I confini non esistono

I confini non esistono

Giulia Tofi · 2 mesi fa · Photography

Cos’è un confine? Un limite, un inizio, ma anche una fine. Una linea (in)visibile in continuo movimento che delimita un «di qua», che conosciamo bene, e un «di là», che invece è altro da noi e non ci appartiene. A caratterizzare da sempre questo termine è infatti la sua natura mutevole. È così che nel tempo ha saputo estendersi a molti campi dell’esperienza umana, cambiando forma e sostanza. Basti pensare a come, ogni volta che il concetto di confine ha attraversato le sfere della creatività, è riuscito a raggiungere sfumature di significato sempre diverse. Un’evoluzione che per certi versi sembrerebbe assomigliare a quella dell’uomo e forse il motivo è perché idealmente rappresenta quella finestra dalla quale osservare le nostre azioni, quella finestra che ci offre l’opportunità di conoscerci più a fondo. Di conseguenza ogni volta che ne parliamo è come se stessimo parlando di noi stessi. Qui sono gli scatti di Viktoria Andreeva, Loc Boyle, Alessio Bucciero, Sara Camporesi e Gaia Caramellino a indagare, in chiave fotografica e da prospettive differenti, la natura sfuggente del concetto di confine.

Viktoria Andreeva

Quello che esplora la fotografa bulgara Viktoria Andreeva nella serie Relay è il più primordiale dei confini, quello della nostra pelle. Nel progetto si approfondisce il complesso rapporto tra gli individui, esplorando temi come l’identità, la dualità umana e la metamorfosi. All’interno di ogni composizione il protagonista assoluto è il corpo che diventa lo strumento per dar vita a una serie di contraddizioni. Nelle sue fotografie infatti i soggetti possono apparire vicini e intimi e allo stesso tempo schivi e distanti. Questo perché Andreeva spersonalizza intenzionalmente questi ultimi, catturando le loro curve in modo astratto e surreale e nascondendo e rivelando di volta in volta parti dei loro corpi. Attraverso la distorsione delle figure la fotografa mira a superare il confine tra realtà e illusione e, così facendo, ci fa comprendere come questo concetto dipenda esclusivamente dalla nostra percezione e sia perciò soggettivo e indefinito, quindi astratto. 

Loc Boyle

La distorsione della percezione adottata da Andreeva torna poi nella fotografia di Loc Boyle. In questo caso il fotografo australiano immagina nuove forme del corpo e sperimenta una tipologia di confine differente: la capacità di un uomo di «essere arte», incorniciando i corpi come fossero sculture monolitiche. Li vediamo ricoperti di vernice, intrappolati nella lycra, allungati e a volte persino piegati su se stessi; tutto ciò mentre sono intenti a mantenere pose astratte, drammatiche o semplicemente bizzarre. Il risultato sono immagini ricche di contrasti: potenti, delicate, immobili, in movimento, astratte, umane. Immagini che, allo stesso tempo, sanno incuriosire e confondere l’osservatore, il quale, stordito, si chiede «È un’opera d’arte, una scultura o l’essenza di qualcosa ancora sconosciuto?».

Alessio Bucciero

Per Alessio Bucciero il confine non va inteso come sinonimo di separazione, «Per me significa avvicinarsi a qualcosa», afferma il fotografo italiano. Questo approccio emerge sin dal primo sguardo nella foto dei due amanti colti in un abbraccio, che Bucciero fa apparire come fossero due parti di un’unica identità. Qui, quella soglia che distingue – come è stato detto all’inizio di questo testo – un «di qua» e un «di là» non si pone più come linea di inclusione/esclusione, ma diventa sempre più rarefatta fino a sparire, andando a creare qualcosa che non è mai esistito e che va esplorato. E così, senza volerlo, ci si dimentica quel bisogno ancestrale di sentirsi protetti dentro uno spazio delimitato, superando una volta per tutte la definizione più tradizionale di confine. 

