Nicolò Masiero Sgrinzatto ci porta sulla giostra della sagra di provincia

Nicolò Masiero Sgrinzatto ci porta sulla giostra della sagra di provincia

Giorgia Massari · 3 settimane fa · Art

Como, camminando tra le vie del centro può capitare di passare davanti a Galleria Ramo. Una luce blu proviene dalla sala posteriore ed è facile chiedersi di cosa si tratti. La vetrina fornisce qualche indizio ambiguo. Una serie di opere scultoree rimandano a un universo industriale e meccanico. Si tratta delle opere dell’artista veneto Nicolò Masiero Sgrinzatto. Dalla sola fruizione esterna si percepisce un contrasto visivo tra l’esposizione pulita alla white cube della prima sala e la luce blu retrostante, proveniente da piccole luci disposte a cerchio. Abbiamo incontrato il gallerista Simon J.V. David e l’artista, per scoprire qualcosa in più su queste opere così pulite ed elaborate quanto difficili da interpretare. Il titolo della mostra, Caìgo, – aperta fino al 3 dicembre – fornisce una prima indicazione significativa al fruitore. Il termine è tipico del dialetto veneziano e significa “fitta nebbia”. La ricerca artistica di Masiero Sgrinzatto è fortemente connessa con le sue origini e in particolare con la dimensione provinciale, avvolta dalla nebbia, dalla noia e dalla cultura del lavoro. In altre parole, l’artista focalizza la sua indagine sul tema della fatica e del lavoro, intesi come imperativo morale intrinseco nel tessuto socioculturale veneto. In senso più stretto, l’artista individua la dimensione della sagra di paese come emblema della quotidianità provinciale e, ancora di più, pone l’elemento della giostra come allegoria della realtà a lui circostante.

Entrando nello specifico, le installazioni e le sculture di Masiero Sgrinzatto si sviluppano intorno al concetto di giostra, alla sua funzione ludica e strutturale che viene percepita dall’artista come perfetta metafora di una società dedita alla cultura del lavoro. «La giostra è afflitta, costretta a performare ed alimentare un continuo gioco a perdere, un girotondo senza via d’uscita», ci racconta l’artista che ragiona sul contesto della sagra paesana, tipico luogo “contenitore” di giostre e attrazioni ludiche, in quanto «condizione generale di festa e comunità nella quale, parallelamente, si percepisce una linea di tensione, un contrasto tra forze che contribuisce a definire ed enfatizzare un ambiente iperbolico ed ambiguo». 

Da un punto di vista tecnico e materico, la scelta dell’artista di utilizzare materiali di scarto industriale accentua l’immaginario che intende creare. Nel testo critico di Edoardo Durante il messaggio è chiaro: “l’appropriazione di materiali di scarto come residui di copertoni automobilistici, barre di acciaio, cavi elettrici, cilindri di ottone racchiudono intrinsecamente una condizione di costante fallimento“. Le sue opere sono “macchine in divenire impossibilitate ad esprimere appieno il proprio potenziale, destinate a vivere all’interno di una dimensione precaria e contradittoria, proprio come quella in cui vive l’individuo contemporaneo”. In questo senso, sono calzanti le parole di Simon J.V. David che riassume con chiarezza l’intento dell’artista: «Nicolò Masiero Sgrinzatto, attraverso la sua ricerca artistica, esplora il caos delle interazioni sociali nelle sagre di paese, trasformando la vita provinciale in un intenso palcoscenico per il confronto e il dialogo. Sgrinzatto cattura con maestria la lotta dell’operaio per esprimere il proprio potenziale in un contesto precario, offrendo uno sguardo riflessivo sulla vita quotidiana nelle province».

Courtesy Galleria Ramo and Nicolò Masiero Sgrinzatto
Ph credits Simon J.V. David

Nicolò Masiero Sgrinzatto ci porta sulla giostra della sagra di provincia
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Il mondo mondano di Nicolò Rinaldi

Il mondo mondano di Nicolò Rinaldi

Collater.al Contributors · 5 giorni fa · Photography

Il fotografo italiano di street e lifestyle Nicolò Rinaldi compie una vera e propria esplorazione del mondo quotidiano in chiave fotografica. Dopo aver iniziato con la fotografia di paesaggi e esterni, Rinaldi si specializza nel campo della fotografia documentaristica e street, identificando cliché e abbracciando l’ordinario in situazioni affollate. Nella serie Mondo Mondano, Rinaldi si addentra nel cuore della movida sociale. Il vivace tessuto delle feste e dei festival vibra nei suoi scatti e riflette l’eccentricità del contemporaneo. Glitter, drink, luci stroboscopiche, occhiali da sole, si mescolano a tatuaggi, baci, grida e cappelli stravaganti in un’affascinante indagine sociale. Tutto è realizzato in analogico, trascendendo il tempo e scegliendo una narrativa più autentica.

Courtesy Nicolò Rinaldi

Il mondo mondano di Nicolò Rinaldi
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Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang

Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang

Claudia Fuggetti · 6 giorni fa · Photography

Fish Zhang, conosciuta su Instagram con l’account fiiiiiish, è una giovane fotografa di Tokyo che racconta il mondo che le gravita intorno. Il suo sguardo è molto particolare e spesso le immagini che propone al pubblico generano un sentimento di incertezza e destabilizzazione, che in inglese si riassumono benissmo con il termine “weird”. Le pose vengono smorzate da un mood narrativo che tende più a cogliere l’attimo che a illustrare ogni singolo momento di una storia. La sessualità trova ampio spazio nella sua produzione fotografica, che ci ricorda in parte lo stile di Ren Hang, del quale abbiamo precedentemente parlato qui. La donna è rappresentata senza artifici, ma con semplicità e realismo, nonostante negli scatti ci sia un grande senso compositivo.

