La generazione del XXI secolo è figlia di una società in cui la cultura visiva è sempre più amministrata da figure che concepiscono l’arte in senso promozionale e con scarso spirito critico, e da un mondo mediale di aziende di comunicazione e intrattenimento che non ha alcun interesse per un’analisi critica. In questo magma inidentificato di input superficiali e strategie dell’immagine, è necessario riflettere su una nuova idea di Avanguardia, di opposizione e di sperimentazione di forme artistiche nuove, di rottura e di modernità radicale.
Parte probabilmente da questo intento il progetto The Avant/Garde Diaries, una rivista digitale dedicata a personalità internazionali del mondo dell’arte, una raccolta di ritratti e interviste che documentano opinioni, visioni e nuovi modi di concepire l’avanguardia artistica.
Dopo essere entrati con Eddie Brennan nella factory di Dustin Yellin e aver visto il Barbican Center con gli occhi di Peter Henderson, abbiamo scelto di raccontare l’esperienza artistica di Maxime Büchi e Alex Binnie.
Maxime Büchi è un tatuatore e direttore artistico delle riviste svizzere Sang Bleu e November, due dei magazines più interessanti in circolazione, focalizzati su un mix molto raffinato di arte contemporanea, moda, letteratura, tatuaggi, body modification e cultura fetish. Influenzato dalla sua esperienza in grafica e tipografia ha sviluppato uno stile di tattooing personale fatto di linee pulite e geometriche e illustrazione occidentale.
La storia artistica che propone per raccontare il suo punto di vista sul concetto di avanguardia è quella di Alex Binnie, fondatore di Into You, il tattoo studio più famoso di Londra.
Binnie è noto soprattutto per essere un tatuatore e incisore, oltre che musicista e performer artist. Considerato uno dei pionieri del tatuaggio contemporaneo, inizia la sua sperimentazione negli anni Novanta, avviando e rendendo popolare l’uso del disegno tribale, in particolare quello di origine polinesiana, fuso spesso con elementi legati a tradizioni differenti. Il tatuaggio è inteso come forma di espressione artistica, gesto estetico e sperimentale legato a un’esigenza comunicativa che accomuna contemporaneamente tatuatore e tatuato. Celebrazione dellio individuale e del proprio corpo, un atto di espressione definitivo.
Con il cambiamento della scena underground, Binnie ha iniziato a concentrarsi sulla produzione di arte su superfici diverse del corpo umano, sperimentando gli schermi di seta e la xilografia. Il suo è un percorso artistico alternativo attraverso il mondo del tatuaggio moderno e la Japanese Floating art, tra tradizioni del passato e re-interpretazioni contemporanee. Una collezione di volti, tra cui tatuatori di fama internazionale come Filip Leu, Jondix, e Freddy Corbin, che mescola body art, texture e elementi decorativi.
Büchi e Binnie raccontano la loro avanguardia personale tra irrequietezza creativa e esigenza continua di mettersi in gioco, un bisogno viscerale di sviluppare modi diversi per esprimere la propria visione artistica.
Perché l’arte, in fondo, non ci insegna nulla, salvo il significato della vita. Its a lifetime thing.