Un po’ di tempo fa vi abbiamo raccontato la storia e l’estetica di Richardson Magazine, una visione della realtà e dell’immagine sempre spinta al limite, senza mai superare quell’ideale linea che sancisce il confine tra sensualità e volgarità.
Ora torniamo a parlare di Richardson per una capsule collection che celebra alcuni dei geni assoluti del fumetto italiano di tutti i tempi e che guidarono l’avanguardia del fumetto mondiale.

Stefano Tamburini, Gaetano “Tanino” Liberatore e Andrea Pazienza, nel 1978 diedero vita a un personaggio cult, una sorta di antieroe iperviolento e amorale, un robot con sembianze umane costruito con pezzi di una fotocopiatrice, dotato di una forza fisica sovrumana e di una feroce violenza, ambientato in un futuro distopico, pieno di sesso, brutalità e umorismo nero, Ranxerox.

L’idea originale fu di Tamburini, che era anche autore dei testi e, inizialmente, anche dei disegni grazie alla meravigliosa mano di quel genio di Andrea Pazienza e a Tanino Liberatore.
Pazienza realizzò alcune delle primissime strisce, mentre Liberatore ne divenne il regolare disegnatore dal 1980 in poi.

Il personaggio fece il suo esordio sul terzo numero di Cannibale, una rivista dedicata ai fumetti sperimentali italiani, principalmente per adulti, di genere umoristico e satirico, fondata proprio da Tamburini nel 1977.
La genesi del nome del personaggio è alquanto peculiare. Rank Xerox, così veniva chiamato nei primi numeri, era stato costruito con dei pezzi di una fotocopiatrice da cui aveva preso il nome (Rank Xerox è un’azienda di fotocopiatrici che deriva dalla joint-venture tra la britannica Rank e la statunitense Xerox). Nel febbraio del 1980 però, l’azienda inviò una lettera, tramite i suoi avvococati, alla redazione de Il Male (che ne pubblicò le strisce per un breve periodo), intimandogli di cambiare nome al personaggio, per evitare che il marchio venisse associato a quell’antieroe “le cui imprese sono un concentrato di violenza, oscenità e turpiloquio”, minacciando che in caso contrario “si sarebbero visti costretti a prendere le vie legali”. La risposta che Tamburini fece dare al suo personaggio tramite una tavola fu: “e io me vedrò costretto a ròmpeve er culo!”.
Quella risposta irriverente però, restò tale, perché da quel giorno in poi il protagonista del fumetto cambiò il suo nome in Ranxerox.

Quando Cannibale chiuse definitivamente nel 1979, e dopo la breve parentesi su Il Male, le strisce di Ranxerox vennero pubblicate su Frigidaire, rivista di riferimento e diretta ispirazione per Richardson Magazine, edita dalla Primo Carnera, fino alla morte di Tamburini avvenuta nell’aprile del 1986.
Una nuova pubblicazione in Italia, che concludeva la storia mai portata a termine dal suo creatore, avvenne nel 1996 grazie alla rivista Selen, che pubblicò la terza parte delle storie di Ranxerox con i testi di Alain Chabat e con i disegni di Tanino Liberatore.

La capsule collection che Richardons dedica a questa assurda e cruenta storia a fumetti comprende: una reversible jacket, una hoodie, due T-shirt e un cap decorati con le illustrazioni che raffigurano Ranxerox e della sua amante Lubna, di vari personaggi minori e di altre opere che il maestro Liberatore ha realizzato.
Gli item della collezioni saranno disponibili online sul sito di Richardson a partire dal 16 aprile.



