L’infinito nella collaborazione tra Louis Vuitton e Yayoi Kusama

L’infinito nella collaborazione tra Louis Vuitton e Yayoi Kusama

Andrea Tuzio · 5 mesi fa · Style

Quella tra Louis Vuitton e Yayoi Kusama rappresenta molto più di una semplice collaborazione che mette insieme moda e arte. 
Questo 2023 della maison francese diretta (per la parte del womenswear) dal designer Nicolas Ghesquière è iniziato all’insegna del colore e della bellezza senza tempo, ma non soltanto.

L’idea della collaborazione LV x Yayoi Kusama, nasce durante la pandemia del 2020 e riprende la prima joint venture tra l’iconica artista giapponese e la maison del gruppo LVMH del 2012: un vero e proprio dialogo che fa un passo ulteriore cercando l’infinito, che rappresenta la ricerca ossessiva della Kusama, classe ’29, sin da quando aveva 10 anni. Questa ricerca viene espressa artisticamente attraverso i suoi ormai caratteristici pois, colorati e ripetitivi, che hanno invaso l’intero universo Vuitton dialogando appunto con il monogram della maison francese.

Borse, giacche, pantaloni, occhiali e accessori ricoperti dagli Infinity Dots di Yayoi Kusama diventano opere d’arte da collezione che, grazie alla condivisione di codici estremamente riconoscibili e immediati (i pois e il monogram), parlano a chiunque. 

La ricerca dell’infinito dell’artista giapponese si riflette sulla campagna dedicata alla collezione LV x Yayoi Kusama, il cui nome è proprio Creating Infinity, in una spinta fortissima verso il perpetuo, l’eternità, l’immortalità. 

Il progetto ha coinvolto a livello globale le migliori boutique del marchio e le più importanti billboards in circolazione, come ad esempio il robot con le sembianze dell’artista che dipinge i suoi pois in vetrina nello store di New York sulla Fifth Avenue oppure le enormi immagini in 3D che campeggiano sovrastando tutto e tutti a Tokyo, o ancora l’enorme istallazione sullo splendido palazzo degli Champs-Elysées che ospita la bellissima boutique della maison a Parigi, ricoperto dai pois colorati e da una gigantesca Yayoi Kusama che li dipinge direttamente sulle mura dell’edificio.


Naturalmente anche Milano è stata coinvolta in questo progetto, con la riapertura dell’ex Garage Traversi, chiuso da 20 anni e riportato a nuova vita, che Vuitton ha fatto diventare la sua casa durante i lavori di ristrutturazione della storica sede di Palazzo Taverna. Il primo piano dell’edificio razionalista progettato dall’architetto Giuseppe De Min negli anni ’30 – la prima autorimessa multi-piano di Milano – è dedicato agli special projects della maison francese   tra cui proprio Creating Infinity. I mondi di Kusama e Vuitton si fondono in quello che è l’universo dell’artista giapponese: i suoi Infinity Dots, neri in questo caso, invadono lo spazio giallo, mentre le Metal Ball riflettono l’ambiente circostante in una sorta di ripetizione infinita. 

La campagna dedicata alla collezione LV x Yayoi Kusama è altrettanto imponente. Scattata dal fotografo Steven Meisel e con la direzione creativa di Ferdinando Verderi, Vuitton ha messo insieme una serie di top model di livello assoluto in una festa di colori in cui gioco e sogno convivono perfettamente.

Bella Hadid, Gisele Bundchen, Christy Turlington, Liya Kebede, il modello e fotografo originario del Senegal Malick Bodian, la modella cinese Fei Fei Sun, Natalia Vodianova, il modello olandese Parker Van Noord, l’americana Karlie Kloss, la modella olandese Rivanne Von Rompaey, la cinese He Cong, la top model americana di origini sud-sudanesi Anoki Yai e infine, dopo un periodo di assenza dalle scene, la modella e attrice statunitense Devon Aoki

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Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie

Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie

Andrea Tuzio · 1 giorno fa · Photography

Dopo la sua performance al Coachella 2023 non priva di polemiche, si torna a parlare di Frank Ocean ma per questioni completamente diverse.

Homer, il brand indipendente di lusso lanciato due anni fa dallo stesso artista di Long Beach e che si occupa principalmente di realizzare e vendere gioielli come ciondoli, anelli, collane, orecchini diamantati, bracciali in argento riciclato e oro 18 carati, tutti prodotti artigianalmente in Italia e caratterizzati da forme divertenti e colori vivaci, ha pubblicato un libro fotografico.

Da pochi giorni infatti è possibile ordinare sul sito di Homer, al prezzo di 90€, Mutations, un libro fotografico di 48 pagine che rappresenta una retrospettiva di opere realizzate tra il 19 ottobre e il 22 dicembre 2022, per lo più foto scattate dallo stesso Ocean. 
Una serie di scatti che ci mostrano un lato del cantante statunitense nuovo, unico e che mostrano, ancora una volta, quanto sia raffinata e ricercata la sua estetica.

