Se potessi da un giorno all’altro fare davvero il lavoro che ho sempre sognato, questo sarebbe l’illustratore specializzato in poster design per rock band. Passerei le mie giornate su un’enorme scrivania di legno con un tazza di caffè d’orzo tra matite, riccioli di grafite, gomma pane e pantone, avrei le dita sempre sporche di colore, divorerei libri di Art Nouveau e Art Deco e album di musica indie, electro e folk e saprei tutto di stampa tipografica.
Avrei gli accrediti per tutti i concerti del mondo. Anzi no, non ce ne sarebbe bisogno. Riceverei interminabili telefonate etiliche da Elvis Costello sproloquiante di musica jazz incazzato a morte con Brian Eno che gli ha fottuto un riff di basso; avrei una lunga relazione con Natalie Portman che poi lascerei incinta per partire per un tour di sei mesi con i Black Mountain; vedrei una delle mie grafiche peggiori stampata su una maglietta di Beck che nemmeno mi ringrazierebbe e la spaccerebbe per sua perdendo poi una causa da 6 milioni di dollari che io non accetterei nemmeno per finire a fargli da testimone di nozze; con una breve frase densa di desiderio sessuale scritta in seconda di copertina Cat Power dedicherebbe a me il suo ultimo album.
Adesso mi troverei nella cameretta di Keith Richards a fumare le ossa del vero Paul McCartney e fanculo questa pioggia di merda, lo sballo del primo tiro e il tepore seguente mi porterebbero a immaginarmi qui, adesso, a scrivere questo post in un varco multidimensionale stile wormhole.
Benvenuti su Collater.al, vi presento Rich Kelly, l’illustratore che vorrei essere e di cui non ho molto altro da dire.
Porcatroia mi manca la mia vera, immaginaria, impossibile vita.
Torno a sognare.
