One Shot è la rubrica di Collater.al che approfondisce il lavoro di un fotografo partendo da un singolo scatto, capace di descriverne lo stile e l’immaginario. Ospite di questa puntata è Sasha Elage, fotografo di origini russe e naturalizzato francese.

Fotografo autodidatta, non utilizza metodi correttivi per i suoi scatti: le sue incredibili foto sono realizzate senza ricorrere ad alcun artificio, sfruttando semplicemente la luce naturale, giocando con la sovraesposizione/sottoesposizione delle immagini, con il flash e con gel colorati.
Ciò che viene codificato come errore fotografico diventa cifra stilistica inconfondibile nella ricerca di Sasha, rendendo così la luce protagonista indiscussa dello scatto, restituendo consistenza e personalità ai soggetti ritratti.
Quando è presente la figura umana, i volti sono volutamente celati o resi illeggibili, riducendo il viso a semplice superficie riflettente per una luce che acceca l’osservatore.
L’atto fotografico è un un gioco per Sasha Elage, una forma di intrattenimento che sfida l’occhio umano; le sue fotografie rompono le convenzioni e le congiunzioni scenografiche attraverso trucchi ottici e una combinazione di minimalismo inventivo.
In un’intervista a Collater.al, Sasha ha raccontato un suo scatto per descrivere con una sola immagine la sua ricerca.


1. Descrivi la tua ricerca fotografica in tre parole.
Inventiva, persistente, implacabile.
2. Come ci sei arrivato? Voglio dire, hai seguito altri approcci che ti hanno portato dove sei ora?
Ho sempre voluto fare il pittore, da ragazzino dipingevo molto, ma in qualche modo ho smesso all’età di 11 anni e ho scoperto la fotografia alla fine dei 24 anni, quando ho capito subito che questo era quello che volevo fare tutta la mia vita.
Uso la macchina fotografica per trasformare la realtà piuttosto che semplicemente registrarla (come fanno i pittori), mi piace sovraesporre con luce naturale o artificiale, sottoesporre, usare flash colorati. Già a partire dal 2004 circa facevo strani esperimenti, posizionando una custodia per cd di plastica rosa davanti al flash per ottenere effetti di colore, oggi i gel colorati sono forniti in kit con la maggior parte delle torce elettriche.
Ricorro a lunghe esposizioni e a molte altre tecniche, non mi vergogno di creare immagini semplicemente belle. Mi piace l’idea di esplorare tutte le possibilità mentre sto lavorando su qualcosa e guardare questo qualcosa da ogni angolazione, per essere sicuro di non aver perso nemmeno una foto; mi piace sorprendere me stesso.
Non uso mai software digitali per modificare le mie foto, il processo creativo si svolge all’interno della fotocamera, questo è molto importante per me. Ho piena fiducia nella fotografia e credo che usare filtri e Photoshop stia tradendo la fotografia.




3. Quali fotografi ti hanno ispirato?
A essere onesto oggi sono più ispirato dalla musica, dalla natura e dalle persone che amo; mia madre è la mia più grande ispirazione.
4. Parlaci del processo dietro questo scatto e se c’è qualche aneddoto divertente da raccontare.
Come ho detto in precedenza, uso spesso la sovraesposizione nel mio lavoro per alterare la realtà; questa fotografia è stata scattata in una strada coperta e buia a Dolceacqua, in Italia, nel 2021, fa parte di una serie in corso chiamata E Dio creò la luce. Il sole è penetrato nella strada solo in un punto, quindi ho chiesto alla mia compagna di guardare semplicemente la luce e ho sovraesposto la foto per creare questo effetto. È il mio modo di invogliare lo spettatore a immaginare un volto piuttosto che vederlo.
Molte persone credono che questa fotografia sia stata modificata digitalmente, che io abbia usato un potente flash o che sia stata scattata in studio; Ho anche condiviso il video del making-of sul mio account Instagram in modo che mi credessero.
