“Vedo la vita color rosa” cantava Edith Piaf dall’alto dei suoi palchi. E sicuramente Prue Stent l’avrà ripetuto a se stessa tante volte prima di impugnare quell’obiettivo e mostrarci quello che i suoi occhi vedono.
Prue è una giovane ragazza ventenne con base a Sydney ma che studia a Melbourne, che sa cos’è la femminilità oggi e ce la mostra senza troppi fronzoli. Ha iniziato ad indagare il mondo della fotografia nell’età dell’adolescenza, a sedici anni. E nei suoi quattro progetti fotografici, un filo conduttore sembra legare tutti i suoi scatti: le donne.
Sarcastiche, bellissime, abbandonate, surreali, intriganti, un po’ stravaganti. Prue utilizza una gamma di colori che già da soli esprimono tutta la femminilità del mondo. Toni soffici che profumano di marshmallow, pose che farebbero invidia ai quadri che rappresentano Eva nel Paradiso Terrestre.
Dice che ama lavorare in modo spontaneo, senza troppo intellettualizzare il suo lavoro. E questo è percepibile in ogni scatto, che sembra un gioco istintivo. Ciò aiuta a sperimentare, a esplorare, a curiosare intorno a una nuova bellezza legata al corpo femminile che non è un oggetto da immortalare, ma una statua che mostra la sua bellezza solo quando è lasciata libera di agire in modo spontaneo.




















