Junya Watanabe, l’ordinario che diventa straordinario

Junya Watanabe, l’ordinario che diventa straordinario

Andrea Tuzio · 12 mesi fa · Style

La parola giapponese “monozukuri” significa letteralmente fabbricare cose, ed è composta dalle parole “mono” (cosa) e “zukuri” (realizzare, fare, fabbricare). In italiano useremmo la parola artigianato ma in realtà ha un significato più profondo, che comprende anche il concetto di design e quello di estetica. 
Questo termine in realtà è relativamente recente, ha poco più di 20 anni, e il professor Takahiro Fujimoto del Manufacturing Management Research Center dell’Università di Tokyo, lo descrive come “arte, scienza e mestiere di fare le cose”.
Il designer Junya Watanabe utilizza spesso la parola “monozukuri” per definire il suo lavoro, è una questione di cultura giapponese dove il termine risulta essere molto specifico. 

Dopo l’ultima collaborazione tra Supreme e Junya Watanabe COMME des GARÇONS ho deciso di dedicare un approfondimento a uno dei più influenti designer contemporanei.
Una miscela di studio approfondito, sperimentazione e arte descrivono l’approccio, la filosofia e il lavoro di Junya Watanabe.

 
 
 
 
 
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Nato nella città di Fukushima nel 1961, Watanabe ha studiato e si è laureato presso il Bunka Fashion College di Tokyo, nel 1984 ha iniziato la sua carriera di designer come apprendista modellista con Rei Kawakubo in COMME des GARÇONS. La sua prima collezione personale è del 1992, sempre sotto l’etichetta giapponese, e la presentazione si è tenuta all’interno dell’atrio della stazione Ryogoku di Tokyo. La sua prima sfilata donna invece risale al 1993 presentata con uno show a Parigi. 

La madre aveva un piccolo negoziato di abiti su misura ma in realtà quella non è stata, a detta sua, la scintilla che lo ha spinto a diventare un designer. Semplicemente è stato un primo approccio inconsapevole a quello che sarebbe diventato il suo mondo.

Il lavoro di Junya Watanabe ha influenzato in maniera permanente il modo in cui le persone pensano alla moda nel suo complesso. Il suo approccio si basa sulla sperimentazione e la rielaborazione di capi tradizionali – come camicie, giacche, gonne, etc. – attraverso costruzioni inedite. In un mondo come quello della moda dei nostri giorni, contraddistinto da reference di altre culture e diversi momenti storici, Watanabe rappresenta un unicum.
L’usuale si trasforma in inconsueto, un mai visto prima. 

Una visione innovativa e differente che riguarda sia le forme che i materiali, che re-immagina i capi di uso quotidiano riformandone carattere, caratteristiche e significato.

Uno dei suoi primi punti di riferimento del designer giapponese è stato Pierre Cardin, con le sue forme senza compromessi e l’ossessione per le forme geometriche che caratterizzavano il lavoro del couturier francese, ma si è lasciato influenzare moltissimo anche da Issey Miyake: “Sono stato attratto dal fatto che gli stilisti prima di Miyake, come Dior e i grandi nomi, creavano abiti aderenti. Issey ha sovvertito totalmente questa idea. Questo approccio ha avuto un forte impatto su di me. Di farmi desiderare di creare qualcosa, l’idea di un abbigliamento molto diverso dagli stilisti precedenti”.

“Tutto inizia dentro la mia testa”. Comincio a cercare sequenze di idee che mi interessano. Da lì, trasformo le mie idee in parole. Lavoro insieme ai miei modellisti, cercando di mettere le mie parole in creazione e vederle effettivamente prendere vita. Fotografie, lavori di artisti, qualsiasi cosa che possa sembrare attinente a ciò di cui sto parlando e dopo aver osservato tutti gli elementi visivi, siiinizia a creare”.

In definitiva, Junya Watanabe amplia gli orizzonti della normalità cucendo insieme tradizione, attitudine pionieristica, visione anarchica e approccio ossessivo, caratteristiche che lo hanno reso un faro della nostra contemporaneità.

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Laura Baiardini è il Grinch di questo Natale

Laura Baiardini è il Grinch di questo Natale

Giorgia Massari · 3 giorni fa · Photography

Siamo ormai in pieno clima natalizio, siamo tutti più buoni e romantici, ma c’è anche a chi piace ironizzare. Tra i vari meme e i post su Instagram, quelle che ci hanno fatto più divertire sono le fotografie di Laura Baiardini (su Instagram @baiardiny), specializzata in fotografia still life, post produzione fotografica, appassionata di props e colour palette. Dall’estetica estremamente contemporanea e dai colori saturi, le immagini di Baiardini catturano per la loro comicità e per le loro composizioni minuziosamente studiate, come in un set cinematografico. La sua ispirazione proviene principalmente dai social, ma in generale da tutto quello che ha intorno, «anche da una gelatina di carne dell’Esselunga». Con questi scatti nello specifico, Laura Baiardini sottolinea un lato insolito delle festività natalizie ma che, sotto sotto, tutti noi sperimentiamo. Dai regali brutti agli psicodrammi famigliari, tutti ne usciamo stremati e pieni, in tutti i sensi. Ma non dilunghiamoci troppo, divertitevi scorrendo le immagini.

