Esiste una storia d’amore che coinvolge uno dei più grandi stilisti di tutti i tempi e un paese, una città in particolare, che con i suoi scorci dorati, la flora selvaggia, l’architettura unica, il calore e la cordialità delle persone ha ritagliato un posto speciale nel cuore di Yves Saint Laurent.
Stiamo parlando del Marocco e di Marrakech in particolare, la “città rossa”.

Questo meraviglioso e inscindibile rapporto nasce nel 1966, 5 anni dopo la nascita della sua maison quando, insieme al suo compagno di vita e di lavoro Pierre Bergé, scelse proprio la città marocchina come meta per un viaggio di piacere. La coppia scoprì lì quello che sarebbe diventato un luogo di evasione e una meta preferita: i giardini Majorelle, “un’oasi in cui i colori di Matisse si mescolano a quelli della natura”.

Ma facciamo un passo indietro.
Il nome dei giardini Majorelle deriva dal pittore Jacques Majorelle, figlio dell’ebanista e designer francese Louis Majorelle, che nel 1919 scelse come casa la città di Marrakech, più precisamente la Medina (la città vecchia).
A cavallo tra il 1922 e il 1923 comprò un palmento nella zona nord-ovest della Medina e, nel 1931, diede incarico all’architetto Paul Sinoir di costruirci all’interno una villa in stile moresco.
L’edificio era strutturato in questo modo: al piano terra c’era il suo grande studio mentre gli spazi privati si trovavano al primo piano.
La villa fu impreziosita ulteriormente dalle pareti color blu Majorelle, una sorta di blu cobalto inventato dal pittore stesso, e la casa venne aperta al pubblico nel 1947.

Majorelle era un amante della botanica e, ispirato dai cortili tradizionali marocchini, ne creò la sua versione personale. Quello che venne fuori fu un incredibile e lussureggiante giardino tropicale, una sorta di cattedrale fatta di forme e colori di stampo impressionista, costruita intorno alla casa su un lungo bacino centrale con svariati ambienti diversi.
Un’opera d’arte vivente e in movimento, con piante esotiche e rare, abbellita e adornata da fontane, laghetti, vasi in ceramica, sentieri, e tantissimo altro.

Torniamo al 1966 e al viaggio a Marrakech di Yves Saint Laurent e Pierre Bergé. In questa occasione i due scoprirono i giardini Majorelle e ne rimasero estasiati.
All’epoca, a causa degli alti costi di gestione, Majorelle fu costretto a vendere i giardini, questi versavano in uno stato di semi-abbandono, erano praticamente incustoditi e il pericolo più grande era la demolizione. Questo Saint Laurent non poteva permetterlo.

Acquistò l’intero complesso nel 1980, ribattezzò la meravigliosa casa dell’artista francese in Villa Oasis, restaurandola con attenzione maniacale e scegliendo di andarci a vivere.
I giardini sono stati di proprietà di Yves Saint Laurent e Pierre Bergé fino al 2008. Dopo la morte dello stilista francese le sue ceneri sono state sparse all’interno del roseto.
Dal 2010 la proprietà è della Fondazione Pierre Bergé – Yves Saint Laurent e dal 2011 la gestione è affidata alla Fondation Jardin Majorelle, un’organizzazione senza scopo di lucro di Marrakech. Lo sviluppo dei giardini è tuttora in corso, sono una delle principali attrazioni turistiche della città e ogni anno attirano più di 700.000 visitatori.
Pierre Bergé è stato il direttore della fondazione dedicata ai giardini fino alla sua morte, avvenuta nel settembre 2017.

La villa è sede del Musée Pierre Bergé des Arts Berbères mentre l’ex atelier di Majorelle è diventato il Museo d’Arte Islamica di Marrakech. Oggi questo ospita una collezione di tessuti nordafricani della collezione personale di Yves Saint Laurent, oltre a ceramiche e gioielli.

Nell’ottobre del 2017, Bergé ha inaugurato il Musée Yves Saint Laurent de Marrakech situato vicino ai giardini Majorelle, nella strada che porta il nome del designer francese.
Il museo è costruito in terracotta, cemento e terra battuta ed è stato realizzato dallo studio francese di architettura Studio KO. Questo ha cercato di incorporare nella struttura le linee del logo YSL abbracciando l’estetica tradizionale che lo circonda.
Il museo vanta spazi espositivi permanenti e temporanei, alcuni ambienti sono a temperatura controllata per proteggere l’ampia collezione d’archivio di Yves Saint Laurent e i suoi migliaia di bozzetti originali. Ci sono inoltre un auditorium e una biblioteca di ricerca che ospita una serie di libri dalla letteratura e cultura araba e berbera fino alle realizzazioni dello stilista.

Quella di Yves Saint Laurent e di Pierre Bergé è una storia d’amore iniziata nel 1966 con un colpo di fulmine che continua ancora oggi nella memoria di tutti. È la storia di due personaggi iconici del mondo della moda e della cultura di tutti i tempi.
