“What we see is a product of our cultural traditions and means of perception”
Il tempo è la chiave di lettura della serie di immagini create dall’artista californiano Jay Mark Johnson. Nei suoi scatti l’effetto di dilatazione ed eco visivo è creato attraverso l’uso di una camera che per errore sottolinea il tempo nello spazio.
Una macchina in movimento, una ballerina che danza o onde che si infrangono, si traducono in fasce di colore ampie come il movimento che passa dalla fotocamera. Simili ad un elettrocardiogramma mostrano battiti sequenziali e il respiro del tempo.
Il progetto è iniziato quando Johnson ha notato gli effetti accidentali della sua US85,000 rotating slit-scan camera, una macchina stenoscopica solitamente usata per catturare panorami ad alta definizione, e ha provato a fermare la rotazione e mettere a fuoco una piccola area per registrare il tempo.
Il soggetto si stacca dallo sfondo, gli oggetti immobili si trasformano in striature di colore, quelli in movimento vengono distorti. Johnson gioca con le porte della percezione, portando la fotografia in una regione surreale e congelata.