La surreale vita in loop di Joe Pease

La surreale vita in loop di Joe Pease

Tommaso Berra · 4 mesi fa · Art

Tra i progetti di Collater.al c’è una serie intitolata Ballet Mécanique, che consiste in una raccolta di video con l’obiettivo di mettere in evidenza la sincronia di movimenti quotidiani, che abbinati ai rumori di lavorazione, creano una sorta di coreografia tranquillizzante. Il loop è un meccanismo che ipnotizza e riappacifica i sensi dell’uomo, succede di accorgersene quando ci sono video con effetti ottici di forme geometriche, ma anche nella vita di tutti i giorni possiamo assistere a movimenti coordinati dai quali non è possibile togliere l’attenzione.
Il motion artist Joe Pease nei suoi video va alla ricerca proprio di queste situazioni e questi movimenti ripetuti, o meglio li ricrea in post produzione, incollandoli tra loro come fosse un collage e costruendo scene surreali.

I video di Pease sono costruiti partendo principalmente da scene all’aperto, questo perché le persone sono più dinamiche, interagiscono con lo spazio, correndo e muovendosi secondo i tempi imposti dal traffico, dalla fretta e dalle altre persone. Il lavoro che compie l’artista è quello di sincronizzare tutti questi tempi e questi momenti, con la presenza dell’uomo che rende tutto più affascinante e in alcuni casi pericoloso.
Quello che ipnotizza delle opere di Joe Pease sono anche i dettagli nelle scene di gruppo, c’è sempre un o o più personaggi che rompono lo schema di apparente tranquillità, compiendo azioni strane e imprevedibili. Sarà surreale quindi vedere un uomo in camicia che scava una fossa tra i passanti di un incrocio metropolitano, oppure sempre a un incrocio simile chiedersi cosa ci faccia la scrivania di un ufficio e una stampante che sputa fogli di carta a ripetizione.

Il lavoro di Joe Pease è apprezzato e lo ha portato a un discreto successo nella cerchia di collezionisti di NFT, un mondo che ha valorizzato le opere dell’artista e la Motion Art, una corrente meno valorizzata dal mercato dell’arte tradizionale.
IN un’intervista a Undrgrnd Lo stesso artista ha spiegato che “sono stato molto fortunato ad avere un gruppo di grandi artisti e collezionisti che hanno sostenuto il mio lavoro e mi hanno aiutato a spingerlo attraverso i loro canali. Per anni il mio lavoro è stato solo per me stessa che vivevo esclusivamente sul mio Instagram. Quando sono arrivati ​​gli NFT, mi sono sentito così grato di avere uno spazio permanente in cui vivere i miei pezzi. Penso che la Motion Art sia decisamente una forma d’arte, le persone possono ora guardare l’arte del movimento attraverso una lente diversa con l’aiuto della blockchain. La blockchain e gli NFT hanno cambiato la mia visione di come le persone possono interagire con il mio lavoro.

La surreale vita in loop di Joe Pease
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La surreale vita in loop di Joe Pease
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La fotografia eterea di Matteo Zanin

La fotografia eterea di Matteo Zanin

Giorgia Massari · 3 giorni fa · Photography

“Ci sono ipotesi diverse su come siamo venuti al mondo, c’è chi dice dagli animali come conseguenza dell’evoluzione della specie e c’è chi dice per mano di Dio, ma di certo sappiamo che quando lasceremo questo pianeta, ciò che resterà di noi sarà solo polvere.” con queste parole il fotografo italiano Matteo Zanin (1986) riflette sul nostro destino attraverso una serie di scatti di nudo artistico. La polvere, le briciole, i detriti, le ceneri sono il punto di partenza del suo progetto fotografico POLVERE in cui la materia naturale e il corpo umano diventano una cosa sola.

Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al

In un’ambiente arido, privo di vegetazione, una donna nuda, dall’aspetto candido e leggero vaga nel desertico paesaggio, mimetizzandosi e amalgamandosi ad esso. “La donna è l’essere vivente che più si avvicina alla natura, perché come lei è l’unica che può creare un’altra vita.” riflette Zanin.

Gli scatti appartengono ad una sfera eterea, che rimanda lo spettatore ad uno scenario quasi apocalittico. L’ultima donna sul pianeta, una ninfa solitaria, in cerca di acqua, di una fonte di vita. Con il tempo il suo corpo si congiunge alla natura, fino a diventare parte della stessa. Contorcendosi imita le sue forme, abbracciandola le dimostra il suo amore.

La passione per la Street photography e il suo approccio cinematografico, oltre alla sua esperienza nel campo della moda, emergono particolarmente nella serie POLVERE, capace di riassumere l’identità artistica di Matteo Zanin e di restituire una serie di sentimenti contrastanti. La natura può dare ma può anche togliere.

Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
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Courtesy and credits Matteo Zanin

La fotografia eterea di Matteo Zanin
Photography
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Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America

Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America

Anna Frattini · 4 giorni fa · Photography

Classe 1980, J. Jason Chambers è un fotografo americano che racconta l’America attraverso i suoi scatti, viaggiando di stato in stato e ispirandosi al New Topographics Movement. Scorrendo fra gli scatti del fotografo sembra di vedere un’America molto diversa da quella che ci immaginiamo. Insegne al neon luminose, stazioni di servizio e vecchie automobili sospese in un’atmosfera quasi cinematografica. Chambers sembra essere in continuo movimento, dalla California fino a Wall Street passando per il deserto. Le fotografie scattate a New York fanno da contraltare alle suggestioni desertiche del New Mexico e ai panorami texani di Marfa.

La riflessione di J. Jason Chambers su una nuova topografia influenzata dall’uomo si ispira a una mostra risalente al 1975 a Rochester, New Topographics. In questa occasione furono esposti 10 fotografi alle prese con l’arrivo del Concettualismo e del Minimalismo nella fotografia degli anni ’70. Il SFMoMA, nel 2010, ha deciso di riportare in vita questa mostra rivelando il ponte pre-esistente fra il mondo dell’arte contemporanea e quello della fotografia.

Il punto di incontro fra la fotografia di J. Jason Chambers e New Topographics sta nel rapporto fra l’uomo e l’ambiente. Stazioni di servizio, motel o parcheggi fanno ormai parte del nostro immaginario quando si parla di paesaggistica così oggi come negli anni ’70.

J. Jason Chambers

Per scoprire altri scatti di J. Jason Chambers qui il suo profilo Instagram.

Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America
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Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America
Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America
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Voglia d’estate con gli scatti di Andoni Beristain

Voglia d’estate con gli scatti di Andoni Beristain

Giorgia Massari · 6 giorni fa · Photography

Non possiamo dare niente e nessuno per scontato. Celebriamo ciò che di bello ci da la vita. Attraversiamo i momenti difficili e rimaniamo in piedi”. Con questa parole entriamo a contatto con la poetica del fotografo basco Andoni Beristain che, con oggetti semplici e paesaggi colorati omaggia la bellezza della vita. Le sue origini basche sono fondamentali nella sua ricerca e particolarmente evidenti nella sua estetica. Nelle sue fotografie still life, emerge la sua visione personale della vita: colorata, ottimista e ironica. 

Con questa serie di scatti di Andoni Beristain che vi proponiamo oggi, evochiamo l’estate in arrivo e la voglia di tutti di spensieratezza. Ma, nonostante i colori caldi, il mare, la spiaggia ed elementi come le sedie in plastica e i ventilatori, che immediatamente rimandano al periodo estivo, una certa nostalgia si cela dietro questi scatti. La leggerezza estiva è accompagnata da una vena di solitudine. Una sedia è sola in mare. Un gioco è trasportato dalle onde. Un uovo è appeso al sole. Un uomo galleggia solo nel mare. Tutte scene solitarie, che richiamano un certo senso di abbandono. Probabilmente, con questi scatti Andoni sceglie di richiamare alla mente il dualismo tipico dell’estate, da una parte la desideriamo ma dall’altra non riusciamo mai a godercela. Ed ecco che ritorna la frase di Beristain e la sua volontà di insegnarci ad assaporare il momento, ad essere in grado di condurre la classica slow life, oggi sempre più difficile da attuare.

Andoni Beristain | Collater.al
Andoni Beristain | Collater.al
Andoni Beristain | Collater.al
Andoni Beristain | Collater.al
Andoni Beristain | Collater.al

Courtesy Andoni Bernstein

Voglia d’estate con gli scatti di Andoni Beristain
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Il cibo pixelato di Yuni Yoshida

Il cibo pixelato di Yuni Yoshida

Giulia Pacciardi · 1 settimana fa · Photography

I pixel sono gli elementi più piccoli che costituiscono un’immagine, talmente minuscoli e numerosi da non poter essere visti ad occhio nudo.
Anzi, quando si vedono, non è affatto un buon segno.
In tutti i casi tranne uno, ossia, quando diventano protagonisti di un progetto.

È questo il caso di Pixelated, delle fotografie firmate dall’Art Director giapponese Yuni Yoshida in cui cibo e pietanze vengono sezionate in tanti quadrati perfetti che riprendono i colori degli ingredienti, della buccia o della polpa.
Una serie di immagini surrealiste ed attraenti che speriamo diventino molte di più di quante sono ora.

Il cibo pixelato di Yuni Yoshida | Collater.al 1 Il cibo pixelato di Yuni Yoshida | Collater.al 2 Il cibo pixelato di Yuni Yoshida | Collater.al 3

Il cibo pixelato di Yuni Yoshida
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Il cibo pixelato di Yuni Yoshida
Il cibo pixelato di Yuni Yoshida
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