No vi sbagliate. Quelle che vedete non sono immagini realizzate al computer con un software di grafica in 3D. Sono i dipinti di Kazuki Takamatsu, pittore giapponese nato nel 1978 a Senday City e diplomato alla Tohoku University of Art and Design.
Alla sua tecnica Kazuki ha dato un nome Distanfeerism ma in realtà in essa si fondono ingegnosamente una nota tecnica pittorica risalente al XVI secolo, la Gouache e la moderna tecnica del Depth Mapping, creando dei volumi attraverso sfumature di grigi che sfiorano tonalità chiarissime e scurissime simulando la profondità di campo.
La Gouache è una tecnica che impiega tradizionalmente un tipo di colore a tempera reso più consistente e luminoso dall integrazione di un pigmento bianco, come la biacca o il gesso, mescolato alla gomma arabica. La tecnica di Kazuki prevede invece laggiunta del bianco di zinco o di china. Il risultato: un colore più opaco che da vita a una sorta di resa a 3 dimensioni, a una mappa di varie profondità in cui ogni pigmento acquista una diversa tonalità di grigio, e la stessa tonalità risulta proporzionale alla distanza da cui lo spettatore osserva, esattamente come in una Depth Map.
Kazuki sceglie di rappresentare storie violente e oscure con echi evidenti al recente disastro nucleare in cui piccole Lolite malinconiche posano in atteggiamenti al limite fra linnocente e il malizioso e spettrali e fluttuanti figure infantili imbracciano armi assassine, immerse in atmosfere oniriche e rarefatte dove non sono ammessi colori.
