E se i brand facessero le pubblicità con l’intelligenza artificiale?

E se i brand facessero le pubblicità con l’intelligenza artificiale?

Tommaso Berra · 9 mesi fa · Design

Le potenzialità dell’intelligenza artificiali sono infinite e ne abbiamo avuta conferma nelle scorse settimane quando il sistema DALL·E diventando virale ha mostrato come fosse facile inventare situazioni e persino riscrivere la storia.
L’intelligenza artificiale è uno strumento dall’enorme potenziale non solo per gli utenti di social e siti web ma anche, per esempio, per il mondo dell’arte, o per le aziende. Lo studio creativo inglese 10 Days ha infatti presentato una serie di pubblicità immaginarie usando l’intelligenza artificiale, che ha rielaborato vecchie campagne adv e loghi di 10 famosi brand.

Tutte le immagini sono frutto di un unico tentativo e sono state realizzate attraverso la piattaforma Midjourney, un laboratorio di ricerca che opera nel campo dell’AI. Da Gucci a Nespresso, ma anche Wimbledon e Uber, tutte le pubblicità sembrano estremamente realistiche e già pronte per qualche schermo o billboard in giro per le città di tutto il mondo. L’algoritmo ha unito tutti i riferimenti creando qualche volta immagini dal sapore vintage e in altri composizioni futuristiche nelle quali un occhiale Ray Ban assomiglia più al casco di una creatura aliena.
È possibile vedere tutta la serie sul sito di 10 Days, qui sotto intanto eccone alcune.

GUCCI

NESPRESSO

KFC

RAY BAN

BREWDOG

COLGATE

BRITISH AIRWAYS

WIMBLEDON

UBER

GYMSHARK

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I palloncini dell’artista Seungjin Yang che diventano sedie

I palloncini dell’artista Seungjin Yang che diventano sedie

Tommaso Berra · 9 mesi fa · Design

Siete bambini, state per prendere un’enorme cono di zucchero filato al banchetto al chiosco in piazza, ma tirando il cappotto di vostra madre la vostra attenzione cade sul simpatico pagliaccio che pochi metri distante sta realizzando animali e oggetti con i palloncini gonfiabili, di quelli stretti e lunghi. Da questo ricordo, più o meno comune a molti (con tutte le differenti sfumature del caso) sembrano essere partiti artisti come Jeff Koons con i suoi “Balloon” e anche il sudcoreano Seungjin Yang, che quei palloncini li ha trasformati in oggetti di arredo.

Seungjin Yang realizza le sue opere partendo da veri palloncini soffiati e assemblati insieme come farebbe quell’artista di strada, per rinforzare la struttura e renderla solida la ricopre poi con diversi strati sottili di resina colorata, per un processo che richiede anche più di una settimana per un singolo pezzo.
La collezione comprende sedie con braccioli, sgabelli tondi e quadrati, ma anche una poltrona per due persone, tutte disponibile sul sito ufficiale del designer.
Tutti i pezzi sono caratterizzati da una ricerca di colori molto varia, da quelli più eleganti in nero a quelli colorati in blu e rosa elettrico. “Blowing Series” nasce dall’ interesse per le forme inaspettate dei palloncini, che prendono forma casualmente, in base al soffio dell’uomo. Stavate cercando un nuovo set di sedie per il vostro salotto? L’avete trovato.

I palloncini dell’artista Seungjin Yang che diventano sedie
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Sognare di avere in casa le sedie di Tom Hancocks

Sognare di avere in casa le sedie di Tom Hancocks

Tommaso Berra · 9 mesi fa · Design

Immaginare una sedia è una delle sfide nel quale si sono cimentati i designer con più creatività, uscendo da una sfera puramente legata alla praticità ma investendo sforzi progettuali anche sul concetto e sulla costruzione di prodotti d’arte.
Tom Hancocks è un interior designer che sviluppa il proprio lavoro creando concept di sedie poltrone e sedute, immaginando l’associazione di differenti materiali in contrasto tra loro. Cemento e acciaio sono utilizzati per poltrone fredde e spigolose, il vetro trasparente viene invece assemblato insieme a una lucida imbottitura arancione.
La componente di imprevedibilità e gioco fa parte della cifra stilistica di Hancocks, capace di creare oggetti desiderabili e perfetti per differenti stili, dalla casa più tradizionale a quella più eccentrica. Segui il lavoro su Tom Hancock su profilo Instagram ufficiale dell’artista.

