I make spaces that apprehend light for our perception, and in some ways gather it, or seem to hold it my work is more about your seeing than it is about my seeing, although it is a product of my seeing. James Turrell
James Turrell è un artista americano pioniere dell’arte ambientale. Da oltre mezzo secolo dedica la sua vita allo studio delle modalità di percezione umana della luce in ambienti controllati o in condizioni di alterazione percettiva.
Lampiezza e la singolarità delle sue ricerche, la potente dimensione spirituale insita nella sua opera ambiziosa fanno di Turrell una personalità unica nel panorama dellarte contemporanea mondiale, nonché uno dei maggiori esponenti del Light and Space, movimento nato in California negli anni Sessanta, fra i primi a liberare la luce dal suo supporto per farne unopera darte.
His work is not about light, or a record of light; it is light the physical presence of light made manifest in sensory form. Calvin Tompkins, New Yorker critic
Turrell nasce e cresce in California da una famiglia quacchera di origine franco-irlandese. Da giovane colleziona migliaia di ore di volo, ottenendo il brevetto di pilota aereo a soli sedici anni. Ciò permetterà al futuro artista di fare del cielo osservatorio privilegiato delle gradazioni di luce.
Nel 1968, con l’artista Robert Irwin e lo psicologo della percezione Edward Wortz, partecipa al programma Art & Technology finanziato dall’Università della California e dall’Agenzia Garrett Aerospace Corporation. In questa occasione Turrell osserva da vicino i fenomeni di deprivazione sensoriale degli astronauti in missione in orbita e perfeziona lo studio dei campi luminosi omogenei, i cosidetti Ganzfeld.
Il termine tedesco Ganzfeld (in italiano ‘campo totale‘) indica in psicologia una tecnica di deprivazione sensoriale che descrive il fenomeno della perdita totale di percezione della profondità. Sulla base di questi studi, Turrell riproduce artificialmente lo stesso spazio esperienziale. Per mezzo di un dispositivo che permette un uso controllato della luce, di angoli arrotondati e di un piano inclinato, darà vita a dei veri e propri ambienti sensoriali, in cui la luce appare come sostanza generatrice di spazi.
Della tradizione quacchera, setta protestante che rifiuta ogni genere di rappresentazione, Turrell farà propria l’idea di una ricerca della luce interiore.
Non ci sono immagini nel mio lavoro, la rappresentazione non mi interessa. Sono interessato dalla visione interiore come rivelazione.
Il punto di congiunzione fra visione interiore e sguardo sul mondo diviene metafora del suo primo progetto seriale intitolato « Skyspaces », perfette alchimie di spazio e luce fra terra e cielo. Si tratta di stanze aperte al cielo tramite un’apertura quadrata ricavata sul soffitto. Attraverso questa i visitatori possono osservare le variazioni e gradazioni di colore che si susseguono dal tramonto all’alba.
Turrell non abbandona lo studio sulla luce. Servendosi di proiezioni di luce artificiale l’artista dà vita a tunnel e forme geometriche che sembrano possedere la consistenza di una massa solida
Nel 1977, con le sovvenzioni della Dia Art Foundation, Turrell acquista il Roden Crater, un cono vulcanico spento nel deserto dell’Arizona. Vi ricava gallerie, passaggi e camere sotterranee aperte al cielo, trasformandolo in un gigantesco osservatorio astronomico, un vero e proprio “monumento alla percezione”. Il basso grado di umidità e il clima favorevole del luogo fornivano le condizioni ideali per proseguire le sperimentazioni dedicate alla luce, che con questo progetto, troveranno il loro più straordinario compimento.