Ultima puntata della prima stagione di The Wander Playlist, la rubrica che nel corso di un anno ci ha portato a scoprire la nostra penisola, dalle vette della Val di Sole alle coste di Trapani, passando per le Cinque Terre e il Lago di Braies.
Un anno di paesaggi mozzafiato, di playlist musicali, di decine di cartelle di fotografie e chilometri di strada grattati dalle ruote delle nostre auto.
Musica.
Quest’ultima puntata la dedichiamo alla montagna, alla neve, ai paesaggi che ci hanno stregato e che non avevamo mai vissuto così intensamente come in questi ultimi mesi.

Protagonista delle immagini scattate dalle nostre Lumix è la Val Formazza, una piccola valle alpina quasi isolata e dove il popolo Walser (popolazione di origine germanica) ha vissuto per secoli di allevamento e piccole coltivazioni all’ombra di grandi ghiacciai. Un mondo appartato e silenzioso, che per due giorni abbiamo attraversato a piedi alla scoperta di spazi incontaminati tra grandi distese di neve alta 3 metri, laghi artificiali e rifugi.
“Un mondo appartato e silenzioso…”


La valle è la prosecuzione naturale della Valle Antigorio, che inizia a nord di Domodossola, ed è percorsa per intero dal fiume Toce, che nella parte finale forma le celebri cascate del Toce, un salto di ben 143 metri.
La frazione più settentrionale di Formazza è Riale, un piccolo agglomerato di case ai piedi della imponente Diga di Morasco, creata negli anni 30 per generare energia elettrica e la cui costruzione sommerse l’antico villaggio di Morasco.



Dopo un viaggio iniziato al mattino lungo strade che sembrano cambiare in continuazione, arriviamo nel nostro rifugio nei pressi di Riale durante una piccola tempesta di neve. La neve alta, il paesaggio ovattato ci fa perdere l’orientamento e i contorni delle cose, ci sembra di addentrarci in un foglio bianco, di camminare dentro un batuffolo di cotone, tra oggetti sospesi.
La notte passa veloce. E il giorno dopo il sole è brillante e il cielo di quel blu che solo l’inverno sa regalare.
Passeggiamo l’intera giornata ai piedi e sopra la diga. Arrivati in cima rimaniamo a scattare il lago ghiacciato, una distesa bianca immobile e levigata. Le montagne ci avvolgono e restiamo senza parole ogni volta che spostiamo lo sguardo verso un orizzonte diverso. La natura a volte è capace di renderci ubriachi.
Attraversiamo tutta la piana di Riale. Attorno a noi qualche sciatore si allena sulle piste da fondo.Il sentiero è comodo, ogni angolo sembra ritagliato da un presepe natalizio. Un anfiteatro naturale che promette di essere mozzafiato anche senza neve.
Godetevi queste foto con le quali proviamo a raccontarvi tutto senza usare altre parole.
Ci vediamo tra qualche mese.


“…ci sembra di addentrarci in un foglio bianco, di camminare dentro un batuffolo di cotone, tra oggetti sospesi.”


















Tutte le foto di @buddy_bradley e @cyberandy.
COSA VEDERE
Cascata del Toce
Diga di Morasco
DOVE MANGIARE
Walser Schtuba