Visita il sito di Fish e dai un’occhiata ai suoi lavori nella gallery.

Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al  Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al

Courtesy Fish Zhang

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Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar

Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar

Claudia Fuggetti · 7 giorni fa · Photography

Lou Escobar è una fotografa e film-maker francese con base in California che realizza splendide immagini caratterizzate da uno stile fortemente cinematografico. Le atmosfere glam e patinate sono la sua passione e tutti i suoi scatti, anche quelli NSFW, sembrano estrapolati dalle scene di un film hollywoodiano. Le donne immortalate da Lou Escobar sono a loro agio con il proprio corpo e diventano icone di un tipo di sessualità audace, che trasmettono libertà e sensualità, anche solo attraverso lo sguardo.

Tra le sue pubblicazioni non mancano nomi di magazine di moda come Schon e Cake Magazine, mentre il Marsatac festival lo ha scelto per l’adv dell’edizione 2018. I suoi racconti visivi sono ipnotici e non ci si stanca mai di guardarli; se vuoi conoscere altri lavori puoi dare un’occhiata al suo profilo Instagram che trovi qui.

Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar
Photography
Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar
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Cosa succede quando la galleria del telefono diventa un progetto fotografico?

Cosa succede quando la galleria del telefono diventa un progetto fotografico?

Giorgia Massari · 1 settimana fa · Photography

«Un progetto rischioso, un po’ come il writing», ci spiega il fotografo catanese Salvo Sibilla parlandoci del suo progetto di street photography dal titolo Sani e Salvi. Si tratta di un progetto che non nasce per essere tale. Una raccolta di scatti amatoriali privati, fatti con l’iPhone, che acquistano una dimensione pubblica. Tutto ha inizio nel 2020 quando Salvo inizia a scattare in strada, un po’ per cercare compagnia in una nuova città – che nel caso di Milano è capace di farti sentire molto solo -, un po’ per catturare la stravaganza intorno a lui, alla quale non era abituato. Nell’estate del 2022 decide di renderlo pubblico e di condividere una parte della galleria del suo smartphone. Salvo racchiude in un unico progetto i suoi scatti amatoriali “pieni di luci, di volti e di vite”, come afferma il suo collaboratore e amico Loris Di Bella. Snaturate della loro dimensione intima, le fotografie “anti-etiche” – usando le parole di Salvo – prendono vita dialogando tra loro e accorgendosi della presenza di un grande comune denominatore: l’immediatezza stratificata alla stravaganza.

Ma Sani e Salvi non rimane solo a Milano. Viaggia per diverse strade e per diverse città, da Milano ad Amsterdam, da Rotterdam a Sestri Levante, da Finale Ligure a Pedara e, infine, da Bologna a Catania, città natale di Salvo Sibilla. I soggetti preferiti di Salvo sono le persone anziane, lui stesso ci racconta il motivo di questa scelta. «Il primo motivo, quello più umano, è perché mi ricordano i miei nonni, le persone che mi mancano di più da quando mi sono trasferito a Milano. Sono una persona molto romantica e per questo cerco questo aspetto anche nei miei scatti. Nelle persone anziane ritrovo lo stesso animo puro e gentile dei miei nonni».

Questo progetto diventa per Salvo Sibilla una sorta di terapia di adattamento in una nuova città. Provenendo da Catania e approdando a Milano, le differenze culturali sono molte. «Mi piaceva camminare in strada e osservare tutto quello che stava intorno a me. Venendo da una piccola città come Catania, purtroppo nasci con degli stereotipi e dei limiti mentali. Quando sono arrivato a Milano, questi limiti visivi sono iniziati a cadere, tutti quegli aspetti che all’inizio giudicavo come stravaganze sono diventate oggi normalità». Le fotografie diventano quindi un modo di relazionarsi alla nuova quotidianità e, allo stesso tempo, di scoprire una nuova città. In questo senso, è interessante sottolineare l’approccio fotografico di Salvo Sibilla, che lui stesso descrive come “un po’ anti-etico“. «La mia tecnica è quella di agire come un turista. Mi fermo facendo finta di cercare una via e scatto la fotografia alla persona, molto da vicino», ci spiega «Molto spesso le persone anziane non se ne accorgono, così come i miei nonni anche se loro, con il tempo, hanno imparato a riconoscere la mia metodologia e ora sono molto contenti quando li scatto, si sentono un po’ i protagonisti».

«Sani e Salvi può dirsi che è nato da poco e ha ancora tutto da scoprire e che è arrivato alla fine, guadagnando di saggezza», si legge sempre nel testo di Loris Di Bella. Il progetto quindi non finisce qui anzi, diventa per Salvo Sibilla un punto di partenza che gli ha insegnato «a non mollare mai», come ci confessa Salvo, che chiude l’intervista citando la frase di un suo amico: “continua a fare quello che fai a prescindere da tutto e tutti”.

Courtesy Salvo Sibilla

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