La Design Week quest’anno ha fatto All-Inn giocando tutto il giocabile e sbancando con un +26% di presenze rispetto all’anno passato. Trovare i migliori progetti tra tutti quelli che sono proliferati in maniera incontenibile durante questa settimana non è stato facile. Una matriosca di eventi infinita in una Milano in versione clima caraibico dove solo il superpotere dell’ubiquità ci avrebbe permesso di poter visitare tutto.
Di seguito trovate il nostro report diviso per le categorie che ci sono sembrate più salienti.
L’evento più bizzarro
In un ex zona industriale è andato in scena un vero e proprio Funeral party con sottofondo di Bach e diversi musicisti distesi dentro a bare colorate ed essenziali riadattabili a cassapanche (collezione Potalove) che hanno intonato alcuni pezzi dei Depeche Mode seguiti da Rosalba Piccinini, l’ideatrice dell’evento, che ha cantato ”Lascia che io pianga” di Handel. Un Design oltre la morte …il che è tutto dire.
Il Secret Party
Natura completamente diversa per la festa segreta di Studiopepe con Club Unseen: un progetto raffinato, Avant-garde e di ispirazione cinematografica allestito in un ex magazzino del 1800 in Piazza tricolore e pensato nei minimi dettagli: un tatuaggio concettuale trasferibile come timbro per entrare, maggiordomi, drink, musica ricercata ed un bar in stile Black Mirror. La caratteristica principale del club è stata un’installazione sulla preparazione dei cocktail concepita per mettere l’accento sui gesti del mixologist; il bar è diventato un palcoscenico in cui veniva recitata l’arte del “Made by hand” attraverso un’apertura orizzontale teatrale che incorniciava le mani dei bartender.
Gli Evergreen
Galleria Nilufar e Dimore Studio si confermano meravigliose riscoperte. Nella prima ci ha colpito il temporary nightclub progettato da India Mahdavi, Chez Nina, dedicato alla fondatrice della galleria Nina Yashar che ci ha deliziato la vista con una combinazione di divanetti multicolor in velluto dalle forme sinuose, muri geometrici di seta, pezzi vintage ed uno scenografico pavimento.
Emiliano Salci e Britt Moran di Dimore Studio invece ci hanno sorpreso con Transfer: un’installazione consistente in tende che ricordavano i viaggiatori nelle loro diverse atmosfere: La via della seta, Il campeggio italiano, La Spiaggia della costa azzurra, L’Harem arabo, La Stanza di una medium. Le tende sono state poste al centro di stanze oscure dove i visitatori potevano scrutarne l’interno attraverso delle finestrelle che facevano da faro nelle tenebre. Ogni spazio aveva un proprio profumo ed una propria colonna sonora e all’interno di ogni tenda c’erano pezzi di collezioni passate e presenti combinati con oggetti intimi. Ne è valsa l’interminabile coda all’ingresso.
Top Bar e Rooftop
Una delle installazioni al neon più instagrammate di questo Fuorisalone è stata sicuramente quella al Bar Anne, allestito al Museo Diocesano e realizzato dagli Olandesi di Space Encounters per Children of the light dove era possibile ballare all’interno di arcate di luce colorate di cui non si vedeva la fine ma anche rilassarsi nel prato adiacente. Per il Rooftop più festaiolo abbiamo scelto quello di Floristeria nel cuore di Ventura Lambrate: un ambiente post industriale con vista sulla città e vari dj set.
La Novità
La novità di quest’anno è stata FuturDome in Loreto. Il restauro del palazzo liberty in cui gli ultimi futuristi usavano incontrarsi è stato un esperimento che ha coniugato restauro conservativo ad arte ed ha connesso autori, artisti, studenti ed aziende in un percorso progettuale inedito. Interessanti i progetti di arte contemporanea delle diverse facoltà di design dedicati a svariati temi tra cui il futuro della specie umana. Il giro all’adiacente a Le Dictateur era d’obbligo ; qui Federico Pepe e Patricia Urquiola hanno presentato Don’t treat me like an object un progetto di realtà virtuale nel quale: ‘’ Gli oggetti smettono di essere solo materia e forma e funzione e si riconfigurano come entità dotate di sentimenti, capacità predittive, interattive ed empatiche’’.
Le premiate
Tra le installazioni premiate la nostra preferita è stata The Diner di David Rockwell a Ventura Centrale che ha vinto ‘’Best Engagement’’ alla Milano Design Award: “Per la qualità dell’ambiente ricreato e per il tipo di coinvolgimento proposto che suggerisce un viaggio spazio/temporale estraniante e suggestivo“.
Gli altri vincitori sono stati :
”Best Technology” – Transition di Panasonic:“Per la capacità del progetto di restituire un’esperienza di tecnologia tanto intangibile quanto unica e rilevante, avvolgendo il visitatore e proponendo un’orchestrazione sensoriale di straordinario impatto”
”Best Sustainibility” – 3D Housing 05 by Massimiliano Locatelli di CLS con Italcementi, Arup e Cybe: “Per aver proposto una soluzione concreta e sostenibile nel progetto architettonico in un perfetto equilibrio tra qualità materica ed esperienza emozionale“.
”Unicorn” – Giants con Dwarf di Stephan Hurlemann per Horgenglarus: “Per l’intuizione coraggiosa nel proporre un’interazione fisica, arcaica e divertente, dando un’anima a un archetipo del design come la sedia“
”Best Playfulness” – Hidden Senses di Sony Design: “Per la riscoperta dei sensi attraverso le infinite interazioni con gli oggetti d’uso quotidiano, trasformati in sofisticate opportunità di gioco e “magie”, dove finalmente la tecnologia non fa più paura”
”Milano Design Award 2018″- Monster Cabaret di Lasvit: “Premio all’installazione che meglio interpreta la contemporaneità progettuale e la visione concettuale futura”