Gaia Caramellino, talentuosissima fotografa, ha intrapreso un viaggio alla ricerca dei concetti di casa, di appartenenza e di identità attraverso la fotografia. La sua creatività si riflette in un’esplorazione del suo passato nomade, trasformando il movimento perpetuo in un mondo sospeso e malinconico dove il concetto di “casa” si tramuta in profonda riflessione.

Nata in una famiglia di viaggiatori itineranti, Caramellino ha trascorso la sua infanzia in una casa su quattro ruote insieme ai genitori, sempre in movimento. Inizia qui il suo viaggio fotografico. La sua fotografia si contraddistingue per il tono agrodolce, alla ricerca di qualcosa di stabile all’interno di questo moto perpetuo. «Mia madre diceva che la malinconia dei nomadi non è altro che la ricerca di un luogo innocente, un luogo da proteggere», spiega la fotografa.


Attraverso il suo obiettivo, Gaia Caramellino cattura i momenti fugaci di un’esistenza nomade e le emozioni profonde che ne derivano. Le sue fotografie raccontano storie di transitorietà e la ricerca di quell’inafferrabile senso di appartenenza. Ogni immagine è una testimonianza del potere dell’arte di esplorare, esprimere e guarire l’anima. Il lavoro di Gaia invita gli spettatori a unirsi a lei in questo viaggio, a contemplare la bellezza della malinconia e a riflettere sulla ricerca universale di un luogo da chiamare casa.




Ph. courtesy Gaia Caramellino
Per scoprire di più sui suoi scatti qui il profilo Instagram della fotografa. Vi ricordiamo anche che Gaia Caramellino sarà parte della mostra Collater.al Photography alla Fondazione Matalon di Milano dal 22 al 24 settembre 2023.