Giovedì 22 Marzo, nel flaghsip store di adidas originals di Milano, i 4 artisti coinvolti nel progetto #OriginalsMilano Grid Talk hanno discusso con il curatore dell’evento Caio Twombly, ed il pubblico presente, il significato della griglia, in che modo questa struttura incide nella loro arte e la sua connessione con il concetto DEERUPT.
Il fotografo Luca Grottoli, la filmmaker Claire Kleinman e gli artisi Daniel Sansavini, Kai e Adrian Schachter sono stati protagonisti di un botta e risposta che è culminato in un evento con un secret show del rapper G.bit.
In questa occasione abbiamo intervistato il giovane curatore della mostra, che rimarrà aperta fino al 4 Aprile, che ci ha raccontato come ha iniziato il suo lavoro e qual è il suo approccio quando inizia un nuovo progetto:
Come hai iniziato? Raccontaci la tua storia.
Il mio lavoro è iniziato circa quattro anni fa, quando vivevo a Londra. Non ero molto ispirato da questa città e stavo vivendo una vita molto apatica. Dopo l’incontro con Kai e Adrian Schachter (due degli artisti coinvolti in GRID TALK) ho deciso di ospitare una mostra d’arte nel mio appartamento nell’East London.
Quando la mostra è finita e mi sono sentito estremamente motivato a continuare la mia carriera di curatore. Mi sono trasferito a New York, mi sono iscritto al corso di storia dell’arte e fino ad oggi ho curato 8 eventi. È stato molto incoraggiante rendermi conto dei miei miglioramenti, Kai e Adrian sono stati protagonisti del mio sviluppo e penso che questo si sia riflesso anche nella loro arte.
Qual è il tuo approccio creativo quando ti misuri con un nuovo progetto?
Non ho una vera procedura quando mi misuro con dei nuovi progetti, varia in maniera considerevole a seconda delle circostanze.
Solitamente cerco di eliminare tutte le formalità, soprattutto quando propongo un progetto ad artisti giovani.
Quando un’immagine non è sufficientemente adatta a coinvolgere lo spettatore, il problema viene in parte condiviso con il curatore.
Credo che un curatore non debba necessariamente solo trovare un senso alle cose o creare narrazioni coese, ma anche influenzare lo spazio in modo da creare sorpresa e interpretare in maniera artificiale realtà inesplorate; questo ovviamente dipende dagli artisti o dai temi da trattare….Il curatore agisce come un artista invisibile, mai ad alta voce con il rischio di disturbare, ma neanche in silenzio con il pericolo di annoiare.
Com’è nata la tua collaborazione con adidas per il lancio di DEERUPT e come hai scelto i 4 artisti che hanno preso parte al progetto?
Carlo Palazzo mi ha contattato per la prima volta qualche mese fa. Il suo entusiasmo mi ha motivato ed è stato fantastico lavorare con lui e con il brand. Come ho già detto, ho lavorato a diversi progetti con Kai e Adrian e da quando abbiamo stabilito un solido rapporto creativo, sono sempre i primi artisti che coinvolgo in un nuovo progetto. Ho incontrato Claire a New York e mi ha subito colpito come artista, mi ha preceduto nel comprendere appieno le potenzialità di questo evento. Luca è un fotografo di moda affermato e credo che il suo curriculum parli da sé. Per quanto riguarda Daniel me lo ha presentato Carlo, ma il suo lavoro lo avevo precedentemente conosciuto perché ha lavorato per il brand di mio cugino, Priscavera.
Mi ricordo di aver visto e subito apprezzato il suo lavoro; una coincidenza che non potevo ignorare.
Ph: Serena Sambrunone
Video: Ivan Van Khokhlov