Protesi, animali imbalsamati, costumi e rifiuti, maschere e fondali dipinti.
Ione Rucquoi non è soltanto una fotografa e le sue non sono semplici fotografie.
Le sue opere colpiscono in modo a volte scomodo e disarmante, sfidano lo spettatore. Ogni immagine viene catturata attraverso la fotografia, ma i suoi soggetti sono come personaggi su di un palcoscenico, e la scena evoca una narrazione, incoraggia l’immaginazione. Le immagini sono bizzarre, piene di tensione, e allo stesso tempo quasi classiche, rinascimentali nella composizione e nella tensione drammatica.
I suoi temi comprendono la psicologia femminile, le relazioni, la sottomissione, la sessualità, gli istinti primordiali, la fertilità, la nascita e la morte. La sua intenzione è di provocare, intrigare e innervosire. Il trucco e gli accessori sono elementi chiave. Le fotografie sono multistrato, ognuna con il suo fondale dipinto a mano, costumi e protesi curati meticolosamente. Ione esamina i riti fondamentali di passaggio esplorando questi cambiamenti a volte con franchezza altre con umorismo o con violenza. Le sue rappresentazioni sono esagerate, distorte e surreali, giocose e brutali.
Le sue opere ci disturbano e ci attraggono, come solo l’arte viscerale e onirica sa fare.