Cosa ci insegna FREITAG

Cosa ci insegna FREITAG

Anna Frattini · 2 mesi fa · Style

Oggi inizia la Milano Fashion Week e noi, in controtendenza, siamo andati a Zurigo per saperne di più sul tema della produzione sostenibile e per festeggiare i 30 anni di FREITAG. Un’azienda che dalla sua nascita – nel 1993 – riutilizza teloni per camion trasformandoli in borse, zaini e piccoli accessori. Un viaggio che ci ha insegnato molto sulla sostenibilità, riservandoci non poche sorprese che vogliamo condividere con voi.

Facciamo un passo indietro, a quasi 30 anni fa. Markus Freitag è a fare la spesa in uno dei supermercati più diffusi in Svizzera e si trova davanti a un articolo molto familiare. Non è altro che l’imitazione di una delle prime borse progettate da lui e dal fratello Daniel. Al posto di FREITAG – in italiano, venerdì – campeggiava un’altra scritta: Donnerstag, giovedì. Un momento rimasto impresso nella memoria dei due fratelli, che sono arrivati a pattuire un accordo che impediva alla catena di supermercati di produrre altre borse chiamate con il nome di un giorno della settimana in tedesco.

La copia della copia

Oggi, in occasione del trentesimo compleanno di FREITAG, l’azienda ha deciso di omaggiare la copia con una copia della copia. Ispirandosi alla catena di supermercati il brand svizzero ha organizzato la Settimane Donnerstag, dal 19 al 30 settembre nel Flagship Store di Zurigo. Il designer Leandro Destefani è corso in aiuto progettando un vero e proprio supermercato, recuperando molti degli elementi da piattaforme di compravendita di merce usata.

Fra espositori di verdura, frigoriferi e una cassa con nastro, c’è la messenger bag Donnerstag F13-D COPY CAT. Sono tutte blu e disponibili nello store vicino a una location speciale per i due fondatori, il ponte Hardbrücke, luogo di nascita della prima borsa FREITAG. Nello store Abbiamo anche avuto l’occasione di vedere coi nostri occhi e toccare con mano il primo esemplare, conservato al Museum für Gestaltung di Zurigo.

FREITAG non segue nessun trend

FREITAG non è interessata a seguire trend o mettersi in competizione con altri brand. Al contrario, segue una missione ben precisa che ha poco a che fare con il sistema della moda per come lo conosciamo. Dopo trent’anni spesi a produrre borse – tutti pezzi unici – realizzate con materiali riciclati, oggi come allora il brand si impegna per l’ambiente. Il nuovo obiettivo è quello della circolarità ovvero la promessa di tenere in circolazione il più a lungo possibile i materiali utilizzati per la produzione. Una missione che col tempo si è trasformata anche nella volontà di chiudere i propri cicli produttivi, in un futuro non troppo lontano. Ma di questo ne parliamo dopo.

Uno degli aspetti più interessanti del processo di produzione di FREITAG riguarda il modo in cui i designer del brand approcciano la progettazione dei modelli. Da una parte, la priorità rimane quella di utilizzare più materiale possibile minimizzando gli sprechi, dall’altra c’è anche la volontà di realizzare combinazioni funzionali. Una volta venduta la borsa, nei flagship stores, nei franchising o nello store online, FREITAG garantisce anche un servizio di riparazione. Ma non solo, uno dei progetti più interessanti attivati dal brand è sicuramente S.W.A.P. – la piattaforma di scambio in stile Tinder – che da’ la possibilità ai possessori di borse FREITAG di scambiare il proprio prodotto con altri. L’azienda ha preso spunto dalla piattaforma di dating online più famosa al mondo per rendere tutto il processo più divertente e interattivo. A questo link è possibile fare match, quindi esprimere il proprio interesse verso una borsa aspettando di essere ricambiati. Tutto questo per assicurare un’esperienza interattiva fuori dal comune – e sicuramente circolare – ai clienti FREITAG.

Sostenibilità e circolarità

Come anticipato sopra, quando si parla di FREITAG si affrontano anche i temi della circolarità e della sostenibilità. Dal 2021 FREITAG sta pensando a sviluppare, insieme ad altri partner industriali, un telone per camion riciclabile. Ci sono già due protitipi al loro primo collaudo, pensati per chiudere il ciclo dei materiali tecnici del brand. È in arrivo anche lo zaino a prova di economia circolare, realizzato con un’unica materia prima ma senza teloni di camion.

Tutte le parti dello zaino sono realizzate con un unico materiale: la poliammide 6 e il lancio, con ogni probabilità, arriverà nella primavera 2024, accompagnate da un programma di riparazione e restituzione. Questo vale anche per la CIRC-CASE di FREITAG. Ufficialmente il primo prodotto a prova di economia circolare. La curiosità di questo prodotto sta nella materia prima utilizzata: gli scarponi da sci in disuso.

Cosa ci ha insegnato questo viaggio con FREITAG

Le novità annunciate da FREITAG per i trent’anni dalla nascita sono tantissime. Il punto focale rimane uno: l’attenzione alla sostenibilità e a un futuro pensato per chiudere il ciclo produttivo, intento a diventare finalmente circolare. Un’obbiettivo ambizioso che apre una conversazione più ampia sulla questione della sostenibilità, sicuramente una delle più dibattute negli ultimi anni. L’esempio di FREITAG – soprattutto in momenti così frenetici per il mondo della moda – ci obbliga a riflettere sulla questione ambientale osservandola da un punto di vista nuovo e innovativo. Idee come S.W.A.P. e il pop-up store creato a immagine e somiglianza di un vero e proprio supermercato ci insegnano come sia possibile guardare al riuso o al marketing in modo creativo e sostenibile. Questo si riflette su tutto il ciclo produttivo e apre una conversazione onesta e costruttiva non solo per i clienti FRIETAG ma anche per gli appassionati di moda.

ph. credits: Philip Frowein, Elias Bötticher

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Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri

Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri

Giulia Guido · 2 giorni fa · Photography

Lucas Cerri è un fotografo francese, nato a Cannes, che spazia dalle fotografie di viaggio ai ritratti, ma la vocazione per quest’arte è arrivata quasi per caso. 