Sara Camporesi

Mentre Andreeva, Boyle e Bucciero indagano il concetto di confine nella sola dimensione corporea, la ricerca di Sara Camporesi si concentra sulla definizione di «presenza» che il corpo occupa nell’ambiente circostante. Quello che prende in esame la fotografa italiana è dunque lo spazio che si crea tra il corpo e l’architettura, tra pieni e vuoti. «L’attimo in cui tutto è ancora sospeso, in cui siamo e non siamo, in cui tratteniamo qualcosa di sfuggente, qualcosa che ci precede e senza il quale nulla potrebbe cominciare», afferma Camporesi. Nello scatto realizzato nella Città Metafisica di Tresigallo, nella pianura ferrarese, vediamo quel confine diventare l’inizio di un viaggio condiviso alla scoperta di un altrove, nuovo e inimmaginabile. Un altrove in cui immergersi e lasciarsi stupire da ciò che è in grado di rivelare: qualcosa di noi che non sapevamo esistesse, che ci aiuta a (ri)conoscere o ritrovare.

Gaia Caramellino

Differente, ma per certi versi simile a quello di Camporesi è il confine inteso da Gaia Caramellino. Nelle sue fotografie questo concetto prende improvvisamente forma, diventando quel luogo in cui risultare introvabili per potersi ritrovare ogni volta. Non si tratta dunque di uno spazio sconosciuto, ma di uno di cui si ha esperienza. Una culla anzi «un luogo salvo, cristallizzato nel tempo, in cui poter essere deboli, aperti ai colpi, alle cadute. Una sorta di sala d’attesa finalizzata al nulla, una terra di mezzo di nessuno dove si arbitra alla pari con la propria storia», afferma la fotografa. Di fronte ai suoi scatti l’osservatore si trova quindi a fissare un confine che non gli appartiene. 

Nelle indagini dei cinque fotografi presi in esame abbiamo compreso che il concetto di confine è soggettivo e astratto. Per quanto si voglia tentare di delimitarne il perimetro, il risultato non sarà mai definitivo perché non è nient’altro che un’idea che non esiste. Un’idea che abbiamo costruito noi, con il solo scopo di raccontarla. 

Viktoria Andreeva
Alessio Bucciero
Sara Camporesi
Loc Boyle
Gaia Caramellino
I confini non esistono
Photography
I confini non esistono
I confini non esistono
1 · 11
2 · 11
3 · 11
4 · 11
5 · 11
6 · 11
7 · 11
8 · 11
9 · 11
10 · 11
11 · 11
Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri

Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri

Giulia Guido · 2 giorni fa · Photography

Lucas Cerri è un fotografo francese, nato a Cannes, che spazia dalle fotografie di viaggio ai ritratti, ma la vocazione per quest’arte è arrivata quasi per caso. 

Infatti, Lucas nasce come musicista, poi col tempo, oltre a esprimere emozioni, pensieri e sentimenti attraverso note e melodie, ha cominciato a fare anche attraverso le immagini. 

Da allora, che fosse analogica o digitale, la macchina fotografica ha sempre fatto parte delle sue giornate. 

Scorrendo il suo sito e addentrandoci nel suo portfolio possiamo notare fin da subito come Lucas Cerri riesca a spaziare dalla fotografia di viaggio, con cui ci porta in ogni angolo del mondo, dall’Islanda agli Stati Uniti, dal caldo Portogallo alla fredda Norvegia, a ritratti intimi e delicati. 

Tra i suoi lavori il nudo ha un ruolo preponderante e il corpo, con le sue forme e le sue linee, diventa quasi una scultura da catturare in tutta la sua naturalezza. Spesso, i corpi che scatta si trovano immersi nella natura, quasi sovrastati da essa e guardando le fotografie di Lucas Cerri sentiamo quel senso di libertà che proviamo quando ci immergiamo nelle profonde acque del mare, o quando corriamo lungo campi desolati. 

Qui sotto trovi una selezione di scatti, ma per scoprire tutti i lavori di Lucas Cerri visitate il suo sito e seguitelo su Instagram

Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri
Photography
Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri
Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri
1 · 13
2 · 13
3 · 13
4 · 13
5 · 13
6 · 13
7 · 13
8 · 13
9 · 13
10 · 13
11 · 13
12 · 13
13 · 13
Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 

Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 

Giulia Guido · 5 giorni fa · Photography

Ai margini della società globalizzata – quella della sindrome da workaholism – e ai margini del giorno ha sempre vissuto una società che non si è mai posta confini o limiti di alcun tipo. È qui, tra le gente della notte, che dal 2018 al 2021 la fotografa Carolina Lopez ha vagato munita della sua macchina fotografica. 

