L’arrivo dell’art week a Milano comporta un grande fermento nel mondo dell’arte ma anche per la città stessa, che vede spuntare nuove opere d’arte pubbliche, un susseguirsi di opening – impossibili da vedere tutti, se non con il dono dell’ubiquità – e, su tutte, l’apertura di Miart, la fiera d’arte moderna e contemporanea che accoglie gallerie da tutto il mondo.
Personalmente ho una passione per le fiere d’arte, da quella storica di Bologna a quella più giovane di Verona, ma Miart è senza dubbio la mia preferita. Nonostante la confusione, dettata dalla grande affluenza e dalle numerose gallerie presenti, è un’occasione unica per scoprire in una sola giornata la selezione proposta da gallerie che normalmente non ho la possibilità di frequentare, principalmente per un problema di distanze: quelle coreane o quelle americane per esempio, ma anche quelle italiane parecchio distanti da Milano.
Dopo l’inaugurazione di grande successo del 13 aprile, è bene riordinare le idee (tra depliant e appunti vari) e fare chiarezza su ciò che a mio avviso è stato il meglio che ho visto, dalle opere di artisti più giovani a quelle dei cosiddetti “established”.

Varcando l’ingresso di Miart si entra subito nella sezione “Emergent”, quest’anno segnalata dal colore blu e con 22 gallerie presenti. La selezione di quest’anno è varia ed eterogenea: sculture, opere pittoriche e istallazioni riempiono gli stand del lungo corridoio. Su tutte mi colpiscono le sculture di Giovanni Chiamenti, posizionate all’interno di teche in vetro e presentate dalla galleria ArtNoble di Milano. Oltre l’estetica singolare, interessante è la ricerca di Chiamenti, che si concentra sulle interrelazioni tra gli esseri viventi e sulle pratiche di convivenza e coesistenza che hanno reso possibile l’evoluzione delle specie. Rimanendo in ambito scultoreo-installativo, spiccano senza dubbio le opere tessili dell’artista sud-coreana Sang A Han, composte da opere a parete e sagome tridimensionali installate al soffitto dello stand della galleria Foundry di Seoul.
Come sempre però, la pittura domina la scena da un punto di vista quantitativo. Mi soffermo ad ammirare le tele a soggetto femminile e incredibilmente dettagliate di Natalia Gonzalez Martin, presentata dalla galleria Sébastien Bertrand di Ginevra, e quelle modellate di Emilia Kina, presentate dalle East Contemporary Milan. Quest’ultime infatti diventano tridimensionali, seguendo l’andamento ondulato della pittura che riproduce una sorta di tendaggio.
Della categoria emergenti, vi segnalo anche l’artista italiana Giuditta Branconi, presente nello stand di Intesa San Paolo (main partner di Miart) che presenta una selezione di sette giovani artisti a cura di Luca Beatrice.
Addentrandosi invece nelle sezioni “Established” e “Decades”, le gallerie sembrano essere infinite, così come le opere presentate. Tra i grandi nomi, come Arnaldo Pomodoro, Agostino Bonalumi, Giorgio De Chirico e Alighiero Boetti, spiccano le opere di artisti meno conosciuti dal grande pubblico, ma pur sempre di grande successo, come le teste di Vanessa Beecroft (Galleria Lia Rumma) e le sculture anatomiche di Giulia Cenci (Galleria SpazioA).
Sul filone scultoreo, sono interessanti le opere della giovane artista Monia Ben Hamouda (Galleria Chert Lüdde), cariche di simbologia e rituali culturali e religiosi, che colpiscono lo spettatore in modo viscerale. Più colorate e vibranti, sono invece le sculture di Clair Lindner che animano lo stand della Maab Gallery come se fossero esseri organici con una vita.
Tra le opere di arte tessile, una mia recente ossessione, vi segnalo le opere di Emanuela Marassi (Gandy Gallery) e di Tomás Saraceno (Pinksummer). Mentre tra quelle pittoriche, anche qui numerosissime, le mie preferite in assoluto gli still life e le tele realistiche di Alexandra Barth (Chris Sharp) che, a mio avviso, si distingue per una raffinata ed impeccabile tecnica pittorica.
Concluso il percorso, durato circa tre ore, non posso far a meno di perdermi tra le riviste e i libri d’arte presentati dalle varie testate e case editrici presenti, tra cui Johan&Levi, senza dubbio la mia preferita. Avete tempo fino a domenica 16 aprile per visitare Miart e scoprire le vostre opere preferite, per maggiori info e per acquistare i biglietti cliccate qui.