Far valutare e leggere il proprio lavoro da un addetto ai lavori, è sempre un momento decisivo nel percorso di crescita di un fotografo: è come consegnare al mondo il proprio figlio o, ancora meglio, mettersi a nudo e lasciare che qualcuno esprima la propria valutazione su qualcosa cui si è dedicato molto tempo, passione e fatica e che si è convinti nessuno potrà capire fino in fondo. Eppure, affacciarsi al mondo, uscire dalla propria “comfort zone” e confrontarsi con un occhio esterno, è solo l’inizio di una delle sfide più importanti: quella di approcciarsi al proprio lavoro in modo professionale e consapevole.
Abbiamo chiesto a Claudio Composti, uno dei Folio Reviewers più richiesti in Italia, di darci qualche dritta su come gestire la fase prima, durante e dopo lo svolgimento della lettura portfolio.

Claudio Composti vive e lavora a Milano. È fondatore e art director di mc2gallery e Art Advisor di collezioni private ed è curatore indipendente di mostre in spazi istituzionali, gallerie o privati.
Da anni è Folio Reviewer per i più importanti Festival di Fotografia italiani e internazionali ed è Guest Professor a Leica Akademie e a Raffles Milano, Istituto di Moda Design e Fotografia, per il Master di Fotografia. Dal 2023 è direttore del Ragusa Foto Festival a Ibla – Ragusa e direttore artistico di White Carrara.
Le letture portfolio costituiscono un momento di confronto tra un professionista del mondo della fotografia (per esempio un fotografo, photo editor, gallerista o critico) e il lavoro di un fotografo. Perché i fotografi, soprattutto emergenti, dovrebbero scegliere di far leggere il proprio portfolio?
La lettura portfolio è un momento fondamentale per i fotografi sia di presentazione del proprio lavoro che di incontro con curatori, photo editor o collezionisti che possono correggere il tiro e dare alcune indicazioni e suggerimenti per migliorare il lavoro. Il confronto – costruttivo e intelligente – va sempre bene quando c’è, ma bisogna saperlo gestire e saperlo accettare. Anche questo fa parte del percorso formativo di un artista.
L’ansia più grande di un fotografo è probabilmente quella preparatoria in cui è necessario porre ordine all’interno della propria produzione per poi sottoporla allo sguardo di un professionista. Sai dirci quindi come si prepara e presenta un portfolio?
Di solito le letture portfolio si svolgono nei festival e quindi il tempo è limitato, solitamente si hanno a disposizione circa 20 minuti: sapere presentare il proprio lavoro in modo chiaro e conciso è dunque fondamentale. E presentarlo al meglio – dando per scontato che ci sia qualcosa di cui discutere – è già un ottimo biglietto da visita. All’occhio esperto non sfugge la qualità dei materiali scelti per la stampa e come si presenta un portfolio. Meglio presentare non troppe né troppe poche foto. A volte, anche un libro già pubblicato può essere molto utile a rendere l’idea del proprio lavoro, oppure un menabò di libro in fieri può aiutare a far comprendere obiettivi e visioni. Mi sento di dire che la cosa fondamentale è quella di non inondare mai di immagini scelte a caso o per esempio appartenenti a più progetti e presentate in formati diversi: presentare un concetto o un progetto unico – benché incompleto – è sempre meglio rispetto al fornire tanti spunti incompleti.

Dopo la lettura si pensa che tutto sia concluso, che sia solo necessario, magari, ascoltare i suggerimenti ricevuti e applicarli al proprio lavoro. Ma in realtà non è così: cosa dovrebbe fare costantemente un fotografo per veder crescere il proprio lavoro?
Continuare a lavorare, vedere mostre, confrontarsi con altri artisti. Vedere Vedere Vedere: film, mostre, leggere libri e nutrirsi di tutto ciò che possa alimentare la cultura visiva e immaginifica. E poi cercare sia i lettori portfolio che le gallerie che possano avere un interesse verso il proprio lavoro. È inutile rivolgersi a chi fa tutt’altro: vuol dire non avere consapevolezza di sé e di cosa si vuole e si fa.
Quando si affronta una lettura portfolio, bisogna partire con la consapevolezza che si possano ricevere anche opinioni forti o comunque capaci di scardinare le certezze dell’autore. In altri casi, invece, la lettura portfolio può confermare la validità della strada intrapresa. Quali sono i consigli che ti senti di dare ai fotografi per mantenere i contatti con i reviewers? Cosa portarsi a casa del giudizio positivo/negativo ricevuto?
Sicuramente, se il giudizio è positivo, è necessario cercare di mantenere un contatto e sperare che possa sfociare in una collaborazione di qualche tipo. In verità vi assicuro che se l’artista è interessante per il lettore, sarà egli stesso a far sì che si mantengano i rapporti: in questo senso, l’interesse verso il contatto è reciproco. Qualora la lettura dovesse avere un esito negativo, sarebbe bene concentrarsi su ciò che non è stato apprezzato. È necessario innanzitutto comprendere e accettare le critiche costruttive, senza però arrendersi davanti a un giudizio: ricordiamoci che comunque ogni opinione può essere anche soggettiva. Il confine tra giudizio oggettivo e personale è sempre molto difficile da individuare, sia per chi lo dà, sia per chi lo riceve. Nello scambio si cresce sempre in due.
