Essere svegliati dalla luce del sole che spunta dietro un promontorio, sovrastato da una costruzione isolata e misteriosa. Guardarsi intorno accorgendosi di non avere riferimenti, circondati per tre lati da pareti di roccia irregolare, mentre solo in un’unica direzione l’orizzonte del mare e del cielo risvegliano un ricordo terrestre.
Filippo Maffei racconta la storia di uno smarrimento, la perdita di un terreno sicuro sul quale imprimere la propria orma. I corpi nudi di due ragazze iniziano così a riprendere confidenza con la roccia e con l’acqua, poi con il cielo e con il sole che scalda appena la pelle imperlata da gocce salate.
Pian piano le rocce porose diventano gradini da scalare per scoprire la verticalità, una nuova direzione che ha imprevisti e ostacoli, gestiti con sempre più confidenza e sicurezza, fino a padroneggiarli e conquistarli, grazie a movimenti calcolati.
Il bianco e nero di Filippo Maffei è un erotico racconto dell’uomo e della natura in simbiosi perfetta. Una serie di fotografie in cui è racchiuso il ciclo continuo della natura, in cui i corpi vengono riflessi dall’acqua, o ci si tuffano dentro per trovare tregua dal sole.
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