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“Ad Lib” e il sottile confine tra violenza verbale e fisica

Ogni anno, in Francia, circa 220 mila donne sono vittime di violenza domestica. Gli studi mostrano come 8 donne su 10 dichiarano anche di aver dubito attacchi psicologici e aggressioni verbali.
È dall’analisi di questi dati che lo scrittore e regista francese Joseph Catté ha deciso di realizzare “Ad Lib”, un corto che mostra come non ci sia alcuna differenza tra violenza verbale e violenza fisica e che entrambe sono in grado di lasciare cicatrici profondissime.

Ad Lib” è un thriller fantasy che utilizza il concetto di karaoke-movie per sottolineare l’importanza delle parole. I due protagonisti, Max e Julie, sono molto innamorati, ma presto scopriamo che la loro relazione è tutt’altro che perfetta e che Max utilizza le parole come se fossero pugni, al fine di imporre la sua forza.

Il finale è un plot-twist inaspettato che però, al contrario di molte altre volte, rispecchia la realtà dei fatti che spesso e volentieri non prevede un “vissero tutti felici e contenti”.

“Ad Lib” e il sottile confine tra violenza verbale e fisica
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