Identificarsi in un vaso con Lucia Cantò

Identificarsi in un vaso con Lucia Cantò

Giorgia Massari · 2 mesi fa · Art

La pratica artistica di Lucia Cantò (1995, Pescara) si distingue per l’uso della terracotta e per la sua particolare ossessione per la forma del vaso. Se pensiamo a questi due elementi, il rimando al primitivo è inevitabile. Altrettanto immediato è il collegamento con il concetto di comunità. In antichità l’argilla veniva lavorata in un contesto collettivo e il suo ruolo era fortemente sociale. Aveva inoltre una forte componente spirituale. Veniva considerata un’arte potente e veniva affidata solo alle donne per la sua capacità trasformativa, prerogativa del ventre femminile. Questi presupposti sono utili per comprendere l’arte di Cantò e in particolare la sua mostra Stelle che sostengono altre stelle, in apertura domani 5 ottobre alla Fondazione Elpis di Milano.

La comunità temporanea

La mostra – a cura di Giovanni Paolin e Sara Maggioni – nasce dall’intenzione dell’artista di collaborare con una comunità temporanea, ragionando sul significato del vaso all’interno di uno spazio. In questi termini, la mostra si sviluppa su due livelli, fisici e interpretativi. Al piano terra si snoda l’esposizione delle opere dell’artista mentre il piano superiore è dedicato ai laboratori, in totale quattro, svolti da Lucia insieme a una piccola comunità di persone, riunitesi a seguito di una open call lanciata dall’artista e dalla Fondazione Elpis. I partecipanti di tutte le età, generi e professioni sono invitati a creare un autoritratto sotto forma di vaso in terracotta. Il vaso verrà poi riempito di un’essenza, un elemento organico che dovrà necessariamente affrontare una trasformazione. Qui si intrecciano opportunità di riflessione poetica, laboratori pratici e momenti di condivisione del processo creativo.

Le opere al piano terra

Il piano terra della Fondazione è dedicato a tre nuove produzioni che introducono gli spettatori alla visione dell’artista, fornendo anche chiavi di lettura per interpretare il laboratorio. “Madre” (2023), “Edilizia di un pensiero” (2023) e “Stellario” (2023) sono tutte visibili contemporaneamente, coesistendo pur rimanendo autonome. Abbracciando forme care all’artista, tutte le opere ruotano attorno a contrasti netti e corporeità simboliche.

Madre” (2023) consiste in una scultura in terracotta composta da tre elementi assemblati in un equilibrio unico. Un elemento ospita e contemporaneamente nasconde la giunzione degli altri due elementi in terracotta. In particolare, “Madre” incarna i pensieri raccolti dall’artista durante conversazioni con donne a lei vicine, trascritte su quaderni.

Edilizia di un Pensiero” (2023), composta da materiali eterogenei, mette il visitatore di fronte a elementi in netto contrasto tra loro, che, attraverso il loro dialogo, trasmettono una sensazione di fragilità. Le mantovane parasassi, tradizionalmente progettate per creare un ambiente sicuro e contenere materiali edili in caduta su un cantiere, vedono invertita la loro funzione, ospitando al loro interno una serie di fiori. Questi fiori attraversano cicli di vita diversi durante il periodo della mostra, e l’installazione scultorea funge da lente d’ingrandimento sul processo inevitabile di essiccazione dei fiori, trattenuti e poi lasciati cadere nel tempo, ognuno seguendo il proprio ritmo vitale.

Infine, la scultura “Stellario” (2023) prende il nome dall’oggetto che l’ha ispirata: una corona in bronzo decorata con dodici stelle, scoperta dall’artista durante un soggiorno a Napoli. Nell’opera presentata, tra i sette elementi che la compongono, non esiste una gerarchia; invece, ognuno collabora con gli altri, sostenendoli e venendo sostenuto. Quest’opera, che conclude l’esposizione al piano terra e introduce al piano superiore dedicato al laboratorio collettivo, ha ispirato il titolo stesso della mostra.

Stelle che sorreggono altre stelle è, quindi, una mostra circolare, che si apre e si chiude a contatto con la terracotta, attivata dall’investimento emotivo di una piccola comunità. Ciò che tiene tutto insieme e appare come la pietra angolare della ricerca di Lucia Cantò è la parola scritta, composta da note, tracce sulle opere d’arte e segni che si fondono nello spazio espositivo. Il linguaggio forma la base di ciascuna delle sculture dell’artista ed ha il potere di collegare tutte le sue installazioni.

Ph Credits ©Fabrizio Vatieri

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Il mondo mondano di Nicolò Rinaldi

Il mondo mondano di Nicolò Rinaldi

Collater.al Contributors · 5 giorni fa · Photography

Il fotografo italiano di street e lifestyle Nicolò Rinaldi compie una vera e propria esplorazione del mondo quotidiano in chiave fotografica. Dopo aver iniziato con la fotografia di paesaggi e esterni, Rinaldi si specializza nel campo della fotografia documentaristica e street, identificando cliché e abbracciando l’ordinario in situazioni affollate. Nella serie Mondo Mondano, Rinaldi si addentra nel cuore della movida sociale. Il vivace tessuto delle feste e dei festival vibra nei suoi scatti e riflette l’eccentricità del contemporaneo. Glitter, drink, luci stroboscopiche, occhiali da sole, si mescolano a tatuaggi, baci, grida e cappelli stravaganti in un’affascinante indagine sociale. Tutto è realizzato in analogico, trascendendo il tempo e scegliendo una narrativa più autentica.

