Ieri è morta Jane Birkin, style icon degli anni ’60 e ’70 e madrina della rivoluzione sessuale. Il suo ruolo in Blow-Up, diretto da Michelangelo Antonioni, è entrato nella storia e Je t’aime… moi non plus – il singolo parte dell’album realizzato con Serge Gainsbourg – venne addirittura bandito dalla radio italiana per oscenità. Ma oggi parliamo della Birkin bag, la borsa di Hermès ispirata dall’attrice. Inizia tutto nel 1984 quando Jane Birkin finisce in prima classe e incontra Jean-Louis Dumas, al tempo CEO di Hermès, su un volo diretto a Londra in partenza da Parigi.
In viaggio con un bagaglio disorganizzatissimo che cade a terra, Birkin inizia a discutere con Dumas delle potenziali caratteristiche della borsa perfetta. Durante questo incontro – destinato a entrare nella storia della moda – l’attrice propone all’uomo d’affari di realizzare una borsa più grande della classica Kelly ma più piccola del suo bagaglio a mano. Birkin finisce così per disegnare il modello di questa borsa su una stomach distress bag. Un mese dopo l’attrice riceve una chiamata da Hermès, convocandola per discutere del modello che stavano progettando in suo onore. Nasce così la Birkin bag, uno dei pezzi più venduti nella storia della casa di moda francese.


Oggi difficilissima da ottenere e nata dalla mente di una delle icone di stile che più rimarranno nell’immaginario collettivo, la Birkin bag è una borsa dalla forma rettangolare, spaziosa e versatile. Non tutti sanno, però, che prima di questa borsa, Jane Birkin era famosa per i suoi cestini di vimini. Un trend che ad oggi continua a tornare e che rende l’attrice una donna come tutte le altre, in grado di essere indipendente a partire dalla borsa che indossa.