Se volete portarvi a casa una vera chicca da collezione come Mutations, il libro fotografico di Frank Ocean, vi basta cliccare qui.

Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie
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I paesaggi malinconici di Alana Celii

I paesaggi malinconici di Alana Celii

Anna Frattini · 9 ore fa · Photography

Alana Celii è una fotografa americana che ridefinisce tempo e significati scattando paesaggi e soggetti dall’aura malinconica e senza tempo. Ora photo editor del New York Times, precedentemente ha lavorato sia per il Wall Street Journal che per il TIME parallelamente alla sua carriera nella fotografia. La sua prima monografia, Paradise Falling, è una serie di fotografie che ridefinisce la sensazione di perdita mostrando cosa significa sentirsi persi attraverso metafore che guardano all’astrologia, al mito e al simbolismo.

Per Celii il punto di partenza è la natura, immortalata talvolta scattando senza soluzione di continuità e improvvisando. Dopo Paradise Falling, la fotografa americana ha iniziato un progetto nuovo alla scoperta dei paesaggi della West Coast dopo il suo trasferimento in California. In queste immagini è chiara la matrice californiana nelle textures e nei colori intensi riconoscibilissimi nei paesaggi sconfinati immortalati dalla fotografa.

Per scoprire altri scatti di Alana Celii qui il suo profilo Instagram.

Ph. courtesy Alana Celii

I paesaggi malinconici di Alana Celii
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I paesaggi malinconici di Alana Celii
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La fotografia eterea di Matteo Zanin

La fotografia eterea di Matteo Zanin

Giorgia Massari · 5 giorni fa · Photography

“Ci sono ipotesi diverse su come siamo venuti al mondo, c’è chi dice dagli animali come conseguenza dell’evoluzione della specie e c’è chi dice per mano di Dio, ma di certo sappiamo che quando lasceremo questo pianeta, ciò che resterà di noi sarà solo polvere.” con queste parole il fotografo italiano Matteo Zanin (1986) riflette sul nostro destino attraverso una serie di scatti di nudo artistico. La polvere, le briciole, i detriti, le ceneri sono il punto di partenza del suo progetto fotografico POLVERE in cui la materia naturale e il corpo umano diventano una cosa sola.

Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al

In un’ambiente arido, privo di vegetazione, una donna nuda, dall’aspetto candido e leggero vaga nel desertico paesaggio, mimetizzandosi e amalgamandosi ad esso. “La donna è l’essere vivente che più si avvicina alla natura, perché come lei è l’unica che può creare un’altra vita.” riflette Zanin.

Gli scatti appartengono ad una sfera eterea, che rimanda lo spettatore ad uno scenario quasi apocalittico. L’ultima donna sul pianeta, una ninfa solitaria, in cerca di acqua, di una fonte di vita. Con il tempo il suo corpo si congiunge alla natura, fino a diventare parte della stessa. Contorcendosi imita le sue forme, abbracciandola le dimostra il suo amore.

La passione per la Street photography e il suo approccio cinematografico, oltre alla sua esperienza nel campo della moda, emergono particolarmente nella serie POLVERE, capace di riassumere l’identità artistica di Matteo Zanin e di restituire una serie di sentimenti contrastanti. La natura può dare ma può anche togliere.

Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al

Courtesy and credits Matteo Zanin

La fotografia eterea di Matteo Zanin
Photography
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Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America

Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America

Anna Frattini · 6 giorni fa · Photography

Classe 1980, J. Jason Chambers è un fotografo americano che racconta l’America attraverso i suoi scatti, viaggiando di stato in stato e ispirandosi al New Topographics Movement. Scorrendo fra gli scatti del fotografo sembra di vedere un’America molto diversa da quella che ci immaginiamo. Insegne al neon luminose, stazioni di servizio e vecchie automobili sospese in un’atmosfera quasi cinematografica. Chambers sembra essere in continuo movimento, dalla California fino a Wall Street passando per il deserto. Le fotografie scattate a New York fanno da contraltare alle suggestioni desertiche del New Mexico e ai panorami texani di Marfa.

La riflessione di J. Jason Chambers su una nuova topografia influenzata dall’uomo si ispira a una mostra risalente al 1975 a Rochester, New Topographics. In questa occasione furono esposti 10 fotografi alle prese con l’arrivo del Concettualismo e del Minimalismo nella fotografia degli anni ’70. Il SFMoMA, nel 2010, ha deciso di riportare in vita questa mostra rivelando il ponte pre-esistente fra il mondo dell’arte contemporanea e quello della fotografia.

Il punto di incontro fra la fotografia di J. Jason Chambers e New Topographics sta nel rapporto fra l’uomo e l’ambiente. Stazioni di servizio, motel o parcheggi fanno ormai parte del nostro immaginario quando si parla di paesaggistica così oggi come negli anni ’70.

J. Jason Chambers

Per scoprire altri scatti di J. Jason Chambers qui il suo profilo Instagram.

Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America
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