Si chiama Café Art, ed è una meravigliosa iniziativa che ha come scopo quello di consentire ai senzatetto di esprimersi attraverso la fotografia.
Non ho la più pallida idea di come si metta a fuoco, non so assolutamente regolare l’inquadratura, le luci, correggere i colori. Dovete essere dei pazzi. Quello che posso offrirvi e raccontarvi però, è la mia quotidianità.
Io voglio immaginarle più o meno così le parole di un senzatetto di Londra, dopo aver ricevuto incredulo quella macchina fotografica. Vi parlo di un progetto che, tra le duemila notizie che mi sono passate davanti agli occhi quest’oggi, mi ha colpita dritta allo stomaco.
L’Associazione Café Art, ha dato vita ad una meravigliosa iniziativa che ha come scopo quello di consentire ai senzatetto di esprimersi attraverso la fotografia.
La loro vita come protagonista di una pura e semplice espressione artistica, senza dottrina sì, ma dal grande valore implicito, di testimonianza. Come?
Sono state distribuite 100 fotocamere usa e getta, la Royal Photographic Society ha fornito giusto qualche informazione basilare riguardo all’uso della macchina e poi ha lasciato via libera all’espressione. Unico vincolo, il tema: “La mia Londra”.
Sono tornate indietro 80 fotocamere, con all’interno 2500 scatti. Di questi, sono stati selezionati 20, scelti dai gudici di Fujifilm, Amateur Photographer, London Photo Festival, Christie’s, e Homeless Link.
Ma la cosa non si è fermata qua, i 20 scatti vincitori sono diventati poi un calendario, ora acquistabile sul sito Kickstarter, il quale ricavato sarà poi devoluto, sostiene il responsabile Café Art, “per pagare la stampa delle fotografie e del calendario, premiare i fotografi vincitori, aiutare i senzatetto non solo nella quotidianità, ma offrendo loro anche la possibilità di frequentare corsi d’arte”.
Chi meglio di una persona che passa giorno e notte immersa nel pieno della città, che ne conosce ormai ogni singola via, vicolo, parco, edificio, che ne vive costantemente il flusso incessante di eventi, persone… Mi chiedo chi più di lei, più di loro, può rappresentarne al meglio il cuore pulsante.
A voi la visione, a voi il giudizio.