Little Island, il parco-isola inaugurato a New York

Little Island, il parco-isola inaugurato a New York

Giulia Guido · 2 anni fa · Design

Dopo oltre un anno di restrizioni, nelle ultime settimane i newyorkesi hanno ricominciato pian piano a riappropriarsi degli spazi della città che per mesi abbiamo visto vuoti in foto al limite del surreale. Ora, però, grazie allo Studio Heatherwick i cittadini hanno un nuovo spazio dove trascorrere i pomeriggi e rilassarsi avvolti dalla natura. 
Inaugurata venerdì 21 maggio – e per questo diventata uno dei simboli della ripresa – la Little Island è la stupenda isola-parco costruita sul fiume Hudson, sulla sponda ovest di Manhattan, e che è già diventata una delle mete preferite degli abitanti della Grande Mela. 

Little Island

Sebbene il parco sia stato inaugurato solo ora, il progetto iniziale risale al 2013, quando Barry Diller e la moglie Diane von Fürstenberg – attraverso la loro società The Diller-von Furstenberg Family Foundation (DVFFF), in collaborazione con la direzione dell’Hudson River Park Trust, proposero un piano di riparazione del Pier 54, da poco distrutto dall’uragano Sandy. La coppia di imprenditori si rivolse immediatamente allo Studio Heatherwick di Thomas Heatherwick, uno dei designer di spicco del panorama internazionale. 
Per molti anni, poi, il progetto è stato fermato più e più volte a causa di questioni legali, ma nel dicembre del 2018, finalmente, i lavori sono partiti. 

Per la Little Island, gli architetti si sono ispirati ai pali dei vecchi moli rimasti visibili, ma senza più niente da sorreggere. Lo Studio Heatherwick ha così pensato a una struttura formata da ben 280 pali di cemento che fuoriescono dall’acqua e che sostengono altrettante 132 strutture la cui forma ricorda quella dei tulipani.
Questi due elementi hanno permesso di giocare con le dimensioni e creare una struttura su più livelli che è servita per riprodurre un paesaggio sinuoso e il più naturale possibile. 

Sulla Little Island sembrerà di essere in un parco vero e proprio e questo è possibile grazie al lavoro dello studio newyorkese MNLA, guidato da Signe Nielsen, che si è occupato dell’intero design del paesaggio.
Il parco, infatti, ospita 35 specie di alberi, 65 specie di arbusti e 270 varietà di erbe, piante perenni, viti e bulbi scelti in modo tale da creare un ambiente in grado di cambiare in base alle stagione. Inoltre ci sono sentieri per passeggiare, panchine dove fermarsi e guardare lo skyline di Manhattan e anche un anfiteatro da 687 posti che può ospitare eventi e live show. 

Leggi anche: “The Cove”, un nuovo molo per San Francisco

Aperta dalle sei del mattino fino all’una di notte, Little Island è la nuova meta imperdibile per chiunque vada a New York. 

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Oltre Petra, la Giordania attraverso le foto di Federico Feliciotti

Oltre Petra, la Giordania attraverso le foto di Federico Feliciotti

Giorgia Massari · 4 giorni fa · Photography

Stati come il Perù, la Thailandia, l’India e la Giordania sono spesso sinonimo di vacanza per gli occidentali, Paesi in cui fare viaggi mozzafiato e di cui si conoscono solo due o tre località “da sogno”. Ma ogni nazione conserva la propria identità storica e culturale così come risvolti crudi e drammatici, spesso ignorati. È il caso della Giordania, meta turistica molto in voga negli ultimi anni e associata in primis a Petra, la suggestiva città scavata nella roccia. Ma cos’altro si conosce di questo stato arabo? Come vive il suo popolo? Ce lo racconta in esclusiva il fotografo italiano Federico Feliciotti attraverso una serie di scatti inediti realizzati in Giordania nel febbraio 2023. 

Il viaggio di Feliciotti in Giordania inizia proprio con intenzioni turistiche. Immediatamente però decide di uscire dalle zone più frequentate e scoprire le tradizioni, le abitudini e le condizioni attuali del popolo giordano.
La Giordania è stato il primo paese del medio Oriente che ho visitato. Paesaggi mozzafiato, deserto e città ferme nel tempo. Questo era quello che mi ero sempre immaginato tra una foto e l’altra nel web. Non immaginavo che fosse molto, ma molto di più.” – ci racconta il fotografo – “ad esempio, non sapevo che la Giordania ospitasse rifugiati da circa 20 anni. Parliamo di una popolazione totale composta da dieci milioni di persone, fra cui mezzo milione di siriani rifugiati.