Torta realizzata da Ugly Cakes
Set designer Paolo Lutri
Set designer Erika Viola
Set designer Erika Viola
Estelle Segard
Set designer Erika Viola
Set designer Erika Viola
Set designer Erika viola
Set designer Paolo Lutri

Courtesy Laura Baioni

Laura Baiardini è il Grinch di questo Natale
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Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang

Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang

Claudia Fuggetti · 4 giorni fa · Photography

Fish Zhang, conosciuta su Instagram con l’account fiiiiiish, è una giovane fotografa di Tokyo che racconta il mondo che le gravita intorno. Il suo sguardo è molto particolare e spesso le immagini che propone al pubblico generano un sentimento di incertezza e destabilizzazione, che in inglese si riassumono benissmo con il termine “weird”. Le pose vengono smorzate da un mood narrativo che tende più a cogliere l’attimo che a illustrare ogni singolo momento di una storia. La sessualità trova ampio spazio nella sua produzione fotografica, che ci ricorda in parte lo stile di Ren Hang, del quale abbiamo precedentemente parlato qui. La donna è rappresentata senza artifici, ma con semplicità e realismo, nonostante negli scatti ci sia un grande senso compositivo.

Visita il sito di Fish e dai un’occhiata ai suoi lavori nella gallery.

Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al  Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al

Courtesy Fish Zhang

Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang
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Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar

Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar

Claudia Fuggetti · 5 giorni fa · Photography

Lou Escobar è una fotografa e film-maker francese con base in California che realizza splendide immagini caratterizzate da uno stile fortemente cinematografico. Le atmosfere glam e patinate sono la sua passione e tutti i suoi scatti, anche quelli NSFW, sembrano estrapolati dalle scene di un film hollywoodiano. Le donne immortalate da Lou Escobar sono a loro agio con il proprio corpo e diventano icone di un tipo di sessualità audace, che trasmettono libertà e sensualità, anche solo attraverso lo sguardo.

Tra le sue pubblicazioni non mancano nomi di magazine di moda come Schon e Cake Magazine, mentre il Marsatac festival lo ha scelto per l’adv dell’edizione 2018. I suoi racconti visivi sono ipnotici e non ci si stanca mai di guardarli; se vuoi conoscere altri lavori puoi dare un’occhiata al suo profilo Instagram che trovi qui.

Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar
Photography
Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar
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Cosa succede quando la galleria del telefono diventa un progetto fotografico?

Cosa succede quando la galleria del telefono diventa un progetto fotografico?

Giorgia Massari · 1 settimana fa · Photography

«Un progetto rischioso, un po’ come il writing», ci spiega il fotografo catanese Salvo Sibilla parlandoci del suo progetto di street photography dal titolo Sani e Salvi. Si tratta di un progetto che non nasce per essere tale. Una raccolta di scatti amatoriali privati, fatti con l’iPhone, che acquistano una dimensione pubblica. Tutto ha inizio nel 2020 quando Salvo inizia a scattare in strada, un po’ per cercare compagnia in una nuova città – che nel caso di Milano è capace di farti sentire molto solo -, un po’ per catturare la stravaganza intorno a lui, alla quale non era abituato. Nell’estate del 2022 decide di renderlo pubblico e di condividere una parte della galleria del suo smartphone. Salvo racchiude in un unico progetto i suoi scatti amatoriali “pieni di luci, di volti e di vite”, come afferma il suo collaboratore e amico Loris Di Bella. Snaturate della loro dimensione intima, le fotografie “anti-etiche” – usando le parole di Salvo – prendono vita dialogando tra loro e accorgendosi della presenza di un grande comune denominatore: l’immediatezza stratificata alla stravaganza.

Ma Sani e Salvi non rimane solo a Milano. Viaggia per diverse strade e per diverse città, da Milano ad Amsterdam, da Rotterdam a Sestri Levante, da Finale Ligure a Pedara e, infine, da Bologna a Catania, città natale di Salvo Sibilla. I soggetti preferiti di Salvo sono le persone anziane, lui stesso ci racconta il motivo di questa scelta. «Il primo motivo, quello più umano, è perché mi ricordano i miei nonni, le persone che mi mancano di più da quando mi sono trasferito a Milano. Sono una persona molto romantica e per questo cerco questo aspetto anche nei miei scatti. Nelle persone anziane ritrovo lo stesso animo puro e gentile dei miei nonni».

Questo progetto diventa per Salvo Sibilla una sorta di terapia di adattamento in una nuova città. Provenendo da Catania e approdando a Milano, le differenze culturali sono molte. «Mi piaceva camminare in strada e osservare tutto quello che stava intorno a me. Venendo da una piccola città come Catania, purtroppo nasci con degli stereotipi e dei limiti mentali. Quando sono arrivato a Milano, questi limiti visivi sono iniziati a cadere, tutti quegli aspetti che all’inizio giudicavo come stravaganze sono diventate oggi normalità». Le fotografie diventano quindi un modo di relazionarsi alla nuova quotidianità e, allo stesso tempo, di scoprire una nuova città. In questo senso, è interessante sottolineare l’approccio fotografico di Salvo Sibilla, che lui stesso descrive come “un po’ anti-etico“. «La mia tecnica è quella di agire come un turista. Mi fermo facendo finta di cercare una via e scatto la fotografia alla persona, molto da vicino», ci spiega «Molto spesso le persone anziane non se ne accorgono, così come i miei nonni anche se loro, con il tempo, hanno imparato a riconoscere la mia metodologia e ora sono molto contenti quando li scatto, si sentono un po’ i protagonisti».

«Sani e Salvi può dirsi che è nato da poco e ha ancora tutto da scoprire e che è arrivato alla fine, guadagnando di saggezza», si legge sempre nel testo di Loris Di Bella. Il progetto quindi non finisce qui anzi, diventa per Salvo Sibilla un punto di partenza che gli ha insegnato «a non mollare mai», come ci confessa Salvo, che chiude l’intervista citando la frase di un suo amico: “continua a fare quello che fai a prescindere da tutto e tutti”.

Courtesy Salvo Sibilla

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