«Ho sempre pensato che il design cominciasse laddove finiva il processo razionale, e dove cominciava quello della magia» diceva l’architetto e designer Ettore Sottsass (1917-2007) che, per via della sua forza creativa, veniva spesso scambiato per uno scultore. In particolare, il suo estro artistico è evidente nella produzione dedicata ai vetri. Sottsass inizia a “fare vetro” a partire dagli ultimi anni ’40 ma il culmine lo abbiamo negli anni ’80, in concomitanza con l’inizio del progetto Memphis. È da qui che Sottsass, insieme alla moglie Barbara Radice, inizia a ridisegnare il concetto di abitare. Probabilmente il suo approccio al design è ciò che oggi lo rende ancora incredibilmente attuale ed è il motivo del grande boom che sta avendo negli ultimi anni, con centinaia di mostre a lui dedicate sparse per tutto il mondo. Probabilmente, anche oggi stiamo vivendo la stessa necessità di novità, di colore e di stravaganza per sopperire al rigore e alla monotonia che ancora una volta ha provato ad impossessarsi del nostro immaginario.

Tornando alla sua produzione vetraria, osservando i pezzi della collezione Memphis – che oggi sono in mostra nello show-room di Milano (Brera) in occasione della Milano Glass Week – ciò che colpisce è la genialità delle forme e i colori accesi, tipici dello stile di Murano. È proprio qui che Sottsass inizia il suo primo approccio con il materiale ed è in questo luogo, insieme ai maestri muranesi, che ne scopre i segreti.

Nel 2017, in occasione del centenario dalla sua nascita, venne organizzata una mostra proprio a Venezia, nello spazio espositivo Le stanze del Vetro dal titolo “Ettore Sottsass: il vetro” a cura di Luca Massimo. Dal catalogo concepito dalla mostra, emerge il profondo legame che Sottsass ebbe con questo materiale e l’ispirazione che il vetro stesso riuscì a scaturire in lui. Sottsass non utilizzava il vetro in un’ottica industriale e rigorosa, e neppure per le sue qualità di trasparenza ed eleganza, ma piuttosto lo sfruttava per uscire dai classici schemi, rompendo le regole del design e creando un forte contrasto.


«Ho cercato di uscire dall’oggetto quotidiano e ho provato a fare Vetri con la maiuscola. Certo è un atteggiamento pericoloso, perché io non voglio essere artista, tantomeno scultore, ma alla fine gli oggetti che produco sembrano sculture di vetro, eppure non lo sono: sono un misto che non si capisce bene.» affermava Sottsass, ed effettivamente è proprio così. I suoi vasi all’apparenza poco funzionali, ricordano dei totem, delle forme primordiali e si caricano di una forte simbologia. In generale, il design di Ettore Sottsass è stato in grado di rompere gli schemi della quotidianità, “imponendo violentemente nuovi usi e costringendo a reinventare le azioni e i gesti del comportamento quotidiano, gli oggetti di Ettore Sottsass stravolgono la vita di chi aveva rinunciato a scegliere e a pensare”, come sottolineava la critica d’arte Francesca Alinovi.