Carolina Lopez è una giovane fotografa di origini latinoamericane che lavora tra gli Stati Uniti e l’Europa, dove ha preso vita il suo ultimo progetto fotografico “Les Nuits Fauves”. Le donne che popolano la vita notturna di città come Berlino, Praga, Londra, Las Vegas, Parigi e Milano sono le protagoniste dei suoi scatti. 

Con un’estetica super satura e un taglio quasi documentaristico il lavoro di Carolina è un’analisi sulla società consumistica, superficiale ed evidentemente ossessionata dalla moda e dall’estetica. Il flash accecante sella macchina fa luce su alcuni elementi, lasciandone altri totalmente al buio e restituendo quell’aspetto fugace e misterioso della notte. 

Grazie a una campagna di crowdfunding “Les Nuits Fauves” è diventato un libro ed è stato pubblicato dalla casa editrice italiana Selfself Books. Qui sotto potete trovare alcuni scatti del progetto, ma scopritelo per interno sul sito di Carolina Lopez e sul suo profilo Instagram

Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 
Photography
Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 
Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 
1 · 9
2 · 9
3 · 9
4 · 9
5 · 9
6 · 9
7 · 9
8 · 9
9 · 9
Tutto quello che abbiamo visto al Linecheck

Tutto quello che abbiamo visto al Linecheck

Anna Frattini · 5 giorni fa · Photography

Abbiamo già parlato di Linecheck, l’evento dedicato all’ecosistema musicale italiano e internazionale. Ci siamo andati anche noi e – attraverso la lente di Andrés Juan Suarez – questo è quello che abbiamo visto. Abbiamo respirato aria di novità in un’occasione di incontro e confronto che ci ha permesso di scoprire i nuovi talenti e molte delle nuove tendenze musicali. Insomma, un evento imperdibile nella cornice della Milano Music Week. Le nostre esibizioni preferite sono state quelle di Daniela Pes, 72-HOUR POST FIGHT e Post Nebbia. Quest’anno il tema era #ManyKisses, con la volontà di vedere la musica come un’ecosistema: una comunità poliamorosa che cresce attraverso il dialogo continuo tra i suoi membri, la circolazione di energia ispiratrice e creativa insieme allo scambio fra personalità affermate sulla scena e artistə emergenti. 

ph. Andrés Juan Suarez

Tutto quello che abbiamo visto al Linecheck
Photography
Tutto quello che abbiamo visto al Linecheck
Tutto quello che abbiamo visto al Linecheck
1 · 8
2 · 8
3 · 8
4 · 8
5 · 8
6 · 8
7 · 8
8 · 8
Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini

Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini

Claudia Fuggetti · 1 settimana fa · Photography

“Come vivremmo se non avessimo dei modelli di genere già precostituiti?

È questo il quesito che si pone il progetto Gender Theory della fotografa e filmmaker Rossella Agostini. Dopo essersi laureata in direzione della fotografia presso il Columbia College di Chicago, l’artista ha deciso di focalizzare la sua ricerca sulla celebrazione dell’individuo in quanto tale e il suo rapporto con il mondo circostante.

L’esplorazione delle relazioni interpersonali sono evidenziate da un tipo di estetica che predilige soggetti visibili da lontano collocati in spazi vuoti: insieme alla valorizzazione di bellezze fuori dal comune Rossella crea così una coerenza narrativa. L’artista ha descritto la sua serie fotografica così:

“Gender Theory è una serie fotografica che rifiuta l’idea del binarismo di genere e ne esplora una realtà dove questa non sia una costruzione sociale. Accenna a temi come l’identità e la sessualità e dimostra come il sesso biologico, l’identità di genere e l’espressione di genere non sempre combacino”.

Attraverso un elegante gioco di ruoli, le immagini di Rossella raccontano una storia capace di arrivare immediatamente al pubblico, non è un caso che Gender Theory abbia vinto il London Photo Festival nel 2018.

Visita il sito dell’artista qui.

Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini | Collater.al
Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini | Collater.al
Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini | Collater.al
Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini | Collater.al
Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini | Collater.al
Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini | Collater.al
Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini
Photography
Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini
Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini
1 · 12
2 · 12
3 · 12
4 · 12
5 · 12
6 · 12
7 · 12
8 · 12
9 · 12
10 · 12
11 · 12
12 · 12
Altri articoli che consigliamo