Un celebre spot consigliava di togliere tutto alla protagonista, tranne quel particolare modello di orologio. In questo caso la riformulerei così: toglietemi tutto, ma non la fotografia minimalista.
Per farvi capire prendo ad esempio una delle ultime serie fotografiche di Felix Meyer, che, come suggerisce il titolo Munich Pattern, è minimalismo allo stato puro sì, ma soprattutto dedicata alla città di Monaco di Baviera. Posti a sedere che diventano pattern, piste da corsa descritte soltanto con delle linee, file di finestre che raccontano le facciate di palazzi: se non ci fosse suggerito dall’artista, mai avremo potuto dire che i luoghi immortalati provenissero da una città in particolare della Germania. Ma all’osservatore in fondo poco importa, le fotografie sono eleganti, ordinate, pochi colori ma forti e catturano tutta la sua attenzione.
Chi ha bisogno di orologi, quando si possono avere fotografie così?