Saint Laurent, nella persona del suo direttore creativo Anthony Vaccarello, ha invitato il fotografo ghanese classe 1929 James Barnor – il primo fotoreporter del suo paese – ad esporre una ventina di fotografie all’interno degli spazi espositivi delle boutique Saint Laurent Rive Droite di Parigi e Los Angeles.

A 93 anni Barnor rappresenta ancora un fulgido esempio di precursore dei tempi, ha immortalato la liberazione del suo popolo nel 1957 dalla colonizzazione europea; ha lavorato per il Daily Graphic, emanazione del Daily Mirror in Africa; per la rivista sudafricana Drum; ha fondato il suo studio fotografico Ever Young a Jamestown, uno dei distretti più antichi della capitale ghanese Accra. Alla fine degli anni ’50 si trasferisce a Londra dove documenta il periodo tra il 1964 e il 1970 – i cosiddetti Swinging Sixties, anni in cui il Regno Unito ha attraversato enormi cambiamenti sociali e culturali che lo hanno reso ciò che è oggi – oltre alla diaspora africana nel paese. Dopo questo periodo, torna in Africa dove fonda e attiva il primo laboratorio di elaborazione del colore portando una ventata di novità in tutto il suo paese e non soltanto.

La mostra ospita una serie di fotografie dell’artista, sia in bianco e nero che a colori, attraverso le quali si può scorgere l’incredibile naturalezza, immediatezza e genuinità del suo lavoro e della sua filosofia dove i soggetti fotografati spaziano tra persone comuni a personaggi che hanno fatto alla storia della nostra cultura come Muhammad Ali.







