Da dove arrivano gli occhiali indossati da Pharrell?

Da dove arrivano gli occhiali indossati da Pharrell?

Andrea Tuzio · 1 anno fa · Style

Si è da poco conclusa la Paris Fashion Week FW22 dedicata alla moda uomo.
Uno dei momenti che più di altri ha catturato l’attenzione è stata al sfilata uomo/donna di Kenzo, che ha visto il debutto di Nigo come direttore artistico della maison francese fondata da Kenzo Takada e ora di proprietà del gruppo Lvmh. 
Lo show si è svolto in luogo simbolo per Kenzo, alle Gallerie Vivienne di Parigi, dove il marchio sfilò per la prima volta 52 anni fa.

La sfilata è stata anche un’occasione per vedere tutti insieme alcuni dei personaggi più influenti e cool della moda e non soltanto. Tra i partecipanti c’erano anche Kanye West e Julia Fox – in total denim – Tyler The Creator e non poteva mancare il migliore amico di Nigo, Pharrell Williams.

 

 
 
 
 
 
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Pharrell si è presentato alla sfilata indossando un paio di occhiali da sole firmati Chanel che non potevano in nessun modo passare inosservati. Tempestati di diamanti e smeraldi, questi occhiali hanno fatto sobbalzare parecchi addetti ai lavori e di conseguenza i giornalisti hanno iniziato a tempestare di domande Pharrell proprio a proposito di questi occhiali pazzeschi.

“Io e Tiffany siamo fidanzati”, ha dichiarato a WWD Williams, alludendo evidentemente a una collaborazione in corso. “Non posso rivelare tutto adesso. Non voglio entrare troppo nei dettagli, ok, perché oggi siamo qui per festeggiare mio fratello Nigo”.

Ma perché c’è stata tutta questa attenzione per un paio di occhiali? Da dove arrivano?

Lo scorso anno Sotheby’s ha messo all’asta due paia di occhiali molto rari e antichi praticamente identici a quelle indossate da Pharrell alla sfilata di Kenzo e risalenti al XVII secolo, e appartenute ai reali della dinastia Moghul.
I Moghul (conosciuti anche come Mughal) sono stati la più importante dinastia imperiale indiana di religione musulmana, che regnò su quasi tutto il territorio dell’Asia meridionale durante la dominazione islamica in India.
Fu l’economia più forte del mondo ed ebbe le più alte uscite industriali nel XVII secolo a livello globale, valendo quasi un quarto del PIL mondiale. Inoltre, l’Impero rappresentò il culmine dell’architettura indiana costruendo monumenti famosi e visitati da milioni di persone come il Taj Mahal.

A quanto pare però avevano anche una certa qual predilezione per gli accessori. Infatti questi occhiali, oltre ad essere un oggetto estremamente prezioso visti i diamanti che adornano l’intera montatura e gli smeraldi utilizzati come lenti, avevano anche una valenza mistica e spirituale. I Mughal associavano i diamanti alla cosiddetta “luce celeste”, mentre lo smeraldo era un collegamento al paradiso, alla salvezza e alla vita eterna post mortem all’interno dei dogmi della religione islamica. Gli occhiali aiutavano chi li indossava a raggiungere l’illuminazione e allontanare il male.

Dopo aver studiato un po’ di storia ora non ci resta che aspettare e vedere cosa hanno in serbo per noi Pharrell Williams e Chanel ma siamo sicuri che non ci deluderanno.

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Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie

Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie

Andrea Tuzio · 2 giorni fa · Photography

Dopo la sua performance al Coachella 2023 non priva di polemiche, si torna a parlare di Frank Ocean ma per questioni completamente diverse.

Homer, il brand indipendente di lusso lanciato due anni fa dallo stesso artista di Long Beach e che si occupa principalmente di realizzare e vendere gioielli come ciondoli, anelli, collane, orecchini diamantati, bracciali in argento riciclato e oro 18 carati, tutti prodotti artigianalmente in Italia e caratterizzati da forme divertenti e colori vivaci, ha pubblicato un libro fotografico.

Da pochi giorni infatti è possibile ordinare sul sito di Homer, al prezzo di 90€, Mutations, un libro fotografico di 48 pagine che rappresenta una retrospettiva di opere realizzate tra il 19 ottobre e il 22 dicembre 2022, per lo più foto scattate dallo stesso Ocean. 
Una serie di scatti che ci mostrano un lato del cantante statunitense nuovo, unico e che mostrano, ancora una volta, quanto sia raffinata e ricercata la sua estetica.

Se volete portarvi a casa una vera chicca da collezione come Mutations, il libro fotografico di Frank Ocean, vi basta cliccare qui.

Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie
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I paesaggi malinconici di Alana Celii

I paesaggi malinconici di Alana Celii

Anna Frattini · 16 ore fa · Photography

Alana Celii è una fotografa americana che ridefinisce tempo e significati scattando paesaggi e soggetti dall’aura malinconica e senza tempo. Ora photo editor del New York Times, precedentemente ha lavorato sia per il Wall Street Journal che per il TIME parallelamente alla sua carriera nella fotografia. La sua prima monografia, Paradise Falling, è una serie di fotografie che ridefinisce la sensazione di perdita mostrando cosa significa sentirsi persi attraverso metafore che guardano all’astrologia, al mito e al simbolismo.

Per Celii il punto di partenza è la natura, immortalata talvolta scattando senza soluzione di continuità e improvvisando. Dopo Paradise Falling, la fotografa americana ha iniziato un progetto nuovo alla scoperta dei paesaggi della West Coast dopo il suo trasferimento in California. In queste immagini è chiara la matrice californiana nelle textures e nei colori intensi riconoscibilissimi nei paesaggi sconfinati immortalati dalla fotografa.

Per scoprire altri scatti di Alana Celii qui il suo profilo Instagram.

Ph. courtesy Alana Celii

I paesaggi malinconici di Alana Celii
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I paesaggi malinconici di Alana Celii
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La fotografia eterea di Matteo Zanin

La fotografia eterea di Matteo Zanin

Giorgia Massari · 6 giorni fa · Photography

“Ci sono ipotesi diverse su come siamo venuti al mondo, c’è chi dice dagli animali come conseguenza dell’evoluzione della specie e c’è chi dice per mano di Dio, ma di certo sappiamo che quando lasceremo questo pianeta, ciò che resterà di noi sarà solo polvere.” con queste parole il fotografo italiano Matteo Zanin (1986) riflette sul nostro destino attraverso una serie di scatti di nudo artistico. La polvere, le briciole, i detriti, le ceneri sono il punto di partenza del suo progetto fotografico POLVERE in cui la materia naturale e il corpo umano diventano una cosa sola.

Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al

In un’ambiente arido, privo di vegetazione, una donna nuda, dall’aspetto candido e leggero vaga nel desertico paesaggio, mimetizzandosi e amalgamandosi ad esso. “La donna è l’essere vivente che più si avvicina alla natura, perché come lei è l’unica che può creare un’altra vita.” riflette Zanin.

Gli scatti appartengono ad una sfera eterea, che rimanda lo spettatore ad uno scenario quasi apocalittico. L’ultima donna sul pianeta, una ninfa solitaria, in cerca di acqua, di una fonte di vita. Con il tempo il suo corpo si congiunge alla natura, fino a diventare parte della stessa. Contorcendosi imita le sue forme, abbracciandola le dimostra il suo amore.

La passione per la Street photography e il suo approccio cinematografico, oltre alla sua esperienza nel campo della moda, emergono particolarmente nella serie POLVERE, capace di riassumere l’identità artistica di Matteo Zanin e di restituire una serie di sentimenti contrastanti. La natura può dare ma può anche togliere.

Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al

Courtesy and credits Matteo Zanin

La fotografia eterea di Matteo Zanin
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Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America

Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America

Anna Frattini · 7 giorni fa · Photography

Classe 1980, J. Jason Chambers è un fotografo americano che racconta l’America attraverso i suoi scatti, viaggiando di stato in stato e ispirandosi al New Topographics Movement. Scorrendo fra gli scatti del fotografo sembra di vedere un’America molto diversa da quella che ci immaginiamo. Insegne al neon luminose, stazioni di servizio e vecchie automobili sospese in un’atmosfera quasi cinematografica. Chambers sembra essere in continuo movimento, dalla California fino a Wall Street passando per il deserto. Le fotografie scattate a New York fanno da contraltare alle suggestioni desertiche del New Mexico e ai panorami texani di Marfa.

La riflessione di J. Jason Chambers su una nuova topografia influenzata dall’uomo si ispira a una mostra risalente al 1975 a Rochester, New Topographics. In questa occasione furono esposti 10 fotografi alle prese con l’arrivo del Concettualismo e del Minimalismo nella fotografia degli anni ’70. Il SFMoMA, nel 2010, ha deciso di riportare in vita questa mostra rivelando il ponte pre-esistente fra il mondo dell’arte contemporanea e quello della fotografia.

Il punto di incontro fra la fotografia di J. Jason Chambers e New Topographics sta nel rapporto fra l’uomo e l’ambiente. Stazioni di servizio, motel o parcheggi fanno ormai parte del nostro immaginario quando si parla di paesaggistica così oggi come negli anni ’70.

J. Jason Chambers

Per scoprire altri scatti di J. Jason Chambers qui il suo profilo Instagram.

Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America
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