Infatti, Lucas nasce come musicista, poi col tempo, oltre a esprimere emozioni, pensieri e sentimenti attraverso note e melodie, ha cominciato a fare anche attraverso le immagini. 

Da allora, che fosse analogica o digitale, la macchina fotografica ha sempre fatto parte delle sue giornate. 

Scorrendo il suo sito e addentrandoci nel suo portfolio possiamo notare fin da subito come Lucas Cerri riesca a spaziare dalla fotografia di viaggio, con cui ci porta in ogni angolo del mondo, dall’Islanda agli Stati Uniti, dal caldo Portogallo alla fredda Norvegia, a ritratti intimi e delicati. 

Tra i suoi lavori il nudo ha un ruolo preponderante e il corpo, con le sue forme e le sue linee, diventa quasi una scultura da catturare in tutta la sua naturalezza. Spesso, i corpi che scatta si trovano immersi nella natura, quasi sovrastati da essa e guardando le fotografie di Lucas Cerri sentiamo quel senso di libertà che proviamo quando ci immergiamo nelle profonde acque del mare, o quando corriamo lungo campi desolati. 

Qui sotto trovi una selezione di scatti, ma per scoprire tutti i lavori di Lucas Cerri visitate il suo sito e seguitelo su Instagram

Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri
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Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri
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Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 

Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 

Giulia Guido · 5 giorni fa · Photography

Ai margini della società globalizzata – quella della sindrome da workaholism – e ai margini del giorno ha sempre vissuto una società che non si è mai posta confini o limiti di alcun tipo. È qui, tra le gente della notte, che dal 2018 al 2021 la fotografa Carolina Lopez ha vagato munita della sua macchina fotografica. 

Carolina Lopez è una giovane fotografa di origini latinoamericane che lavora tra gli Stati Uniti e l’Europa, dove ha preso vita il suo ultimo progetto fotografico “Les Nuits Fauves”. Le donne che popolano la vita notturna di città come Berlino, Praga, Londra, Las Vegas, Parigi e Milano sono le protagoniste dei suoi scatti. 

Con un’estetica super satura e un taglio quasi documentaristico il lavoro di Carolina è un’analisi sulla società consumistica, superficiale ed evidentemente ossessionata dalla moda e dall’estetica. Il flash accecante sella macchina fa luce su alcuni elementi, lasciandone altri totalmente al buio e restituendo quell’aspetto fugace e misterioso della notte. 

Grazie a una campagna di crowdfunding “Les Nuits Fauves” è diventato un libro ed è stato pubblicato dalla casa editrice italiana Selfself Books. Qui sotto potete trovare alcuni scatti del progetto, ma scopritelo per interno sul sito di Carolina Lopez e sul suo profilo Instagram

Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 
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Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 
Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 
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Tutto quello che abbiamo visto al Linecheck

Tutto quello che abbiamo visto al Linecheck

Anna Frattini · 5 giorni fa · Photography

Abbiamo già parlato di Linecheck, l’evento dedicato all’ecosistema musicale italiano e internazionale. Ci siamo andati anche noi e – attraverso la lente di Andrés Juan Suarez – questo è quello che abbiamo visto. Abbiamo respirato aria di novità in un’occasione di incontro e confronto che ci ha permesso di scoprire i nuovi talenti e molte delle nuove tendenze musicali. Insomma, un evento imperdibile nella cornice della Milano Music Week. Le nostre esibizioni preferite sono state quelle di Daniela Pes, 72-HOUR POST FIGHT e Post Nebbia. Quest’anno il tema era #ManyKisses, con la volontà di vedere la musica come un’ecosistema: una comunità poliamorosa che cresce attraverso il dialogo continuo tra i suoi membri, la circolazione di energia ispiratrice e creativa insieme allo scambio fra personalità affermate sulla scena e artistə emergenti. 

ph. Andrés Juan Suarez

Tutto quello che abbiamo visto al Linecheck
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Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini

Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini

Claudia Fuggetti · 1 settimana fa · Photography

“Come vivremmo se non avessimo dei modelli di genere già precostituiti?

È questo il quesito che si pone il progetto Gender Theory della fotografa e filmmaker Rossella Agostini. Dopo essersi laureata in direzione della fotografia presso il Columbia College di Chicago, l’artista ha deciso di focalizzare la sua ricerca sulla celebrazione dell’individuo in quanto tale e il suo rapporto con il mondo circostante.

L’esplorazione delle relazioni interpersonali sono evidenziate da un tipo di estetica che predilige soggetti visibili da lontano collocati in spazi vuoti: insieme alla valorizzazione di bellezze fuori dal comune Rossella crea così una coerenza narrativa. L’artista ha descritto la sua serie fotografica così:

“Gender Theory è una serie fotografica che rifiuta l’idea del binarismo di genere e ne esplora una realtà dove questa non sia una costruzione sociale. Accenna a temi come l’identità e la sessualità e dimostra come il sesso biologico, l’identità di genere e l’espressione di genere non sempre combacino”.

Attraverso un elegante gioco di ruoli, le immagini di Rossella raccontano una storia capace di arrivare immediatamente al pubblico, non è un caso che Gender Theory abbia vinto il London Photo Festival nel 2018.

Visita il sito dell’artista qui.

Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini | Collater.al
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