Sognare di avere in casa le sedie di Tom Hancocks
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Depresso, il caffè che non si beve in compagnia

Depresso, il caffè che non si beve in compagnia

Tommaso Berra · 8 mesi fa · Design

Una delle citazioni più famose di un’altrettanto famosa serie TV italiana è “è coffee break signori!“, pronunciata con entusiasmo, lanciando un momento finalmente di felicità e relax. Lo studio Invasione Creativa non è così entusiasta delle pause caffè, anzi, ha creato la tazzina per caffè bevuti in solitaria, senza emozione e senza l’idea che quel primo espresso della mattina inauguri una bellissima giornata.
Giocando con la rima con Espresso, il progetto della tazzina realizzata in 3D è ironicamente chiamato “Depresso“, un nome che rispecchia la volontà di essere lasciati da soli con il proprio aroma.
Non servirà nemmeno comprare un set completo di tazzine per gli ospiti perché quegli stessi ospiti non saranno mai invitati da voi per un caffè depresso. Per quel tipo di cose esistono i sevizi in ceramica decorata, questo espresso va bevuto da solo, con noia.
La tazzina sostituisce la testa di una figura immaginaria che seduta a terra si stringe le ginocchia al petto. L’inclinazione della tazza verso il basso è la stessa di uno sguardo rassegnato alla noia, il colore bianco non ha decori, solo il caffè che verrà versato, da bere di fretta, amaro come la vita.

Depresso, il caffè che non si beve in compagnia
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Il robot che replica fedelmente i capolavori dell’arte

Il robot che replica fedelmente i capolavori dell’arte

Tommaso Berra · 8 mesi fa · Design

Con la stessa facilità con la quale rimaniamo affascinati dalla perfezione anatomica e poetica delle statue classiche, tendiamo a non considerare lo sforzo più fisico che ha portato alla realizzazione delle opere. Scolpire i blocchi di marmo ha richiesto ai grandi artisti sforzi fisici immensi che ora la tecnologia e le nuove strumentazione potrebbero diminuire quasi totalmente.
Filippo Tincolini e Giacomo Massari, partendo dall’idea di provare a portare le grandi sculture della storia dell’arte nel mondo tecnologico di oggi, hanno dato vita a Robotor, un robot capace di replicare attraverso un braccio meccanico guidato da un software la perfezione e la bellezza di questi blocchi di marmo modellati.

Lo scalpello robotico ha la capacità di auto regolarsi adattando velocità, sforzo e potenza a seconda della superficie e della forma da modellare. Ricrea con la stessa delicatezza e decisione lo stile dei grandi maestri dell’arte, come si può vedere dalla riproduzione della Tersicore e di Amore e Psiche di Antonio Canova.
Il macchinario è capace di replicare qualsiasi forma 3D, anche partendo da blocchi molto grandi che permettono la riproduzione delle opere a grandezza naturale. Robotor infatti prima di procedere all’azione analizza la materia prima cogliendone le caratteristiche strutturali. il software oltre a svolgere un ruolo preliminare sull’opera fa si che la macchina durante il lavoro scelga quale punta o con quale lavorazione procedere nelle fasi si scultura, lucidatura ecc…

Robotor | Collater.al

Un progetto che nasce nel distretto di Carrara, lo stesso in cui Michelangelo sceglieva i blocchi per le opere commissionate dai papi del Rinascimento. Robotor è un modo nuovo di guardare all’arte antica, se è vero che il significato delle opere cambia a seconda delle diverse epoche, ha senso fare uno sforzo per comprendere il confronto che contrappone artigianato e tecnica alla tecnologia e alla sua capacità di semplificare il gesto.

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