L’eredità artistica dei movimenti subculturali più connessi al sottobosco della società non urla all’esterno con la potenza delle grandi installazioni, non sempre ha lo spazio riservato all’arte più istituzionale, ma racconta proprio partendo dal basso come possa proliferare arte infestante, capace di coinvolgere tutti, dettare tendenze e raccontare momenti storici in modo assolutamente unico.
Uno di questi tanti, infiniti, strati subculturali è la musica techno, minimal, ambient e sperimentale, legata al mondo dei club e che in Europa trova la sua connessione più forte con il tessuto sociale in Germania, non solo a Berlino, ma in altre città come Colonia, sede di quello che negli anni ’90 è stato definito “The sound of Cologne“. Proprio qui è nata una delle più grandi etichette discografiche del genere, la Kompakt Records, che questo legame lo ha cementificato non solo con la produzione musicale ma anche attraverso la cura verso l’aspetto grafico e visuale, seguendo l’estetica della pop-art.
A marzo 2023 Kompakt festeggia il suo 30esimo anniversario e lo fa attraverso una mostra unica allestita non a caso non in un club ma in una galleria d’arte, da Contemporary Cluster a Roma, per far conoscere aspetti inediti di un percorso artistico fondamentale per la cultura musicale europea.




Da giovedì 16 marzo 2023 sarà visitabile KOMPAKT meets CLUSTER, una mostra evento di quattro giorni, a cura di Claudia Attimonelli, in cui il racconto dell’etichetta Kompakt Records verrà affidato al lato visuale della musica. Tra gli artisti presenti e che in questi trent’anni hanno collaborato con l’etichetta c’è Wolfgang Voigt aka GAS capace di tradurre i concetti di loop e di sample, rendendo omaggio al principio del campionamento come pratica estetica. Altro nome protagonista della mostra è Veronika Unland con il suo studio grafico su colori e movimento, che affiancheranno le celebri rielaborazioni del logo con l’aquila e quella con i dots multicolori, di chiara ispirazione pop.
Il rapporto con la corrente artistica è centrale nella lettura del fenomeno culturale Kompakt, lo stesso Voigt dichiara infatti che “la Kompakt è un’etichetta pop che opera sotto l’egida della techno”, spiegando come sia diretto il legame tra l’estetica del sample, del campionamento, della citazione e della ripetizione, con la pop-art warholiana, l’artista che più ha utilizzato questi stessi concetti nelle sue opere.
I concetti artistici sui quali si è basata in questi tre decenni l’attività di Kompakt Records sono stati riversati nelle tracce prodotte e nelle copertine dei vinili, lineare rappresentazione della connessione tra suono e immagine, e del modo in cui la traccia audio può diventare un dipinto digitale. In questo senso il vinile diventa un oggetto che non è più solo fisico, ma anche tramite di un messaggio astratto da esplorare in relazione all’incessante movimento circolare.
KOMPAKT meets CLUSTER prima di raccontare della storia di un’etichetta discografica, racconta come un fenomeno di partecipazione collettiva come quello della musica elettronica abbia scelto l’arte, la grafica e i colori come immaginario simbolico parte di una liturgia liberatoria.