Essere apparentemente in sintonia – cromatica, emozionale o mimetica – con l’ambiente che ci circonda non sempre vuol dire anche sentirsi bene. A volte si tratta di abitudine, altre volte di indifferenza, altre ancora di rinuncia.
Le foto di Brooke DiDonato, secondo me, raffigurano proprio questo e mi fanno venire in mente quelle mattine in cui meccanicamente ti avvii ad intraprendere una nuova giornata e ti accorgi che la vita ti sta passando accanto e sei sotto la doccia o, peggio, davanti allo specchio – pensando a come diventare flusso indistinto anche tu e se chiudi gli occhi è un po’ come se lo diventassi e da lì, lo sai, basta un attimo prima che le piastrelle ti risucchino.
Allo stesso tempo c’è una bellezza incontestabile nell’arrendevolezza dei soggetti di questi scatti, la bellezza dei vinti, l’eleganza di chi si è perso e non si trova, di chi si è perso e non vuole esser trovato, di chi si è perso pur non avendo messo un piede fuori dalla propria casa.