayt e Mecna insieme ai Coma Cose e Fulminacci nella giornata di sabato insieme a Rondodasosa, per la sua prima data italiana dopo le controversie. Ci sono stati anche degli ospiti a sorpesa fra cui gli Ex Otago la prima sera, Willie Peyote sul palco con Fulminacci e Coez e Frah Quintale sul palco Dr. Martens.

Per altri scatti dal MI AMI qui il loro profilo Instagram.

Ph. courtesy Andrés Juan Suarez

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Richie Culver: il cinismo è arte?

Richie Culver: il cinismo è arte?

Giorgia Massari · 3 giorni fa · Art

Con soli 8 euro in tasca, il giovane diciassettenne Richie Culver lascia la sua casa a Hull, un paese nel Nord dell’Inghilterra, per inseguire la sua ragazza dell’epoca a Londra. Da qui ha inizio la sua carriera da artista, mosso dall’amore e senza alcuni studi artistici alle spalle.
Culver inizia a fare arte tra le strade e poi, inaspettatamente, la sua opera “Have you ever really loved anyone?”, un collage con un ritaglio di Jesse Owens, venne esposta alla Tate Modern di Londra durante una mostra collettiva. Richie Culver ora ha 44 anni ed espone le sue opere in tutto il mondo, riscuotendo grande successo grazie soprattutto alle sue frasi schiette e crude, scritte su tela

Richie Culver | Collater.al

La sua poetica ruvida proviene dal suo passato e le frasi sono spesso auto-biografiche. Richie Culver nasce da una famiglia di classe operaia, in un ambiente disilluso che influisce in modo preponderante sui suoi pensieri e di conseguenza sulla sua arte. Dalle sue frasi è evidente la sua lotta nei confronti del sistema di classi e della mascolinità contemporanea.
Le sue frasi ciniche conservano un umorismo oscuro e diventano universalmente comprensibili. Con la loro semplicità e attingendo dai luoghi comuni, fortemente combattuti dall’artista, le frasi di Culver sono in grado di comunicare con qualsiasi persona, di ogni provenienza e classe sociale. 

Richie Culver | Collater.al

Tra ironia e cinismo, Richie Culver si schiera contro la tecnologia e in particolare contro il mondo dei social. Emblematica è l’opera controversa “Did U Cum Yet?”, una delle sue classiche scritte a spray su tela, che diventò immediatamente virale su Instagram. In quanto l’opera stessa è una critica all’uso smoderato dei social, in cui l’artista paragona l’atto della masturbazione al bisogno di nutrire il proprio ego postando la propria arte su Instagram, Culver decide di distruggere l’opera originale. Realizza però un libro che contiene tutti gli screenshot dei commenti in risposta al pezzo, per lo più critiche.

Richie Culver | Collater.al

Oggi Richie Culver è un artista eclettico. La sua pratica spazia dalla pittura, alla scultura, alla fotografia e alla performance digitale. Attualmente la sua carriera è rivolta in particolare alla musica. I suoi pezzi audio diventano una continuazione dei suoi dipinti, oscillando tra musica e poesia.  

Courtesy Richie Culver

Richie Culver: il cinismo è arte?
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Il mondo subacqueo di Jason deCaires Taylor

Il mondo subacqueo di Jason deCaires Taylor

Anna Frattini · 2 giorni fa · Art

Jason deCaires Taylor è uno scultore, ambientalista e fotografo professionista impegnato nella costruzione di musei e parchi di sculture subacquei. I temi trattati da Taylor riguardando l’emergenza climatica, l’attivismo ambientale e la capacità rigenerativa della natura.

Rimanendo sott’acqua, le sculture dell’artista si trasformano e con il passare del tempo forniscono un nuovo habitat per la fauna e la flora marina. Il tutto realizzato con cemento durevole, in grado di fornire una piattaforma stabile che consente ai coralli di attaccarsi e crescere. L’unicità di queste sculture subacque si concentra sul rapporto fra arte e ambiente che si interseca con questioni sociali, come la preoccupante condizione dell’ecosistema marino destinata a ripercuotersi sulla vita dell’uomo. L’intenzione di Taylor è di far riflettere gli spettatori su queste tematiche, offrendo un punto di vista diverso per un futuro migliore anche sott’acqua.

La prima scultura di Taylor, Il Corrispondente Perduto – realizzata in collaborazione con un biologo marino e un centro di immersioni locale – è stata posizionata al largo delle coste di Grenada, in Giamaica, un’area distrutta dall’uragano Ivan. La scultura si è rapidamente trasformata e col tempo vi sono stati aggiunti altri elementi, ben 26 alla fine. Così è nato primo parco di sculture sommerso al mondo. Da questo momento in poi, i progetti di Taylor sono diventati sempre più ampi fino al giardino sommerso di Lanzarote. Dal 2009 i siti subacquei realizzati dall’artista sono quasi una ventina in giro per il mondo e i visitatori oltre mezzo milione.

Il Museo Atlántico di Lanzarote, a circa trecento metri dalla costa e a dodici metri di profondità, ospita un’esposizione di oltre 250 statue che raffigurano, a grandezza naturale, alcuni abitanti dell’isola selezionati da James deCaires Taylor, ormai pioniere di questa nuova frontiera ambientalista nel mondo dell’arte.

Per scoprire gli altri progetti di Jason deCaires Taylor puoi visitare il suo profilo Instagram.

Ph. courtesy Jason deCaires Taylor

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La urban culture secondo Lugosis

La urban culture secondo Lugosis

Anna Frattini · 2 giorni fa · Art

Luca Lugosis – a.k.a. Lugosis – è un tatuatore, street artist e artista italiano che ha collaborato con brand del calibro di Dr. Martens, Market, Nike e molti altri. La sua poliedricità rielabora la urban culture in una chiave strettamente personale, legatissima alla scena milanese.

Ora attivo su Berlino, viaggia per il mondo alla ricerca di nuovi stimoli e ispirazioni. D’altro canto, Milano rimane un luogo molto importante per Lugosis, partendo dalle suggestioni metropolitane fino alla community che si è costruito con il tempo.

I personaggi ideati da Lugosis si muovono con agilità fra tatuaggi, illustrazioni e graffiti e raccontano i suoi pensieri e la sua percezione del mondo. Fra personaggi strampalati e weirdos, la poetica di Lugosis ricompensa l’anti-convenzionale senza pregiudizi. In definitiva, la cultura suburbana e l’estetica dei cartoon millennial sono di grande ispirazione per l’artista.

Ora, ripercorriamo alcune delle collaborazioni più interessanti dell’artista. Da quella per Nike con t-shirt e felpe dove Lugosis reinventa il classico logo a quella più grafica con Dr. Martens, portata avanti insieme a Strato. Anche per Carhartt i due artisti hanno collaborato insieme nel 2021 nello store del brand a Weil am Rhein in Germania, il tutto curato da Colab Gallery.

Ph. courtesy Lugosis, Colab Gallery, Dr. Martens, Nike

Per tutti gli altri progetti di Lugosis qui il suo profilo Instagram.

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