Ci sono cose che solo un siciliano può capire.
Una per esempio è che la pasta al forno si fa con gli anelletti, quelli che tua nonna faceva sempre la domenica a pranzo, quelli in cui infilavi le dita da bambino e giocavi finché non arrivava il primo MACCHISSì PAGGHIOLU?
Un’altra è che la melanzana fritta è una panacea a tutti i mali del mondo, che non c’è cosa più sexy di una signora in grembiule davanti alla padella che sfrigola ed emana quell’odore di buono che sa di famiglia, di calorie infinite, di amore.
Un’altra ancora è che il vero street food non sono le patatine nel conetto di carta che adesso tanto spopolano a Milano e dintorni, ma calia e simenza, in quelle buste di carta dove tutti infilano le mani per prendere quei semini così gustosi che ti si incastrano tra i denti, ma ti piacciono lo stesso.
Il cibo è una cosa seria in Sicilia. Non si scherza con la cassata.
Per Georgia Calderone, fotografa italo-americana autrice di Sicilian Food as Pantone, il cibo siciliano è una cosa talmente seria che ha deciso di raffigurarlo nel modo che più rappresenta il suo lavoro, il PANTONE. Grazie alle sue foto gli elementi simbolo della cucina siciliana diventano rappresentazioni del colore stesso nella sua forma più pura fino a costituire il paradigma del colore, ma anche del cibo.
Non c’è cosa più seria di un cannolo con la ricotta.