Da quando vivo a Milano sono cambiate molte cose nel mio quotidiano, sicuramente “muoversi” è una di quelle più imponenti. Tra i vari mezzi che utilizzo giornalmente, oltre il mio inseparabile Scarabeo e la mia fiammante single speed c’è la metro. Quando le condizioni climatiche mi sono avverse mi toccano ben 13 fermate di rossa (Pagano/Turro) per andare a lavoro e ovviamente oltre a guardarmi intorno per instagrammare qualche “personaggio” sono piegato sul mio iphone come l’80% delle persone accanto a me.
Kafka!
Benz Thanachart, dopo aver vissuto un anno a NY e aver provato l’inquietante antisocialità dello spostarsi in metro nella grande mela, ha pensato, appena tornato in Thailandia, di sperimentare qualcosa per sovvertire questo andamento dei nostri tempi.
Nella sua serie fotografica “Smartphone” cattura il momento in cui un estraneo grida una parola a caso nel vagone della metro. Per farlo è stato lui stesso a gridare. Il risultato è a dir poco sorprendente: una serie di sguardi increduli che bucano l’obiettivo.
Sotto ogni foto, trovate la parola che ha urlato per attirare l’attenzione: GUARDA!
Fried egg!
Omelette!
Broccoli!
Alligator!
Cappuccino!
Mushroom!