Nell’immaginario comune le gallerie d’arte sono luoghi destinati a un pubblico davvero ristretto che non comprende le generazioni più giovani. Proprio per questo motivo Plan X si contraddistingue nel panorama artistico contemporaneo nazionale e internazionale, perché si rivolge a un target mai preso in considerazione e lo fa attraverso piattaforme e linguaggi nuovi.
Plan X nasce nel 2017 grazie a Marcello Polito e Nicolò Stabile (nominati nel 2020 da Forbes nella lista dei 30 Under 30) con l’obiettivo di dar vita a una galleria d’arte non convenzionale e innovativa con sede tra Capri e Milano.
In questi anni la sede milanese, in Via Marsala 7, è diventata un punto di riferimento per artisti emergenti e non la cui arte non è solo un mezzo d’espressione, ma anche un ponte con tutto il mondo digitale, dai social agli NFT. Spesso e volentieri i nomi coinvolti trattano temi legati alla nostra contemporaneità, ma in modo provocatorio, con materiali insoliti e portando lo spettatore a riflettere su ciò che lo circonda.

Questo taglio contemporaneo e disruptive lo troviamo in “Cemento”, la personale degli artisti Pascal Möhlmann e Evgen Čopi Gorišek in mostra fino a sabato 16 aprile.
I due artisti analizzano il concetto di bellezza adottando approcci diversi: da un lato abbiamo i dipinti ad olio di Möhlmann che mixano una tecnica classica a tematiche contemporanee, mentre dall’altra troviamo i lavori umoristici e cool di Gorišek.
Noi di Collater.al siamo andati un po’ più a fondo e abbiamo fatto un paio di domande agli artisti. Continuate a leggere per scoprire cosa ci hanno raccontato e fate un salto a Plan X per non perdere “Cemento”.
Pascal Möhlmann
Guardando le tue opere si nota un’attenzione alle ultime tendenze nel campo della moda, dai colori agli accessori, fino allo stile. Si può dire che i trend che caratterizzano la società e le giovani generazioni sono il soggetto principale della tua produzione. Qual è l’aspetto su cui ti vuoi focalizzare? C’è qualcosa che vuoi denunciare/criticare?
In realtà ti sbagli nel supporre che le tendenze e la moda siano il mio argomento principale, ma è interessante che tu lo faccia. Mi piace piuttosto giocare con l’enorme ruolo che lo styling e l’auto-manifestazione hanno assunto nella nostra epoca. Lo collego all’atmosfera apocalittica e all’immaginario del mondo che crolla. Come ci “cinguettano” i social 24 ore su 24, 7 giorni su 7 a ogni nuovo disastro che è tanto intrattenimento quanto qualcosa da prendere davvero sul serio.
Vogliamo vestirci al meglio ed essere visti come tali, mentre il mondo brucia. Non sto giudicando, o, se lo faccio, sicuramente includo anche me stesso. Colpevole! In ogni caso mi piace questa contraddizione di prendersi sul serio e non allo stesso tempo.
Naturalmente prendo la pittura, come mezzo di espressione, molto sul serio. Il mio lavoro “caricaturizza” tutto questo tema serio vs non serio traducendo soggetti piuttosto superficiali nel linguaggio della pittura classica e aggiungendo così una sorta di valore pesante, vecchio stile, o meglio senza tempo, all’idea del cataclisma generale e del nostro essere vestiti per l’occasione.

Secondo te, al giorno d’oggi, quale dovrebbe essere il compito dell’artista?
Personalmente sento che il mio ruolo più importante sia dirigere l’attenzione sulla Bellezza. Ho sempre amato l’idea che la fatica di un artista sia il mezzo attraverso il quale le persone arrivano a notare ciò che è veramente bello in quel che le circonda. Per esempio, personalmente ho iniziato a capire quanto sia meraviglioso il corpo maschile solo dopo aver visto una scultura in marmo di un atleta, credo fosse alla Gliptoteca di Monaco. Uno scultore greco di grande talento nell’antichità è stato abbastanza folle da riprodurre e tradurre in pietra ciò che tutti noi possiamo vedere ogni giorno.
Così, dipingendo un soggetto nel modo piuttosto elaborato, abile e che richiede tempo come faccio io, questo soggetto diventa una cosa da contemplare. Così, ogni giorno mi diventa più chiaro il fatto che tutti noi possiamo sperimentare la bellezza.

Invece, per tornare brevemente al nostro mondo che va a rotoli: più ci confrontiamo con la continua miseria globale, più la maggior parte di noi si sente impotente. In mezzo a tutto ciò ogni cosa bella che troviamo, da un paesaggio alla musica, è una potenziale fonte di speranza e fede. Potrebbe farci scattare la scintilla per muoverci e fare qualcosa. Non bisogna essere religiosi o altro per riconoscere questo potere. Basta tenere gli occhi e le orecchie ben aperti.
Evgen Čopi Gorišek
La tua arte mixa influenze diverse, alcune più contemporanee e altre più antiche, a temi attuali. Cosa vuoi raccontare con i tuoi lavori? Qual è il messaggio che vuoi far arrivare allo spettatore?
I miei lavori non hanno un messaggio specifico, dipingo cose e persone della vita quotidiana. Per lo più cose che mi piacciono molto, come la moda e lo sport. Molte volte guardo un film o leggo delle riviste e vedo qualcosa che mi attrae e decido di farne un dipinto o un disegno. Altre volte vedo una situazione bizzarra mentre cammino per la città che mi ispira. Sono cose che mi circondano nella mia vita di tutti i giorni. Mi piace anche usare l’umorismo nel mio lavoro, ma la cosa più importante per me è che gli spettatori comunichino con le mie opere e abbiamo la possibilità di decidere se quelle persone sorridenti che vedono dipinte sono davvero felici o se il loro sorriso nasconde qualcosa.
Secondo te, al giorno d’oggi, quale dovrebbe essere il compito dell’artista?
Questa è una domanda buona e difficile da fare, perché penso che dipenda molto dal tipo di arte che l’artista sta facendo e dagli interessi che ha.
Nel mio caso, attraverso le facce che dipingo, cerco di far sorridere le persone.
La cosa più importante per me è portare lo spettatore a immaginare la loro storia e loro stessi all’interno dell’opera. Ma in poche parole, il mio ruolo è quello di diffondere il sorriso.