Courtesy Nicolò Rinaldi

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Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang

Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang

Claudia Fuggetti · 6 giorni fa · Photography

Fish Zhang, conosciuta su Instagram con l’account fiiiiiish, è una giovane fotografa di Tokyo che racconta il mondo che le gravita intorno. Il suo sguardo è molto particolare e spesso le immagini che propone al pubblico generano un sentimento di incertezza e destabilizzazione, che in inglese si riassumono benissmo con il termine “weird”. Le pose vengono smorzate da un mood narrativo che tende più a cogliere l’attimo che a illustrare ogni singolo momento di una storia. La sessualità trova ampio spazio nella sua produzione fotografica, che ci ricorda in parte lo stile di Ren Hang, del quale abbiamo precedentemente parlato qui. La donna è rappresentata senza artifici, ma con semplicità e realismo, nonostante negli scatti ci sia un grande senso compositivo.

Visita il sito di Fish e dai un’occhiata ai suoi lavori nella gallery.

Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al  Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al

Courtesy Fish Zhang

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Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar

Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar

Claudia Fuggetti · 7 giorni fa · Photography

Lou Escobar è una fotografa e film-maker francese con base in California che realizza splendide immagini caratterizzate da uno stile fortemente cinematografico. Le atmosfere glam e patinate sono la sua passione e tutti i suoi scatti, anche quelli NSFW, sembrano estrapolati dalle scene di un film hollywoodiano. Le donne immortalate da Lou Escobar sono a loro agio con il proprio corpo e diventano icone di un tipo di sessualità audace, che trasmettono libertà e sensualità, anche solo attraverso lo sguardo.

Tra le sue pubblicazioni non mancano nomi di magazine di moda come Schon e Cake Magazine, mentre il Marsatac festival lo ha scelto per l’adv dell’edizione 2018. I suoi racconti visivi sono ipnotici e non ci si stanca mai di guardarli; se vuoi conoscere altri lavori puoi dare un’occhiata al suo profilo Instagram che trovi qui.

Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar
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Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar
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Cosa succede quando la galleria del telefono diventa un progetto fotografico?

Cosa succede quando la galleria del telefono diventa un progetto fotografico?

Giorgia Massari · 1 settimana fa · Photography

«Un progetto rischioso, un po’ come il writing», ci spiega il fotografo catanese Salvo Sibilla parlandoci del suo progetto di street photography dal titolo Sani e Salvi. Si tratta di un progetto che non nasce per essere tale. Una raccolta di scatti amatoriali privati, fatti con l’iPhone, che acquistano una dimensione pubblica. Tutto ha inizio nel 2020 quando Salvo inizia a scattare in strada, un po’ per cercare compagnia in una nuova città – che nel caso di Milano è capace di farti sentire molto solo -, un po’ per catturare la stravaganza intorno a lui, alla quale non era abituato. Nell’estate del 2022 decide di renderlo pubblico e di condividere una parte della galleria del suo smartphone. Salvo racchiude in un unico progetto i suoi scatti amatoriali “pieni di luci, di volti e di vite”, come afferma il suo collaboratore e amico Loris Di Bella. Snaturate della loro dimensione intima, le fotografie “anti-etiche” – usando le parole di Salvo – prendono vita dialogando tra loro e accorgendosi della presenza di un grande comune denominatore: l’immediatezza stratificata alla stravaganza.

Ma Sani e Salvi non rimane solo a Milano. Viaggia per diverse strade e per diverse città, da Milano ad Amsterdam, da Rotterdam a Sestri Levante, da Finale Ligure a Pedara e, infine, da Bologna a Catania, città natale di Salvo Sibilla. I soggetti preferiti di Salvo sono le persone anziane, lui stesso ci racconta il motivo di questa scelta. «Il primo motivo, quello più umano, è perché mi ricordano i miei nonni, le persone che mi mancano di più da quando mi sono trasferito a Milano. Sono una persona molto romantica e per questo cerco questo aspetto anche nei miei scatti. Nelle persone anziane ritrovo lo stesso animo puro e gentile dei miei nonni».

Questo progetto diventa per Salvo Sibilla una sorta di terapia di adattamento in una nuova città. Provenendo da Catania e approdando a Milano, le differenze culturali sono molte. «Mi piaceva camminare in strada e osservare tutto quello che stava intorno a me. Venendo da una piccola città come Catania, purtroppo nasci con degli stereotipi e dei limiti mentali. Quando sono arrivato a Milano, questi limiti visivi sono iniziati a cadere, tutti quegli aspetti che all’inizio giudicavo come stravaganze sono diventate oggi normalità». Le fotografie diventano quindi un modo di relazionarsi alla nuova quotidianità e, allo stesso tempo, di scoprire una nuova città. In questo senso, è interessante sottolineare l’approccio fotografico di Salvo Sibilla, che lui stesso descrive come “un po’ anti-etico“. «La mia tecnica è quella di agire come un turista. Mi fermo facendo finta di cercare una via e scatto la fotografia alla persona, molto da vicino», ci spiega «Molto spesso le persone anziane non se ne accorgono, così come i miei nonni anche se loro, con il tempo, hanno imparato a riconoscere la mia metodologia e ora sono molto contenti quando li scatto, si sentono un po’ i protagonisti».

«Sani e Salvi può dirsi che è nato da poco e ha ancora tutto da scoprire e che è arrivato alla fine, guadagnando di saggezza», si legge sempre nel testo di Loris Di Bella. Il progetto quindi non finisce qui anzi, diventa per Salvo Sibilla un punto di partenza che gli ha insegnato «a non mollare mai», come ci confessa Salvo, che chiude l’intervista citando la frase di un suo amico: “continua a fare quello che fai a prescindere da tutto e tutti”.

Courtesy Salvo Sibilla

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