Prima di ogni pranzo e/o cena di famiglia, prima delle domande più imbarazzanti evitate durante i 365 giorni precedenti, quando i parenti ti accolgono sulla porta di casa, arriva il momento delle somiglianze: cugini, zii, genitori, nonni, delle volte si arriva anche ad avi della dubbia esistenza, un modo per ricordarci che è a dir poco improbabile che ci abbiano adottati e che indubbiamente diventiamo sempre più belli come l’individuo/a a cui siamo paragonati.
Eppure qualcuno ha scoperto, dopo attente osservazioni, che non solo possiamo assomigliare notevolmente a persone del nostro stesso sangue, ma anche ad opere d’arte, grazie ad un gioco di casualità tra ciò che decidiamo di indossare quel giorno e il quadro giusto che ci ritroviamo ad osservare in un museo. Ed ecco che avrete pertanto capito in cosa si è prodigato per diversi anni il fotografo francese Stefan Draschan con la sua serie fotografica People matching artworks. Non c’è nulla di assolutamente editato o montato alla perfezione, piuttosto quell’antica dote che in molti stiamo perdendo, la pazienza, a cui il fotografo si è affidato nei vari musei europei visitati.
Ci sono ignari osservatori che sembrano aver scelto con attenzione l’abito che combacia perfettamente con il quadro e chi sembra aver trovato un doppelganger di qualche centinaia di anni più anziano. Non è altro che la bellezza dell’inaspettato catturata in immagini.
Se non vi abbiamo soddisfatto abbastanza con gli esempi, ne trovate degli altri qui.