Federico Feliciotti mette il luce gli effetti che la crisi economica e il cambiamento climatico hanno avuto sulla vita del popolo giordano. I suoi scatti racchiudono l’essenza delle persone che ogni giorno si sforzano di sopravvivere, in mancanza di acqua, di cibo e di una casa confortevole in cui abitare. Il velo di nebbia che avvolge alcune fotografie concorre nel creare un’atmosfera drammatica, in altre invece il cielo azzurro e la luce gialla del sole illuminano la composizione, evidenziando la capacità delle persone di apprezzare la vita nonostante le difficoltà. La felicità e la spensieratezza si vede sui volti dei bambini ritratti da Federico: alcuni giocano a pallone in strada, altri lo guardano divertiti.
L’alternanza emotiva che i suoi scatti propongono crea una sensazione pesante, che stringe il cuore dello spettatore, ora perso con la mente nelle lande aride e desolate della Giordania.
Federico Feliciotti è stato ospite della mostra collettiva ImageNation a New York, dal 10 al 12 marzo 2023 a cura di Martin Vegas

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La quotidianità autentica delle foto di Tom Johnson

La quotidianità autentica delle foto di Tom Johnson

Tommaso Berra · 3 giorni fa · Photography

C’è qualcosa nelle foto di Tom Johnson che porta i soggetti ad essere sempre protagonisti fieri del momento immortalato. Che si tratti di progetti commerciali o di produzioni personali, il soggetti rappresentati dall’artista inglese sono sempre celebrati nella loro quotidianità e unicità.
Partito come fotografo per l’agenzia Magnum, ora Tom Johnson è un apprezzato fotografo con pubblicazioni e progetti internazionali, nei quali porta la sua predilezione per ambienti isolati come nuclei unici per i quali vale la pena raccontare storie al singolare.
Questa ricerca di imprimere storie autentiche si trasmette anche attraverso la narrazione dei momenti davanti ai quali si trova l’autore. Sul suo profilo Instagram con qualche riga ti testo è spiegato il momento in cui si è trovato davanti un buffo ragazzino con una cuffia da nuoto in testa, lo sguardo in camera di un signore che tiene in braccio un’oca finta o i passatempi di due gemelle vestite interamente di rosa.
Il movimento è senza dubbio un altro degli aspetti che non manca mai nelle fotografie di Johnson. Di questo prende l’espressività imprevista che crea nei soggetti e il momento, ancora una volta, unico, che non si ripeterà con la stessa esattezza o inesattezza, ma resterà una storia autentica.

La quotidianità autentica delle foto di Tom Johnson
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Le migliori fotografie dell’anno secondo Sony 

Le migliori fotografie dell’anno secondo Sony 

Giorgia Massari · 1 secondo fa · Photography

Tra meno di un mese, il 14 aprile 2023, a Londra inaugurerà l’annuale mostra di fotografia Sony World Photography Awards, giunta alla sua 16° edizione. Il progetto nasce da una collaborazione tra Sony e World Photography Organisation con l’obiettivo di celebrare i migliori fotografi provenienti da tutto il mondo, dagli emergenti ai professionisti. In attesa dell’inaugurazione che si terrà da Somerset House, SWPA annuncia i vincitori della categoria Open Competition, che concorreranno per aggiudicarsi il premio di Open Photographer of the Year 2023 e i cinque mila dollari in palio.
I giudici del concorso Open hanno ricevuto più di 200 mila immagini, il più alto numero di iscrizioni ricevute in sedici anni. Tra i numerosi scatti ne sono stati selezionati dieci, uno per ogni categoria stabilita. Natura e fauna selvatica, Ritrattistica, Street photography, Travel, Architettura, Lifestyle, Motion, Object, Natura morta, Paesaggio e Creatività sono i temi affrontati quest’anno.
Non dev’essere stata una scelta facile per i giudici e in particolare per Eric Scholsser, direttore artistica della Tbilisi Art Fair, giudice della competizione Open. Il risultato delle difficili scelte prese è la presenza di una varietà di stili, di luoghi e di colori che caratterizza ogni fotografia.

