Il meccanismo è semplice, si prende la macchina fotografica, la si indirizza con l’obiettivo verso il soggetto scelto e si scatta la foto, così da poter ricordare un’immagine per sempre, oppure poterla analizzare, capire più a fondo. Kate Steele una volta impugnata la macchina fotografica a provato a indirizzare per una volta l’obiettivo non verso l’esterno ma verso se stessa, per potersi analizzare, capire più a fondo.
Le foto che seguono sono una parte del progetto Her Name is Kat, racconto di un rapporto di amicizia tra Kat e Kate, con la prima capace di far riscoprire alla seconda la potenze delle sue fragilità. La ricerca interiore parte accettando il proprio corpo nudo, una mappa sulla quale vedere i segni delle proprie esperienze di vita e in particolare dei traumi, che hanno inquinato una felicità da ritrovare.
La fotografia di Kate Steele è fototeriapia, realizzata in bianco e nero con una grana che rende ruvida la visione di sé che ha l’artista, una visione ancora da definire e lisciare, sempre guardando negli occhi l’obiettivo e non attraverso.






