Cameras dont shoot people, people shoot people
Questa è la frase che ci accoglie quando apriamo il sito di Phil Kneen, classe 1969, fotografo con una grande passione: i ritratti.
Phil ama immortalare con la sua macchina i visi, le espressioni, i momenti. I suoi ritratti parlano ed è come se dicessero Hey, non sono un semplice scatto, se mi vuoi devi prendere anche il mio mondo.
Phil imprime nella pellicola lanima di chi si sottopone al suo gioco, nelle lande sperdute della sua Isle of Men cattura attimi e sensazioni, quelle più nascoste, quelle più intime.
Un lungo viaggio che parte dalla vasca da bagno di un rocker, passa per le pagine di uno scrittore di viaggi con istinti omicidi e approda nelle note di un vecchio bohemian, Bonzo, e dei suoi strumenti ormai consumati.
Per via forse della mia precoce passione per gli horror cult degli anni 90, tra tutti gli scatti mi sono appassionata ad una serie dalle tonalità decisamente più orrifiche.
In queste immagini il concept del ritratto si mantiene, ma viene trasposto ad un livello più alto, non sono solo le emozioni più pure, più reali e più naturali a fare da padrone ma quelle più nascoste, quelle più nere, le più indecifrabili.
Se ci pensate in effetti, la paura vera, quella che ti fa sobbalzare dalla poltrona del cinema o che ti fa battere il cuore a 2000 è sempre legata allaspetto umano; non parliamo di alieni o mostri venuti dallo spazio ma di quello che abbiamo vicino ogni giorno, cioè luomo.
Lidea che tutto quello che conosciamo alla perfezione possa tramutarsi ad un tratto in qualcosa di incomprensibile è davvero spaventosa e ci lascia senza parole, senza termini di classificazione.
Stasera credo che alla fine mi berrò una camomilla, a letto, tra i miei morbidi cuscini, nella speranza di sognare un gregge di pecorelle. Se possibile.