Tra i nomi internazionali in concorso c’è Giorgos Rousopoulous, che vince il premio per il miglior paesaggio, trasportando lo spettatore in Grecia, più esattamente nel Parco Nazionale di Pindus. Il miglior scatto Lifestyle di Azim Khan Ronnie mostra invece dei bambini di un villaggio in Bangladesh, ritratti in un momento di spensieratezza. Il premio per la categoria Architettura è vinto invece dal fotografo inglese Mark Benham con lo scatto The Silos, dai colori caldi e l’atmosfera metafisica.
Sono quattro gli scatti in bianco e nero che si aggiudicano i premi di categoria: Max Vere-Hodge con Ghosts (Viaggi), Dinorah Graue Obscura con Mighty Pair (Natura e fauna selvatica), Boris Eldagsen con Pseudomnesia (Creatività) e Andreas Mikonauschke con lo scatto Exhausted per la categoria Street Photography. Il bianco e nero si riconferma autentico e ribadisce che “una buona immagine non ha bisogno di colore”.
Sono invece preponderanti e brillanti i colori dello scatto vincitore della categoria Motion, aggiudicatosi da Zhenhuan Zhou, in cui il fotografo ritrae una cowgirl in sella a un cavallo in corsa, intento a frenare bruscamente per affrontare la curva. Dall’armonia cromatica sulla scala dei marroni è il ritratto di Charlie realizzato da Sughi Hullait (Ritratti) che racconta la storia di un gruppo di ragazzi inglesi che durante la pandemia costruirono uno skate park fai da te.
Il tema del riciclo e del rispetto ambientale è affrontato da Mieke Douglas nello scatto Recycled, vincitore della categoria Oggetto. Il suo scatto fluttuante ed etereo raffigura dei fiori fatti di carta e nastri che probabilmente galleggiano negli abissi, mettendo in luce una tematica delicata e attuale.
Il vincitore assoluto di questo concorso verrà annunciato il 13 aprile 2023 e darà il via alla mostra fotografica dell’anno, visitabile fino al primo maggio. 

Le migliori fotografie dell’anno secondo Sony 
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10 foto da vedere in attesa del Fotografia Calabria Festival

10 foto da vedere in attesa del Fotografia Calabria Festival

Giorgia Massari · 6 giorni fa · Photography

Sta tornando Fiumefreddo Photo Festival, che per il 2023 propone il tema del cambiamento, così come a cambiare è anche il Festival stesso, che sceglie come nuovo nome Fotografia Calabria Festival. Dal 21 luglio al 20 agosto 2023 infatti non sarà solo il comune di Fiumefreddo Bruzio (CS) ad ospitare le mostre fotografiche, ma anche il comune di San Lucido (CS) si unirà all’iniziativa.
I due borghi del basso Tirreno accoglieranno mostre, eventi, talk e workshop dedicati alla fotografia, ospitando fotografi italiani e internazionali che affronteranno il tema osservando l’epoca contemporanea e le sue trasformazioni. Ogni fotografo coinvolto proporrà la propria visione di cambiamento, secondo sfumature differenti. Per scoprire meglio il primo festival dedicato alla fotografia in Calabria Collater.al ha selezionato 10 fotografie che saranno presenti all’evento.

Il cambiamento viene inteso dalla fotografa argentina Gabo Caruso come trasformazione del corpo, affrontando il tema dell’identità di genere attraverso la storia di transizione della piccola Cora. Anche Arianne Clément, fotografa inglese, approfondisce il concetto di cambiamento legato al corpo, fotografando corpi nudi femminili di diverse generazioni, concentrandosi in particolare sulle figure anziane.

Calabria Photo Festival | Collater.al
Gabo Caruso – Cora’s Courage
Calabria Photo Festival | Collater.al
Arienne Clément – The Art of Aging (2)

Klaus Pichler mette in luce gli effetti devastanti che gli interessi economici e gli interventi di ingegneria genetica stanno provocando alla biodiversità. Sulla stessa scia, il collettivo Climate Visuals evidenzia le conseguenze del cambiamento climatico attraverso il progetto Ocean Visuals, una raccolta di immagini su oceani e coste.
Dal punto di vista sociale, il cambiamento è evidenziato dalle nuove generazioni e dalle tecnologie che ne modificano le strutture. Ne parlano il fotografo tibetano Xiangyu Long, concentrato sulla globalizzazione provocata dai social media, e la fotografa inglese Laura Pammack che invece evidenzia i parallelismi tra i giovani che vivono in luoghi opposti del mondo.

Legato al territorio è invece il progetto Far South di Michele Martinelli, così come il progetto site-specific del collettivo Vaste Programme di Giulia Vigna e Leonardo Magrelli.
In questa seconda edizione del Fotografia Calabria Festival parteciperà anche l’Archivio Luce – Cinecittà, con la sua prima mostra in Calabria dal titolo Anni Interessanti, per raccontare gli anni di cambiamento sociale, economico e culturale del nostro paese dal 1960 al 1975.

Calabria Photo Festival | Collater.al
Xiangyu Long – TikTok in Kham
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Laura Pannack – Island symmetries
10 foto da vedere in attesa del Fotografia Calabria Festival
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