A inizio luglio, precisamente il 5, Seinfeld ha compiuto 33 anni.
Se non sapete cos’è Seinfeld o più semplicemente non l’avete mai vista, ecco, vi consiglio di rimediare prima di subito.
Seinfeld è una sit-com americana trasmessa da NBC a partire dal 5 luglio del 1989 fino al 14 maggio del 1998, per un totale di ben 9 stagioni.

Questa serie epocale fu creata da Jerry Seinfeld, una leggenda della stand-up comedy statunitense, e da un altro personaggio unico e inimitabile dello show biz americano, Larry David.
Lo “show sul nulla” – così viene definito tuttora – ambientato prevalentemente nell’Upper West Side di New York vede tra i protagonisti, oltre allo stesso Jerry Seinfeld che interpreta una una versione fantasiosa e sui generis di se stesso, Jason Alexander (George Costanza), Julia Louis-Dreyfus (Elaine Benes) e Micheal Richards (Cosmo Kramer), tutti diventati personaggi di culto.

Una serie postmoderna, dove i protagonisti erano “single sui 30 e qualcosa anni… senza radici, dalle identità vaghe, e con una cosciente indifferenza alla morale”, durante la quale veniva fuori un nuovo modello di rappresentazione della realtà.
Convenzioni narrative radicate come separare nettamente personaggi e attori che li interpretano, il mondo dei personaggi da quello degli attori e del pubblico, venivano ribaltate. Ne è un esempio è la linea narrativa in cui i personaggi cercano di promuovere una sitcom televisiva intitolata Jerry. Lo show nello show, Jerry, in cui Seinfeld interpretava sé stesso, e che era dichiaratamente “sul nulla”, era clamorosamente simile allo stesso Seinfeld. Jerry venne lanciata nell’episodio finale della quarta stagione, ma non ebbe successo e fu abbandonata, creando quindi un’intesa e un linguaggio metareferenziale con il pubblico.
Da un punto di vista stilistico, Seinfeld ha influenzato i format, il linguaggio e lo stile di tantissime serie iconiche come The Office, Arrested Development, Scrubs, e molte altre.

Ciò che però ci interessa da più vicino è andare a esplorare una peculiarità specifica dello show, lo styling, che negli anni ha acquisito un’importanza e un significato che merita di essere approfondito.
La legacy dello show, orami diventato un cult assoluto, ha fatto sì che l’attenzione attorno alle vicende di Jerry Seinfeld e compagnia fosse sempre molto alta, i social media poi hanno fatto il resto grazie a meme, video, reference, etc..

I costumi dello show hanno mantenuto un fascino senza tempo e ad occuparsi dello styling della serie, insieme alla costumista Stephanie Kennedy, venne coinvolto lo stesso Jerry, il quale volle per il suo personaggio che non ci fosse differenza tra ciò che indossava sul set durante le riprese e quello che era solito mettere nella vita di tutti i giorni.


La scelta della genericità dei costumi venne declinata anche sugli altri personaggi della sit-com: George Costanza è il personaggio che più degli altri doveva apparire semplice, essenziale. Lo vediamo infatti infatti indossare Levi’s, Dockers, maglioni, giubotti e jersey dei New York Yankees, cappellini discutibili, tute di ciniglia, e tantissimo altro che ne determina la sobrietà, con alcuni picchi che non spoilero nel caso non abbiate visto la serie.
Quello che però davvero nessuno poteva prevedere è che lo stile di Costanza in Seinfeld, potesse finire nei moodboard dei brand più cool della nostra contemporaneità.

Fa sorridere, e allo stesso tempo riflettere, vedere associati i look del personaggio con i lookbook del brand che più di ogni altro in questo momenti storico, definisce l’estetica della coolness legata a un’eleganza soft, accennata, semplice e ricercata allo stesso tempo, Aimé Leon Dore.


Se si mette in conto anche la nostalgia e quindi il conseguente ritorno della moda anni ’90, il gioco è fatto.
Costanza è un newyorkese doc e ne impersonifica molti degli aspetti tipici. Così come Aimé Leon Dore desidera incarnare lo spirito della Grande Mela attraverso le sue collezioni, richiamandone elementi distintivi e coinvolgendo personaggi che a New York vivono, lavorano e ne rappresentano lo stile sotto tutti i punti di vista, non solo estetico.
Il personaggio di Elaine Benes divenne un’icona del concetto di “fuori moda”, abiti floreali, blazer criticabili e camicie quasi comiche. La scelta però era ponderata: si trattava di abiti usati che poi venivano modificati per suscitare ilarità nel pubblico, riuscendoci perfettamente.
Alla piattaforma InsideHook la Kennedy rivelò: “È una linea sottile. Non si vuole che i vestiti attirino troppo l’attenzione. Se si guardano i vestiti, allora non sto facendo il mio lavoro”.

Altro aspetto fondamentale della questione è la passione di Jerry per le Nike e per le scarpe in generale. Insistette moltissimo perché il personaggio di George Costanza indossasse spesso un paio di Cortez, che dovevano diventare una caratteristica peculiare del personaggio, così come per Kramer, che ai piedi portava sempre un paio di Dr. Martens.
Per quanto riguarda Jerry, sneakerhead vero e appassionato, non esisteva altro che Nike. Nel corso delle 9 stagioni ne abbiamo viste di ogni. Quando poi Nike comprese la portata del fenomeno e soprattuto si rese conto che poteva essere un’ottima operazione di marketing legarsi in qualche modo allo show, decise di endorsare i personaggi del cast e della troupe, arrivano a realizzare collaborazioni e merchandising apposta per la serie.
Se avete voglia di recuperarla o di fare un rewatch (è sempre il momento giusto per un rewatch di Seinfeld) potete trovare tutte le 9 stagioni su Netflix, fatevi un regalo e guardatela.